L’immagine più particolare che conserverò di Scardeoni è quel suo sguardo serioso, col sorriso pronto appena uno dei due, o io o lui, scatenava l’immancabile battuta. Mi è sempre sembrato un Jerry Lewis più austero, ma con la freddura sempre pronta all’uso. Entravi nella sua edicola e ti guardava mestamente dandoti del lei; poi pagavi e il suo commento sui soldi, sul giornale o su tutto il resto ti rimaneva dentro per l’intera giornata.
Ricorderò sempre anche le mattinate d’inverno, con la nebbia fitta o la pioggia incessante, quand’era possibile incrociare un tubolare a mille marce (mai sentito scalare cos!ì) con sopra un signore imbaccuccato e imbottito ovunque, che faceva il giro del paese, a zig zag per le strade, per portare a tutti le notizie, per consegnare ai voltesi l’irrinunciabile Gazzetta.
Il Sandro è stato anche un grande organizzatore di manifestazioni. Abitava a Goito, ma dava tutto il suo tempo libero a Volta. Quando fondammo l’associazione Agorà (che lui chiamava insistentemente ed insopportabilmente Àgora), mi diede un sostanziale aiuto per ottenere alcuni permessi per l’organizzazione di una caccia al tesoro.
Personaggio generoso, divenuto un po’ malinconico negli ultimi anni probabilmente a causa della malattia. Ma per noi, che siamo cresciuti all’ombra del suo tendone nelle domeniche estive, rimane un grande uomo.