Archive for category Cose di paese

Perfido porfido

“Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza avarizia,
poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante”

(M.V. Pollione – De architectura)

Poco prima dell’anno zero, Marco Vitruvio Pollione nel suo trattato De architectura scriveva più o meno così:

Nella famosa ed importante città di Efeso era stata istituita una legge di certo severa, ma sostanzialmente corretta nel suo principio. Quando un architetto si assumeva la committenza di un’opera pubblica, fissava un preventivo di spesa per la realizzazione. Presentandolo poi ad un magistrato perché fosse approvato, i suoi beni venivano ipotecati fino a che non fosse ultimato il lavoro. Una volta terminata l’opera, se la spessa complessiva restava entro i termini del preventivo, l’architetto riceveva pubblici onori e riconoscimenti. Se invece il preventivo di spesa non veniva superato per più di un quarto, si provvedeva a sanare il disavanzo, ricorrendo ad un fondo pubblico senza penalizzazioni per l’architetto. Ma se il costo finale superava questo limite, la differenza veniva prelevata dai beni dell’architetto”.

Probabilmente se Vitruvio guardasse il pavè di Piazza XX Settembre, si rivolterebbe come un sanpietrino. Al di là del costo iniziale dell’opera, che può essere tanto o poco in virtù di come si è abituati a pensare, quello che sconcerta è la perenne e continua manutenzione. Scrissi giàdei gravi costi di manutenzione (circa 35.000 euro nel solo biennio 2011-12) e oggi, transitando sulla piazza, la questione sembra tutt’altro che risolta.

Potremmo senz’altro dare la colpa alla perfidia del porfido, che si ostina a ribellarsi e a minacciare di andarsene da quel luogo tanto infausto. Certo è che se vigesse la legge di Efeso, qualcuno potrebbe facilmente risponderne.

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Riservato

“La maitresse la vèrt el so’ purton.
Il peccato l’è la sua prufession.
Bentornato signore al paradiis del scurpiòn”

(D. Van De Sfroos – El paradiis del scurpiòn)

 

Riservato, ma neanche troppo.

“Riservato” significa tante cose. In questo caso assume più il senso di “occupato”, “prenotato”, e un po’ meno il significato di “timido” e “introverso”. O almeno, credo che sia così.

Passeggiando per la ZAI di Verona può capitare d’imbattersi in avvisi di questo tipo, che mettono in guardia l’ignaro avventore sulle caratteristiche del luogo in cui si trova a bighellonare. “Lasciate ogne speranza voi ch’intrate” avrebbe scritto qualcun altro, in altri tempi. Immagino che l’ignota occupante, alla quale il posto è stato generosamente riservato, non abbia esattamente le angeliche fattezze di Beatrice.

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Caréta vintage

Sii quello che sembri

(L. Carroll, Alice nel paese delle meraviglie)

L’ottimo Taraschi ha postato in rete una vecchia foto della genìa voltese. Rappresenta una sintesi esaustiva e affascinante della vita popolare di qualche decennio fa. Si tratta di un’edizione vintage della Festa della Caréta, che si tiene ogni 25 aprile nei pressi della muretta di Sassello. Tra bocconi frugali, tessuti a scacchi e bottiglie di vino senza etichetta docg, ci sono molti volti noti. Spicca senza dubbio quello furtivo e rapace del celeberrimo Mago Gino (in altro a destra), per molto tempo indiscusso veggente di Sassello.

Adoro questi scatti e queste atmosfere da cinema di periferia. Difficile capire se il fotografo e i modelli dell’epoca avrebbero immaginato di assurgere a tanta popolarità.

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Ritorno al potere

“Quando non si possono cambiare le cose dall’interno,
si ha l’obbligo, se si agisce con coscienza,
di andarsene e provare altre strade”

(A.Garcia – Un’altra verità)

Da una settimana Volta ha il suo nuovo sindaco. “Nuovo” si fa ovviamente per dire… visto che è al suo quarto mandato. Bertaiola vuole fortemente amministrare e i cittadini alla fin fine vogliono fortemente essere amministrati da lui. Forse è davvero il migliore, oppure le alternative per curare il male sono ritenute peggiori del male stesso.

Fatto sta che la Lista di Bertaiola, ottenendo meno voti di cinque anni fa quando perse, ritorna prepotentemente al potere. Bizzarrie del gioco democratico.

Personalmente, ora che non faccio più parte della tenzone, auguro con sincerità al “nuovo” sindaco un mandato illuminato e prolifico. Anche se mi ha definito “arrogante” in Consiglio, non nutro alcun astio ed anzi spero che il nostro paese possa ulteriormente proliferare sotto il “nuovo” regno. Volta, prima di tutto.

Alcuni personaggi di Impegno per Volta sono indiscutibilmente preparati e seri, nonché motivati da un sano entusiasmo per operare davvero nel bene comune. È soprattutto a loro che volgo la mia speranza. Che la partecipazione e la trasparenza non restino uno slogan elettorale. Tanti auguri.

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Da Volta in Movimento a Volta in stallo

“Le risposte sono sempre limitate, provvisorie, insoddisfacenti.
Le domande invece sono il vero motore dell’attività mentale
un uomo che non si pone domande, o che si contenta delle risposte, non va molto lontano”.
(P. Angela, Da zero a tre anni)

Userò un eufemismo: la serata di confronto fra i tre candidati sindaci è stata deludente. Apprezzo sinceramente lo sforzo del gruppo “Volta in Movimento” di offrire un dibattito e una presentazione delle tre candidature, ma il proposito è miseramente fallito.

A parte il comprensibile tentativo di fare propaganda al Movimento Cinque Stelle, ed alla sua costola Volta in Movimento, a cosa è servito tutto il resto?

Cominciamo dal moderatore, illustrissimo presidente di non ricordo quale ente, arrivato da chissà dove, che pone una sola domanda ai candidati: “allora, avete quindici minuti per raccontare il vostro programma”. Però! Che domandona scomoda! Mio padre, che è di Volta, parla poco e ha come unico interesse le bocce, avrebbe trovato qualcosa di più interessante da chiedere.

In verità, la domanda da fare ai candidati era essenzialmente una:

1-      Dottor Adami, al di là delle inchieste che seguiranno il loro corso, almeno politicamente non le crea imbarazzo ricandidarsi senza aver prima risolto i suoi problemi con la giustizia? Non era meglio appoggiare qualcun altro, in attesa di risolvere ogni questione?

2-      Caro Bertaiola, sulla sua testa pende una causa di ineleggibilità. Rebus sic stantibus, lei non può fare il sindaco perché è ineleggibile. Ci manca qualche informazione, oppure ha qualche asso nella manica? Come pensa di sciogliere questo nodo all’indomani del voto?

3-      Ingegner Morandini, se vince lei, a chi affiderà la delega all’Urbanistica ed ai Lavori Pubblici? A se stesso? Lo sa che l’articolo 78 del Testo Unico per gli enti Locali recita che “I componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”?

Tutto qua, bastava chiedere queste cose e i cittadini sarebbero rimasti soddisfatti.

Si dirà: “potevi chiederle tu”. È vero, potevo farlo. Io però non ho avuto la presunzione di organizzare un dibattito aperto ed utile, inoltre nel mio piccolo so già per chi votare.

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A PARER MIO – Larghe imprese

Lo stilnovo di Renzi ha fatto scuola. La moda gentile di stringere ampie alleanze impazza anche a livello locale, negli strati più bassi e popolari delle istituzioni. Si basa sull’idea bizzarra che qualsiasi addendo si possa sommare, che anche gli opposti politici possano unirsi e congiungersi in un abbraccio fraterno, nel nome di un’opinabile e scompigliata santa alleanza. Per il bene di tutti, ovviamente.

Siamo cresciuti, e quello che una volta si chiamava “inciucio” oggi si chiama “senso di responsabilità”.

Nei bar e nei giornali locali si vocifera di un imminente accordo tra gli estremi politici di Volta Mantovana, in vista delle prossime elezioni amministrative. Accordo contronatura, che inaspettatamente vedrebbe congiungersi le fazioni più lontane dell’assemblea comunale, quelle che negli ultimi vent’anni si sono date battaglia (politica) tra i banchi diametralmente opposti del Consiglio. Opera dei massimi rappresentanti dei due sistemi, che in barba all’opinione delle proprie basi, starebbero architettando un insolito accordo elettorale. Accordo che sinceramente fatichiamo a comprendere fino in fondo.

La parola d’ordine è “bene comune” ed il cittadino dovrebbe gioire di fronte a tanta magnanimità. Ma il dubbio rimane. È il sospetto che questo enorme sforzo per accantonare le divergenze possa in realtà celare obiettivi poco nobili e poco convergenti con l’interesse collettivo.

Ci auguriamo che il fine sia davvero l’interesse pubblico, e che gli interessi privati esulino da questa scelta avventata. Ci auguriamo che l’unione degli opposti non sia finalizzata a raggiungere semplici favori di parte. Ci auguriamo che le larghe intese non si trasformino in larghe imprese, dove solitamente il lavoro di molti avvantaggia il tornaconto di pochi.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.49)

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A PARER MIO – Fiat lux

Spese pazze dell’Amministrazione. O forse no.

È notte fonda sulle notizie relative ai lussi che ornerebbero la reggia comunale. Si narra di cene luculliane con l’ambasciatore del Sudafrica, di mastodontici abeti della Lapponia per decorare le strade nel periodo natalizio, di sfarzose lastre di alabastro per tappare le buche di Piazza XX Settembre. Ma soprattutto si grida allo scandalo per il favoloso lampadario da migliaia di euro, acquistato dalla Giunta comunale per abbellire le stanze dei bottoni di Palazzo Cavriani. Le leggende raccontano di un lampadario dalle fattezze mitologiche, metà uomo e metà abat-jour. Vetro di Murano, un metro e mezzo di diametro, ghirigori a profusione: si vocifera che sia addirittura lui ad illuminare le Fosse. Bello, bellissimo. Ma il costo? Quasi diecimila euro: una follia, di questi tempi.

Forse è il caso illuminare un po’ le tenebre. Nel 2010 l’Amministrazione ha presentato alla Regione un piano di restauro completo per la sala delle Forze di Ercole. Il piano prevedeva la riscoperta dei meravigliosi affreschi cinquecenteschi, l’abbattimento dell’abominevole tramezza novecentesca, la ricostruzione della pavimentazione ed il ripristino del soffitto a cassettoni del ‘500. Un progetto d’intervento di 110.000 euro,  finanziato per metà dalla Regione stessa, per 30.000 euro dalla Fondazione Cariverona, per 10.000 euro dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana e per la rimanenza (circa 10.000 euro) dal Comune stesso. Un progetto esclusivo, per ridare alla comunità voltese, e agli ardimentosi turisti, una tassello straordinario della storia gonzaghesca.

Oggi il restauro è stato ultimato: la sala ha recuperato il suo splendore originario ed ora ad illuminare le tinte pastello di quegli affreschi, antichi di cinquecento anni, c’è un degno lampadario. Nel buio d’informazione che si è creato, occorreva fare un po’ di luce. E luce sia.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.48)

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A PARER MIO – La banda del buco

Da qualche mese sulle strade comunali sono apparse numerose voragini. Squarci senza fondo nell’asfalto, più appropriati alle piste da motocross che alla viabilità urbana. Mentre le utilitarie fanno gli slalom, i suv non se ne curano affatto e ci finiscono dentro apposta, allargando ulteriormente il perimetro dei crateri. Cicli e motocicli si affidano più semplicemente all’intercessione dei santi protettori… è quel che chiamano “prendere una cattiva strada”.

Gli esperti dicono che sia colpa del lungo inverno, delle frequenti piogge, del gelo e dei mezzi pesanti. Ma spiegare così le strade dissestate, sarebbe troppo facile. Se attribuissimo la responsabilità dei buchi nell’asfalto unicamente agli eventi atmosferici dei mesi scorsi, rischieremmo di sottovalutare il problema, relegando la questione in cavalleria. La genesi dei percorsi ad ostacoli risiede certo nell’inclemenza del meteo, ma qualche attenzione amministrativa in più avrebbe potuto alleviare il fastidioso disservizio. Se c’è una qualche “banda del buco”, che raggruppa tutte le cause all’origine dei lunghi disagi, essa deve comprendere sia il maltempo che il malcostume. Il malcostume istituzionale di rimandare le decisioni, di “mettere la toppa” (è il caso di dirlo), di girare attorno al problema, o meglio… attorno al buco. Complici ovviamente le difficoltà del bilancio, anch’esso sempre più bucato, ed i frequenti tagli alle risorse comunali. Tagli che ormai risultano determinanti anche per il mantenimento delle strade e dell’incolumità pubblica.

Da qualche settimana si è fortunatamente deciso d’intervenire, turando perlomeno i crepacci più grandi e rappezzando le buche più insidiose. Laddove conviene tappare, si tappa, in altre circostanze è previsto un intervento più strutturale, con asfaltatura quasi totale della carreggiata. È il caso, ad esempio, di viale Marconi, direttrice fondamentale della viabilità voltese, il cui manto stradale risulta da tempo compromesso.

Soldi, soldi e ancora soldi. La manutenzione delle strade, ordinaria e straordinaria che sia, costa e richiede continuamente denari alle risicate casse comunali.

Oltre al rimedio, però, si dovrebbe pensare anche alla prevenzione. Se è vero che rammendare il buco semplicemente con ago e filo è diventata un’abitudine costosa e spesso inefficace, è altrettanto vero che molte toppe si potrebbero evitare, semplicemente confezionando un abito di qualità e non liso già in partenza. Un esempio per tutti: piazza XX° Settembre, zona centralissima e congestionata dal traffico, che è stata lastricata di porfido qualche anno fa. Richiede perennemente interventi di manutenzione, evidentemente a causa della qualità del materiale posato e del traffico pesante che vi passa sopra (furgoni, pullman, camion). Solo nel biennio 2011-2012 la manutenzione delle buche sul tratto lastricato è costata 35.000 euro, ma lungi dall’aver risolto il problema, nuovi buchi continuano ad affiorare. Un buco che si morde la coda. Non valeva la pena prevedere materiali diversi, oppure la doppia scanalatura per gli pneumatici? Oppure la modifica almeno parziale della viabilità, che limitasse in qualche modo il transito dei veicoli più pesanti?

La lungimiranza delle scelte amministrative spesso mal si sposa con le necessità del momento. E così la banda del buco aumenta i propri adepti e oggi non rimane altro.. che metterci una toppa.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.47)

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Il dolore

Sette anni fa se ne andava il Lele. Questa poesia fotografa alla perfezione il dolore di quei giorni.

Il dolore è un postino grigio, silenzioso,
col viso asciutto, gli occhi d’un azzurro chiaro,
dalle sue spalle fragili pende
la borsa, il vestito è scuro e consumato.
Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timidamente sguscia
di strada in strada, si stringe
ai muri delle case, sparisce in un portone.

Poi bussa. Ed ha una lettera per te.

(A. Joszef, poeta ungherese)

Foto suggerita dall'ottimo Negus

Foto suggerita dall’ottimo Negus

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Risposta urbana

“Questa è l’essenza della scienza: fate una domanda impertinente e preparatevi a ricevere una risposta pertinente”.

(J. Bronowski, The Ascent of Man)

 

Finalmente il mio amico Menabeni ha risposto alle critiche mosse dalla Minoranza sulla manutenzione urbana. La replica, apparsa sulla Gazzetta, merita di essere letta.

La maggioranza replica all’opposizione anche aveva sollevato il caso delle scarse manutenzioni al decoro urbano, fra cui anche lo spegnimento delle fontane pubbliche per risparmiare.

«La crisi economica ricade chiaramente anche sul bilancio comunale – spiega il capogruppo Alessandro Menabeni – e questo il consigliere Beggi dovrebbe saperlo bene visto la sua lunga esperienza come amministratore. Un crollo dell’edilizia,quindi pochi oneri di urbanizzazione, un netto taglio ai trasferimenti da parte dello Stato, in aggiunta minor entrate da parte di attività in netta difficoltà e la spese sociale in aumento, ha portato l’amministrazione a non rispettare il patto di stabilità ad ottimizzare i servizi senza però trascurare nulla».

«Qual è il problema se l’amministrazione risparmia e garantisce il servizio? – prosegue il consigliere – . Per quanto riguarda il verde sportivo, grazie ad una convenzione con la società di calcio siamo passati da una spesa di circa 90 ad una di 39mila senza variare il numero degli interventi. Forse fa più scalpore sapere che fu la precedente amministrazione a sottoscrivere il contratto più oneroso. Stesso discorso vale per gli altri impianti sportivi».

«Per quanto riguarda il servizio di accompagnamento scolastico anche qui non vedo dove possa nascere la critica se non per mera propaganda politica – attacca il consigliere –. Anche qui si è risparmiato senza ledere il servizio utilizzando un dipendente comunale solo per la prima settimana di scuola visto che l’orario era ridotto».

Caso fontane. «In 7 anni – spiega Menabeni – sono costate circa 46mila euro solo di manutenzione: capisco che siamo un paese turistico, ma in questi tempi penso sia più corretto dare una mano ai nostri cittadini a pagare bollette e affitti che pensare a quello che dicono i turisti. Se la precedente amministrazione fosse stata più accorta senza aver fatto opere che richiedono annualmente spese ingenti di manutenzione ordinaria e straordinaria, magari ora non ci troveremmo con le strade a pois, con la piazza piena di buchi e con le nuove lottizzazioni incolte!»

Infine sulle spese legali. «Purtroppo sono necessarie per difenderci dagli attacchi di chi non ti vuol far lavorare con continuità, cercando in ogni modo di opporsi invece di aiutare a costruire qualcosa insieme – conclude il capogruppo – . Lo stesso vale per le spese di progettazione che inevitabilmente servono per poter partecipare a bandi di finanziamento per la realizzazione di opere pubbliche, come per esempio il progetto del nuovo impianto sportivo costato solamente duemila euro a fronte di un costo dell’ opera di circa 980mila che se avremmo la fortuna di vincere sarà finanziato per il 65% dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la realizzazione di una tanto attesa tensostruttura polifunzionale da utilizzare sia per le scuole che per le associazioni sportive e un manto sintetico di ultima generazione sul campo da calcio per ridurre i costi di manutenzione e poter usufruire al massimo la struttura. Anche qui forse il consigliere non ricorda il costo di progettazione preliminare del centro sportivo per anni promesso dalla sua amministrazione, io sì me lo ricordo: buttati via 51748 euro; o forse le spese di consulenza per lo sportello unico dal 2002 al 2005 circa 69mila euro con già 7 dipendenti e 1 responsabile. Concludo augurandomi che visto l’avvicinarsi delle elezioni non si continui a fare questo tipo di campagna elettorale solamente denigratoria nei nostri confronti perché penso che i cittadini siano ormai stufi di questi inutili litigi e scaramucce e vogliano solo avere chiarezza e serietà».

 (dalla Gazzetta di Mantova del 13 settembre 2013)

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