Archive for category Cose di paese

Sconfitto l’interesse

“Chi si lascia annoiare è ancora più degno di disprezzo di chi lo annoia”.

(S. Butler, The Fair Haven)

L’iniziativa degli incontri pubblici dell’Amministrazione con la cittadinanza è certamente un’ottima cosa. Benché l’idea non sia affatto originale, va dato atto che si tratta di un’importante novità per Volta Mantovana. Non corrisponde esattamente alla mia idea di trasparenza, ma il solo fatto che sia concesso ai cittadini di intervenire su argomenti pubblici è già di per sé una grande conquista. Se questa abitudine riuscirà a consolidarsi nel tempo, sarà certamente un merito da attribuire ai nuovi (si fa per dire) amministratori.

Non ho partecipato all’incontro, dunque premetto che ogni mio commento è terribilmente parziale, tendenzioso e inconsistente.

Ho cercato di seguire l’evento su youtube, ma proprio non ce l’ho fatta, trovandolo di una noia mortale. Come velocità, una via di mezzo tra un film d’avanguardia svedese e una trasmissione notturna di Rai Scuola sulla fisica dello stato solido. Mentre a livello d’interesse ho preferito leggermi Guerra e pace in lingua originale.

Un amico, equidistante e mai schierato, dopo aver partecipato alla serata me l’ha sintetizzata con “ho assistito allo squallore del potere locale, dove tutti si affannavano a sostenere il nulla”.

Speriamo nella prossima puntata.

noia

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Libro sacro

“Tutto il suo bagaglio culturale occupava suppergiù lo spazio di una ventiquattrore”

(G. Soriano, Finché c’è vita non c’è speranza)

Serpeggia la polemica tra il popolino, per la scelta lungimirante dell’Amministrazione di affidare i servizi della biblioteca all’attuale responsabile dell’Ufficio Ragioneria. I raffinati pensatori hanno considerato che alla fin fine basta saper mettere in ordine alfabetico dei libri. Dunque se vorrete leggere la Critica della ragion pura di Kant, basterà cercare alla lettera “C”, tra “Cartella di pagamento: controversie, soluzioni e tutela del contribuente” e “Cura del bilancio preventivo”. Se invece cercherete un saggio sull’aumento della Tasi, lo troverete facilmente nella sezione “novità 2014″.

Ad ogni modo, gli incredibili vantaggi che tale decisione racchiude sono brillantemente riassunti nell’attenta analisi di Michele Mari e del suo Pedesém: https://m.facebook.com/pedersemrubrica

Il Ministero della Cultura del Regno Unito ha pubblicato un rapporto indipendente sulle biblioteche pubbliche, proponendo diverse soluzioni per rilanciare il loro utilizzo nelle città più piccole. Trasformare gli ambienti avvicinandoli a delle caffetterie, navigare tramite WiFi, avere spazi per conversare e confrontarsi con altri lettori. Noi invece torniamo indietro.

A Volta si attende anche l’estrema razionalizzazione finale: destinando la biblioteca a compostore dell’umido si potrebbero risolvere con una sola mossa il problema dello smaltimento dei rifiuti e quello di una biblioteca in cerca di scopi.

La decisione di riorganizzare in questo modo il servizio segue di pochi mesi quella di fermare l’ampliamento della biblioteca (blocco della ristrutturazione dell’ex municipio, destinato ad ospitare la nuova biblioteca e gli spazi comuni per l’aggregazione e le associazioni). E la risposta perentoria di Ingegno per Volta a chi poneva dei dubbi sulla rinuncia alla professionalità degli attuali operatori non si è fatta attendere: “Vogliamo ricordare a tutti che la biblioteca è un servizio pubblico pagato da tutti i cittadini e non deve essere considerato come un fun club di questo o l’altro operatore”. A breve, al posto della tessera della biblioteca arriverà anche la tessera del tifoso.

Biblio

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Il collezionista di ossa

“Che tipo di vegetale vuoi diventare signor Rhyme? Una carota? O preferisci una zucchina?”

(da un dialogo del film Il collezionista di ossa)

Nei rigogliosi gruppi di Facebook riservati alla promozione e alla crescita della collettività voltese, dove si dedica ampio spazio alla propaganda elettorale e alle diatribe di vicinato, nessuno ha ancora accennato alle nuove modalità di raccolta dei rifiuti. Questioni ben più importanti, come la buca nell’asfalto in località Gatti, oppure il sospetto terrorista travestito da addetto dell’Enel, spadroneggiano nel social aizzando i commenti e le spiegazioni più articolate. Il dibattito accende gli animi per il tombino scoperto o per il cane scomparso, mentre le nuove modalità di ritiro del rifiuto umido non suscitano interesse alcuno. Priorità, certo. Ma parliamone.

È stato senza dubbio un folgorante lampo di genio, quello di ridurre il ritiro settimanale dei rifiuti umidi. Un solo ritiro nelle settimane invernali, due prelievi nelle settimane estive. Accumulando i sacchetti, già d’inverno il bidoncino marrone in uso risulta insufficiente per capienza. L’afa estiva restituirà invece agli appartamenti un piacevole aroma rustico ed agreste, decisamente radical chic. L’aggettivo geniale forse è riduttivo.

Poiché sono l’unico ad avvertire il problema di smaltire con più frequenza la spazzatura umida, mi sono dato da solo anche alcune possibili soluzioni.

Una prima via di fuga consiste nel gettare l’umido direttamente nel giardino di casa. Non cresceranno piante di caffè e neppure rigogliosi banani, ma i gusci di cozze e vongole possono essere messi ai piedi delle rose, per impedire la crescita delle erbacce.

Gli amanti del collezionismo potrebbero varcare nuovi confini e raccogliere in comode buste ecocompatibili gli ossi di pollo, oppure i fiori recisi, o i fondi di caffè (magari per leggerli con calma dopo).

Chi possiede un animale domestico può invece convertirne l’alimentazione, al fine di smaltire ogni residuo. Avremo dunque cani che mangiano l’insalata, gatti che divorano le bustine di the e pesci rossi allevati con i resti delle braciole. Darwinismo voltese.

Un’altra possibilità consiste nel non creare proprio il rifiuto umido, riciclando ogni materiale ad oltranza. Crocchette di buccia di patate o strudel di buccia di mele. I gusci d’uovo sminuzzati funzionano benissimo nella lettiera del gatto, mentre la cenere del caminetto è ottima come talco post doccia. E tra “I consigli di Suor Germana” si possono certamente trovare imbeccate anche migliori.

cassonetto

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Il buco nell’acqua

“L’amore è un’acqua nel buco e termina necessariamente in un buco nell’acqua”

(G. Ceronetti, Pensieri del tè)

Sono ufficialmente terminate le notti insonni dei Voltesi, parola di Gazzetta. Il buco di bilancio scoperchiato in estate è ormai putrida acqua passata. O meglio, il buco è proprio nell’acqua.

Scrive l’onnipresente giornale mantovano: “Buone notizie, poiché nonostante il buco di oltre un milione di euro, sembra che il comune di Volta possa tornare a dormire sonni tranquilli… grazie a diverse manovre, il bilancio chiuderà pari, rispettando i vincoli del patto di stabilità, oltre alla conferma di finanziamento degli impegni già assunti”.

In tre mesi è stato ripianato oltre un milione di euro. Roba da Nobel per l’economia.

Se alcuni non riescono ancora a spiegare il prodigioso assestamento, molti altri additano come evidente l’intercessione di fine settembre della patrona Beata Paola. I Voltesi comunque ringraziano ed urlano fieri al miracolo.

Buco_nell_acqua

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Muro contro muro

“Un uomo solo che guarda il muro è un uomo solo.
Due uomini che guardano il muro è il principio di un’evasione”.

(D. Cugia, Jack Folla Alcatraz)

Sono andato a Berlino nel 1994. All’epoca sapevo a malapena che Berlino si trovava in Germania e che in quella città esisteva un muro, appena più alto della celeberrima muretta di Sassello.

Oggi si riflette sul significato di quell’evento e di quei giorni, che segnarono inesorabilmente l’avvio di una trasformazione socio-politica del mondo. Ma nel mio piccolo, se penso al muro, penso a quella vacanza del 1994 e ai suoi protagonisti. Imberbi, ignari, imperturbabili.

Sono trascorsi venticinque anni dalla caduta del muro di Berlino. La muretta di Sassello, invece, resiste imperterrita.

Correva l'anno... 1994

Correva l’anno… 1994

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Processo alla processione

Nà sta vara si reggina, si la prima cittadina.”

Traduzione: “in questo carro sei regina, sei la prima cittadina.”

(Preghiera popolare di Sant’Agata)

 

La processione di ieri con la salma della Beata Paola per le vie del paese mi ricorda tanto i cortei siciliani, quelli con i carri allegorici di Santa Rosalia o le cannalore di Sant’Agata.

Beninteso, non ho partecipato a nessuna di queste processioni (Beata Paola vs Santa Rosalia e Sant’Agata) quindi il mio è solo un processo sterile e spocchioso, non certo motivato da competenza e conoscenza dell’argomento.

Non c’è nulla di male nelle processioni in sé, neppure nei trionfi del pacchianesimo e tantomeno nell’entusiasmo e nella devozione che animano i fedeli. Però spesso in queste sfilate si confondono la fede col folklore, lo spirito con la sagra, la credenza col fanatismo.

Non credo (e questo forse è il punto) che la Beata Paola ambisse a girovagare per la piazza, su un carretto trainato da un trattore. Ma così sia, amen.

Santarrrrosalia a Palemmo

Santarrrrosalia a Palemmo

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Il buco con la polemica intorno

È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco.
A salire c’è più speranza”

(T. Terzani, La fine è il mio inizio)

La nuova banda del buco (di bilancio) sembra seminare il panico a Volta. I numeri fioccano dall’alto come macigni ed in ogni articolo della Gazzetta il buco aumenta e diminuisce di alcune centinaia di migliaia di euro… Come dire: stiamo larghi, per non sbagliare.

Della vicenda non ho capito come sia possibile che tutto ciò non sia emerso in fase di approvazione del bilancio di previsione, nel marzo del 2014. Come poi un bilancio siffatto possa aver superato il vaglio di un responsabile preposto a controllarlo, va certamente chiarito.

Ora, ammesso che di buco si tratti, ricordo che al momento del suo insediamento l’Amministrazione Adami sanò diversi debiti fuori bilancio (certamente di importi minori) fatti dall’Amministrazione precedente. E lo fece senza pubblicarlo sulla Gazzetta di Mantova, né piangendo miseria, né tantomeno alzando le tasse. Sbagliò? Certo che sì.

Oggi potrebbe anche sorgere il dubbio di essere di fronte al gioco più vecchio del mondo, quello di aumentare le tasse incolpando i predecessori e di abbassarle a ridosso delle prossime elezioni. Scene viste e riviste.

Postilla. Mi si chiede se il principio di responsabilità pecuniaria vigente nelle opere pubbliche della città di Efeso possa essere applicato anche a questo caso. Forse sì, nella misura in cui chi pretende di scegliere a nome di tutti dovrebbe essere responsabile se commette degli errori sulla testa di tutti.

Nel caso delle opere pubbliche però, la ratio di sanzionare i lavori troppo onerosi risiedeva (ad Efeso) nella volontà di scoraggiare “creste” e plusvalenze poco ufficiali, che troppo spesso raggiungono il portafoglio di pochi.

Qui mi sembra un po’ diversa la faccenda.

Buco (più grande) a Guatemala City

Buco (più grande) a Guatemala City

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Parcheggio? No, Grazie

“Sagra. Festività religiosa di solito celebrata abbandonandosi alla ghiottoneria e alla ubriachezza.
Tali celebrazioni sono spesso dedicate a un sant’uomo che si è distinto per una rigida astinenza”.

(A. Bierce, Dizionario del diavolo)

Nel 1425 Gian Francesco Gonzaga dichiarò il piazzale antistante la Chiesa delle Grazie “luogo di libero mercato di merci”. Da quel giorno, ogni Ferragosto, la frazione Grazie ospita la celebre fiera dedicata alla Madonna e l’annuale concorso artistico dei Madonnari.

Per il mantovano medio è tradizione ancora oggi raggiungere il Santuario in pellegrinaggio, magari partendo a piedi dalla città. Oltre all’ammirazione dei capolavori dei Madonnari, alla preghiera alla Madonna e alla venerazione delle bancarelle, il Ferragosto mantovano celebra anche l’antico rito del panino col cotechino, pietanza tipica dell’estate mediterranea.

Da qualche tempo però, il vero pellegrinaggio lo compiono gli automobilisti, che lasciano l’auto in mezzo ad un campo di patate e sotto il sole rovente… per la modica cifra di cinque euro (lo stesso prezzo del panino col cotechino peraltro). Tranquilli, è un pellegrinaggio e la Madonna perdonerà ogni loro imprecazione.

 park5

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Repetita iuvant

Scusate se insisto sull’annoso argomento, ma ci sono stati degli interessanti aggiornamenti.

Gli impetuosi temporali estivi non hanno sedato il patriottismo goitese, che anzi, con invidiabile solerzia, ha rilanciato la promozione del proprio orgoglio nativo. Dopo le delizie culinarie locali, servite nelle feste passate, è arrivato anche il suggello della Festa dei Calamari (del Mincio?).

Imperdibile per chi ama le tradizioni mantovane.

Kalamaro

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Buoi dei paesi tuoi

C’era chi andava in America, in Australia
portandosi dietro i prodotti e le tradizioni della propria terra:
l’olio, i pomodorini, il formaggio e i salumi.
Questa è stata la vera fortuna della cucina italiana

(C. Cracco)

Nell’ameno paese di Goito (che per chi non lo sapesse è tuttora situato nella provincia di Mantova) continua la promozione del territorio, attraverso la diffusione dei prodotti tipici locali. Sempre più spesso, infatti, la promozione dei luoghi e la pubblicità a fini turistici passano attraverso la reclamizzazione dell’enogastronomia locale. Dopo la “Festa delle Cozze”, crostacei esclusivi dell’alto mantovano di cui Virgilio era evidentemente ghiotto , e dopo la “Pizza in Piazza” che rivela e rievoca la genesi mantovana della nota focaccia diffusa nel mondo, ecco arrivare la “Festa del pesce di mare”, in omaggio ai lidi goitesi ed ai miti litorali morenici.

Chi sia il genio che ha dato l’input a queste splendide manifestazioni dell’orgoglio e della specificità locale non è dato sapersi. Possiamo solo lanciare il nostro plauso nel vuoto, in attesa del prossimo lampo di creatività che riporti in terra mantovana la chianina, il tartufo bianco, o la bottarga di muggine.

festa-delle-cozze-a-Goito

pizza-piazza-goito-2014

pess

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