Archive for category Attualità
L’ometto tigre
se lo incontri gran paura fa,
il suo volto ha la maschera,
Tigre – Tiger Man!
Tigre – Tiger Man! Tigre – Tiger Man! “
(dalla sigla del cartone L’uomo Tigre)
Un tigrotto di Arkan qualche sera fa a Marassi è rimasto ore sulla recinzione dello stadio, prima di una partita che non si è mai giocata. Come si possa mostrare le braccia piene di tatuaggi e pensare che un passamontagna in faccia impedisca il riconoscimento, rimane per me un mistero indecifrabile. In ogni caso l’impavido ultrà è rimasto parecchio tempo indisturbato, a tagliare la rete di protezione, con tronchesi e petardi alla mano.
Vogliamo le bombe sugli aerei militari e non riusciamo a tirare quattro manganellate ai piedi di un imbecille qualunque?
Paradossi autentici
Anche se non l’ha scritto Michele Serra, ma il sottoscritto, questo post potrebbe trovare posto nella sua Amaca.
Un benefattore anonimo regala una casa a un ministro della Repubblica. Uno stato dell’UE stringe un accordo ufficiale con un dittatore. Un governo europeo festeggia un accordo internazionale trasportando in aereo trenta cavalli. Uno studente del nord non riesce ad essere promosso e corre a diplomarsi nelle scuole del sud; poi diventa Ministro dell’Istruzione. Un Capo di Stato europeo ultraottantenne detrae dal fisco l’assicurazione per il bungee jumping. Un sindaco riempie con i simboli di partito una scuola e chiede 30000 euro allo stato per rimuoverli. La stampa divide per mesi l’opinione pubblica sull’autenticità di una cucina componibile Scavolini. Una modella di calendari di Max censura una pubblicità dove appare un corpo nudo, ritenendola “irrispettosa”. L’estrema sinistra ha un leader omosessuale. La Corte di Giustizia federale sentenzia sul fatto che “Porco Diaz” e “Zio cane” siano o meno bestemmie. In una città terremotata, un premier europeo racconta barzellette e bestemmie davanti alla telecamera. Un grossista di pesce è nominato esperto di edilizia carceraria. Il capo dell’opposizione di un paese europeo è il sosia della Signora Coriandoli. Un ex sindaco comunista si scaglia contro un ex neofascista, reo di “favorire il comunismo”. Un capo di governo europeo operato alla prostata si vanta di andare a puttane. Un aereo di stato ha volato per 37 ore al giorno. Un calciatore che guadagna 750.000€ al mese, minaccia lo sciopero. Un toelettatore di cani, condannato per aver torturato, mutilato e ucciso un pugile, fa il fattorino per uno studio legale. Un ingegnere di Lecco, dichiara che non si dovrebbero frequentare politici collegati a società off shore, ma è viceministro di un governo con un premier che ne possiede 64. I prezzi delle mense del Parlamento sono più bassi di quelli della mensa dei netturbini di Venezia. Un corista di San Pietro procaccia incontri omossessuali per i vertici dei Lavori Pubblici. Il principale tg nazionale riserva i titoli d’apertura dell’edizione serale al cane caduto dal traghetto, al museo del pomodoro e alla super peperonata di Carmagnola.
Una di queste notizie è falsa. Quale?
Bucolica difesa
(F. De Andrè – Via del Campo)
Singolare linea difensiva dei legali di Sgarbi, sotto processo per aver apostrofato Travaglio come “pezzo di m… tutta intera”. Gli avvocati difensori hanno impostato la loro arringa sull’idea che il letame non avrebbe affatto connotazione negativa, rappresentando anzi un elemento fondamentale della natura che “fa bene al corpo e anche all’anima”. Secondo questa tesi, dunque, l’epiteto “pezzo di m…” non può costituire offesa. Testualmente: “voleva far capire comunque che da Travaglio sarebbe nato qualcosa (per esempio un partito politico) tanto che egli un giorno avrebbe avuto un futuro con la destra liberale, facendo financo concorrenza a Berlusconi proprio perché è un pezzo di m… tutta intera e non un diamante”.
Verrebbe da ribattere che sono delle “emerite teste di c…”, inteso come nobile organo che genera la vita, apparato sacro da cui si origina l’esistenza.
Consigli per gli acquisti
A quanto pare l’argomento “fotovoltaico” è attuale un po’ ovunque, non solo nel dibattito politico di Volta. L’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha censurato i manifesti che promuovevano la realizzazione di impianti a Milazzo (Messina), suscitando prevedibili reazioni.
Provvedimento legittimo, certo. Una donna in perizoma su un pannello, preceduta dallo slogan “Montami a costo zero” non è esattamente il massimo dell’eleganza. L’immagine, prima ancora di contrastare con il Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale (violazione dell’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona), contrasta con i più elementari principi di buongusto. Va bene la libertà d’espressione, ma un minimo di decenza va garantito.
Nella vicenda, però, stona la decisa presa di posizione del Ministro Carfagna subito favorevole al blocco della campagna pubblicitaria. “Il Ministero è sempre in prima linea contro le pubblicità poco rispettose della dignità dell’individuo – quasi sempre riferite alle donne – o che incitano alla violenza…”. La Carfagna sembra scordarsi degli albori della propria carriera, quando per fare strada posava nuda per Max è sculettava in tv.
Suggerisco alla holding del fotovoltaico un altro manifesto: una distesa di pannelli sormontata dalla scritta: “Qua una volta era tutta Carfagna”.
Spritz uber alles
I tedeschi hanno scoperto lo spritz. Complimenti! Un popolo dal tempismo davvero eccezionale, considerato che la bevanda ha acquistato fama nei bar italiani da almeno vent’anni.
Trae origine, si sa, dalla dominazione asburgica. I soldati austriaci, non avvezzi al tasso alcolico del vino consumato pesantemente nelle osterie, erano soliti farlo allungare con l’acqua (“spritzen” in tedesco significa spruzzare, schizzare). Divenne celebre nelle osterie del Veneto, come aperitivo degli studenti, negli anni in cui anche il sottoscritto frequentava Piazza delle Erbe a Padova. Un fenomeno sociale.
Preferisco ritenerlo una moda, giacché nessun buon bicchiere di vino potrà mai essere sostituito da aperol e similia. Una volta ordinai uno spritz in un locale di Salò e la cameriera rispose: “Mi dispiace, ma non lo serviamo. Il mio titolare è contrario a rovinare il vino”. Aveva ragione.
Ora anche i tedeschi sembrano apprezzare. Da moderati buongustai e fini cultori quali sono, lo dragano più della birra. E stando a quanto riportato sui quotidiani di questi giorni, ormai viene servito anche in Germania, talvolta con l’aggiunta di frutti di bosco congelati (bleah!).
Addirittura la Hofbräuhaus, la più antica birreria di Monaco dove Hitler era solito tenere i propri comizi, l’avrebbe inserito nel menù, tra una pils e un pretzel. Dannata globalizzazione!
I'm goin down
“Well lately when I look into your eyes
I’m goin down, down, down
I’m goin’ down, down down”
(B. Springsteen – I’m goin’ down)
Tra i tagli della manovra in atto ci sarà quello degli assegni d’invalidità. Sulla carta un provvedimento sacrosanto, perché due milioni di invalidi sono un po’ troppi e al sud ci sono quattro pensioni e mezzo ogni cento abitanti. Falsi invalidi d’autore: casi di ciechi con la patente o mutilati con la bicicletta, le cronache moderne grondano di episodi grotteschi.
La sforbiciata però non entra troppo nel merito e si limita ad alzare la soglia di accesso al vitalizio: avrà diritto all’assegno solo chi raggiunge l’85% di invalidità (prima era il 74%). Bene.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap dichiara che “quasi tutti i 38mila down italiani hanno un handicap riconosciuto del 75%”. La forbice cieca poterà evidentemente anche loro. Nessun assegno, nessun contributo.
Il rischio di questi provvedimenti populisti è di confondere il sentimento con la ragione. Quello cioè di attuare rimedi peggiori del male, in nome di un’etica fantasma. Chi ha familiari down, ha il diritto di sentirsi giù.
Piccoli terroristi crescono
Continuano gli esperimenti del sottoscritto per testare il livello di sicurezza degli aeroporti italiani. Oggi pomeriggio ho scambiato carta d’imbarco e documento d’identità con un collega e indovinate… entrambi abbiamo superato brillantemente il controllo per l’imbarco sull’aereo! Non parlo dei controlli di sicurezza, già abbondamente messi in ridicolo (una volta sono riuscito a passare anche senza mostrare il biglietto), parlo di quando l’hostess ti stacca la carta d’imbarco e ti manda sul pullman, guardandoti in faccia e dicendoti: “scaletta dietro, buon volo“. Che spettacolo!
Dunque chiunque potrebbe fare il biglietto a nome “Mario Rossi” e salire sull’aereo. E tutto l’apparato vigilante e le procedure di controllo sono un enorme circo.
San Toro
La notizia è che Santoro lascia la Rai. Rocambolesco epilogo di mesi di battaglie, combattuti anche e soprattutto nella sanguinosa arena della sua trasmissione. Una corrida estenuante, che ha sempre visto il Toro braccato dai toreri, ed il pubblico diviso, a tifare per l’uno o per gli altri. Parole grosse come diritto d’opinione e d’espressione, o come libertà d’informazione.
Non è stato epurato dai vertici, né dal Consiglio dei Ministri. Non è stato cacciato dal pubblico e neppure dal Cda dell’azienda. Non si è dimesso per fronteggiare attacchi personali o per chiarire accuse scomode. Più semplicemente, è stato comprato. Una buonuscita milionaria (si parla di 2,5 – 2,7 milioni) per lasciare il disturbo. Nessuna battaglia giudiziaria, nessuna congiura mortale, ma solo moneta sonante. Come si fa con i mercenari, paladini di guerre a scopo di lucro non d’ideale.
Non ho sentito la sinistra gridare allo scandalo, né chiedere spiegazioni. Solo qualche timida difesa, dell’uomo (assurto a santo), “costretto” ad accettare questa modica rescissione contrattuale. “Non ne poteva più”, lo giustificheranno poi gli ex difensori della libertà d’informazione.
La verità è che il denaro compra tutto, guerrieri, eroi e finanche i santi.
Cave Anem
Sono 412 i nomi delle persone che avrebbero beneficiato degli interventi edili di Anemone (o Anemóne, come lo chiama Elio e le storie tese). Berlusconi, Scajola, Lunardi, Bertolaso, Mancino. Ma anche capi di gabinetto, di dipartimento, di uffici legislativi, della Protezione Civile e del Ministero della Giustizia, dirigenti Rai, generali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, agenti dei servizi segreti. Giornalisti, registi, produttori. Anche preti e vaticanaglia varia. Un po’ di tutto e un po’ di tutti.
Che in molti si siano affidati alla stessa impresa non è un reato, certo. Il buon impresario lavora sul passa parola dei clienti soddisfatti. Tanti clienti, tanto onore. Permettiamoci però di dubitare.
Ci dicano se tutto questo proliferare di attività edilizie è stato regolarmente pagato, oppure nebbiosamente regalato. E, in quest’ultimo caso, ci dicano anche il perché.
Ho appreso che in Europa una norma impone ai politici di non accettare regalie, se non ti modico valore. Non importa il fine del regalo: se sei un politico non puoi accettarlo. Punto. Norma non ratificata dall’Italia, obviously. Noi siamo europei ad intermittenza.
Per questo sfrontato ballo del mattone, si parla già di campagna mediatica e di maxi complotto. Cicchitto è arrivato a dire che l’elenco dei beneficiari è una vera e propria lista di proscrizione. Visti i tempi e le anomalia italiote, forse voleva dire lista di “prescrizione”.
Effetto nuvola
La nube islandese che ha oscurato i cieli europei ha avuto effetti anche sul mio labile umore.
La carenza di voli, o più che altro l’incertezza degli stessi, mi ha obbligato a sperimentare la freccia d’argento. Nome nobilmente lucente per definire un banale eurostar che in tre ore ti porta da Verona a Roma.
La prenotazione tardiva trova posto solo in seconda classe. Generalmente nei viaggi in treno dell’alba non chiedo altro che dormire per metà, e leggere per l’altra metà. Non chiedo al fato incontri eclatanti con bellezze in cerca d’autore, né di presentarmi illustri compagni di viaggio o simpatici conversatori. Voglio solo starmene in pace.
Invece, mi trovo di fronte un rappresentante di cucine che sotto al tavolino blocca le mie gambe con una borsa tracimante di cataloghi. Di quelli che buttiamo via ogni volta che ci capitano in mano (se sapessimo quante vite hanno rovinato quei cataloghi prima di giungere nelle nostre case, forse ne avremmo più rispetto). Di fianco un professore universitario enorme, che deborda dal bracciolo e non smette di tossire.
Pochi sedili più avanti un neonato si lagna tutto il viaggio, accudito dai genitori che sperano di farlo giocare con il barattolo vuoto degli omogeneizzati (portarsi un ciuccio o un orsetto no, eh?). Dietro, la segretaria della Marcegaglia (dice lei) che sta mezzora al telefono con una certa Nadia per spiegarle come stampare un file da pc. Le gallerie interrompono la complessa spiegazione e ogni volta… richiama. Scopro che domani ha un appuntamento in via Vittorio Veneto 7, che dovrà anche vedersi con un certo Pedrazzoli, che Luciana si occupa della rassegna stampa e che Emma non può rispondere all’ambasciata del Qatar. Sull’altro fianco, dall’altra parte del corridoio, una ragazza risponde a centoventitelefonate dicendo sempre “che il servizio riprenderà a giugno, per ora è sospeso. Grazie, buona giornata”.
Un viaggio infernale. La prossima volta che in treno disturberete i vicini con il telefonino, sappiate che qualcuno potrebbe sparlare di voi su un blog.