Archive for category Buona Forchetta

Buona forchetta – Kofler Padova

Quando i ristoranti migliori della città sono pieni e quando non si sa dove sbattere la bocca, ecco il locale dove un posticino si trova sempre. Comodissimo dopo gli spritz del centro, nell’elegante Piazza dei Signori di Padova c’è il Ristorante Kofler, da non confondere con l’omonima e ottima birreria che sorge appena fuori dal centro storico.

Locale glamour che ben concilia le mura storiche dell’edificio con l’arredamento moderno. Al sabato sera è imbottito di giovanotti leccati e di signorine con tacco 32.

Ricette accattivanti e buona qualità del cibo. Diffido sempre dei ristoranti che sono anche pizzeria, ma questo non è poi male. Servizio a metà tra l’insistente gentile e l’incompetente superficiale. Prezzi in linea con la posizione e con la vocazione turistica del luogo.

Primo, secondo e bottiglia di schiava: 42 euro.

Voto 6

Ristorante Kofler, Piazza dei Signori – Padova

1 commento

Buona forchetta (a casa mia) – Risotto coi saltarèi

“Se vedi un affamato non dargli del riso: insegnagli a coltivarlo”

(Confucio)

Per rimanere in tema di cucina tipica mantovana, un’ottima variante all’inflazionato risotto alla pilota è il risotto con i saltarèi. Si tratta di piccoli gamberetti d’acqua dolce, rigorosamente fritti.

Ho scoperto che anche wikipedia ne menziona grossolanamente la ricetta. Con grande autorevolezza conclude dicendo che “può essere anche considerato come piatto unico”. Impossibile darle torto.

Ris

Nessun commento

Buona Forchetta – Gatto Moro

Nasce come osteria circa cent’anni fa, quando la domenica, oltre al bicchiere di vino, si poteva avere anche del pesce fritto pescato nel fiume. Gli altri giorni era un luogo di ristoro e punto di ritrovo. Originariamente era denominato “Gatto Nero”, dal nome di un mitico personaggio vissuto ai tempi delle guerre d’indipendenza, che operava come spia al servizio dei Piemontesi. D’estate si può mangiare all’aperto, godendo di giorno la fresca ombra della pergola e di sera la dolce brezza del fiume”. Dicono loro.

In realtà il ristorante è di vecchio stampo, buono più per le cresime che per le cene tra amici. Ampia e gustosa veranda dove però, complice la vicinanza del Mincio, si adagiano zanzare che si potrebbero fare alla griglia. Dell’atmosfera della spia “Gatto Nero” è rimasta solo la nebbia.

Piatti della tradizione più ortodossa (tortellini di Valeggio, tortelli di zucca, capunsèi, grigliata di carne) e pesce d’acqua dolce. La cucina è buona, ma non decolla. Ci si alza dal tavolo senza delusione, ma con l’idea dell’ordinarietà più piatta.

Con antipasto, secondo, acqua, vino e caffè si viaggia tra i 25 e i 30 euro.

Voto: 5.5

Ristorante Gatto Moro, Via Giotto, 21 – Valeggio sul Mincio (Vr)

Nessun commento

Buona forchetta – La Dispensa

Locale tranquillo ed elegante nel cuore di Castellaro Lagusello, nulla a che vedere con la vicina e dozzinale Pesa. Non ho avuto modo conoscere gli interni, avendo provato unicamente la comoda sistemazione nel giardino, sul ballatoio accanto al portico. Ambiente sobrio, ma raffinato, ideale per cene romantiche.

Il menu assembla ingredienti originali, come la mocetta di capra, il cannellone con ripieno di burrata e noci condito con briciole di salamella, la millefoglie di lingua bovina ed i risultati sono ottimi. Spettacolare la focaccina al cioccolato con zabaione al mandarinetto.

Due portate a testa, un dolce e caffè: 30 euro (a scatola cranica).

Voto: 7

La Dispensa, Via Castello, 21 – Castellaro Lagusello (Mn)

Nessun commento

Buona forchetta (a casa mia) – La seriola

Io sono l’alfa e l’omega

(Apocalisse – XXII, 13)

La ricciola, all’anagrafe Seriola dumerili, è il più pregiato pesce azzurro che esista, ricchissimo di omega tre. Non si trova spesso al banco del pesce perché non proviene da allevamento, ma solo dal mare aperto. A causa della notevole quantità di proteine necessarie alla sua crescita, infatti, la ricciola non si presta facilmente alla coltura. Se girano nel web le ricette di Cracco con le patatine San Carlo (che tristezza), a buon diritto può essere pubblicata anche la mia tartare di ricciola. Capperi di Salina, sale alla malva e violetta delle miniere di Hallein, un po’ di cipolla rossa di Tropea e olio d’oliva del Garda. So che nella foto sembra Simmenthal, ma era una squisitezza.

IMG_20140503_203047~2

1 commento

Buona forchetta – Al Ponte

Sui fasti dell’ex Bersagliere, la proprietà sta cercando di ridare lustro e clientela allo storico locale di Goito, adiacente al Ponte della Vittoria. Non a caso uso il termine “adiacente”, dal latino ad-iacere, cioè “giacere accanto”. Per anni ho avuto infatti l’idea che il ristorante Bersagliere “giacesse” esanime in attesa di una fine definitiva.

Oggi il ristorante è elegante ed i muri storici in cui si trova gli donano inevitabilmente fascino e raffinatezza. Ambiente caldo, ma acustica pessima: nella prima sala il brusio di sottofondo diventa un fastidioso chiasso.

Il servizio, sempre gentile, cerca anche di essere accurato. Non sempre ci riesce: ci avevano riservato un tavolo, ma erroneamente l’hanno assegnato alla coppia senza prenotazione entrata insieme noi. Nulla di male, se non fosse che dall’equivoco ne è nato un grossolano conciliabolo tra le cameriere, poco interessante per il cliente in attesa di sedersi.

Si mangia bene. I piatti seguono un po’ la stagionalità delle materie prime e gli ingredienti sembrano di qualità. Ottimi i ravioli con il fagiano e anche quelli con la rapa rossa e la scamorza. Carta dei vini abbastanza assortita. Sconforta il fatto che l’unico vino rosso sfuso sia il lambrusco. Carrello dei dolci deludente.

Per la qualità meriterebbe certamente un voto alto, ma i prezzi sono ancora un po’ elevati. Tanto per dire, mi pare 13 euro per una piccola burrata con qualche fetta di prosciutto crudo. In due abbiamo preso un antipasto, due primi, un secondo, un dolce, un bicchiere di vino e un caffè: 34 euro a testa.

Voto: 6/7

Locanda al Ponte, s.s. Goitese 258 – Goito (Mn)

Nessun commento

Buona forchetta – La Stella

Ci si deve andare apposta, anche perché tra le nebbie di Soave non ci si capita mai per caso. Ristorante con tutti i crismi, ben curato e ben fornito, un po’ troppo seguace della setta masterchef. Il servizio è attento, ma ti chiedono venti volte se “va tutto bene” e anche al cuoco/proprietario piace mostrarsi in sala con il cappello rigonfio ed il grembiulino lindo. Insomma, tanta attenzione per la forma, che però non pregiudica la sostanza. Le materie prime sono di qualità. C’è la cucina mantovana, ma i piatti difficilmente risultano banali: ricette con lepre, luccio, pesce gatto, tinca, che non si trovano proprio dappertutto. Ottimi i ravioli ai carciofi. La specialità è la carne di black angus australiano (certificata, a quanto pare) servita sulla pietra ollare, ma personalmente l’ho trovata piuttosto ordinaria. Buona lista dei vini, seppur non eccelsa. Primo e secondo: 25 euro.

Voto: 7

Trattoria La Stella – Via della Libertà 129, Soave di Porto Mantovano (Mn)

Nessun commento

Buona forchetta – Trattoria dell’Alba

Rinomata trattoria nella terra senza nome che sta tra Mantova e Cremona. Entrando nel locale, ci si sente subito catapultati indietro nel tempo. Prima di tutto l’aspetto del locale è quello di cinquant’anni fa, poi leggendo il menù si capisce subito l’attenzione per il territorio e per la cucina storica del luogo. Piatti della tradizione nel vero senso della parola (codino di maiale, cotiche, lumache, bevr ‘in vin), ma anche interessanti rivisitazioni (riso nero con sedano e gorgonzola, tortelloni con culaccia e prugne). Diversi secondi piatti a base di chianina. Accanto alla carta dei vini, si può bere anche il barbera della casa. Forse i prezzi possono sembrare un po’ cari, ma la qualità delle materie prime è piuttosto alta: i primi piatti costano 10 euro, i secondi 17. Noi abbiamo speso 40 euro mangiando come i verri, con abbondante giostra di antipasti, tre primi, roastbeef di chianina e dolce. Fidatevi, ne vale la pena.

Voto: 7,5

Trattoria dell’Alba, Via del Popolo 31 – Vho di Piadena (Cr)

Nessun commento

Buona Forchetta – Carlo Govi

Ristorante elegante nel quartiere residenziale di Valletta Paiolo. L’ambiente appare subito raffinato e straordinariamente tranquillo. Tantissime foto in bianco e nero appese al muro, che ritraggono i personaggi famosi negli anni ‘70 e ’80 e che danno al locale un tocco snob che ci sta benissimo.

Le intenzioni del proprietario recitano “la cucina mantovana è conosciuta come la cucina dei prìncipi e del popolo, in cui i piatti tipicamente popolari sono stati influenzati dalla raffinatezza dell’arte culinaria dei cuochi di corte Gonzaga”. Ed il menù recepisce esattamente queste indicazioni. Piatti curatissimi e alquanto intriganti. Scorrendo il menù (con diversi ingredienti presidio Slow Food) vien voglia d’assaggiare tutto. Maccheroncini di basilico con lardo di Colonnata, porri stufati e pecorino, oppure petto d’anatra con salsa al Porto e miele d’acacia, solo per dirne due. Carta dei vini intelligente. Sicuramente tra i primi tre ristoranti della città.

Primo, secondo, acqua, vino, dolce e caffè: 35-40€.

Voto: 7/8

Ristorante  Carlo Govi – Viale Gorizia, 13, (MN)

Nessun commento

Buona Forchetta – Masaniello

Al posto del vecchio Apericena, in Valletta Paiolo c’è un nuovo locale. Immutato l’arredo, mutato l’accento. La cadenza napoletana ha preso prepotentemente il posto del dialetto mantovano. Masaniello è infatti specializzato nella cucina campana. Innanzitutto pizza alta, discretamente gustosa. Ma soprattutto fritti di ogni tipo, non unti e squisiti. Imperdibile l’antipasto “cuoppo”: un mix di frittura di pane, verdure, polenta. Molto appetitosa anche la frittura di pesce, calamari o paranza che sia, asciutta e freschissima.

Se si vuole cambiare un po’ e ammazzarsi di fritto, questo è il posto giusto. Non ho pagato io, quindi non conosco il prezzo della cena.

Il giudizio si riferisce unicamente alla qualità del mangiato. Voto 7,5

Trattoria Masaniello – viale Sabotino 13, Mantova

2 Commenti