Al raduno delle camicie verdi in Val Brembana, Umberto Bossi ha usato un linguaggio nuovo, quindi sorprendente, per arringare la piccola folla di fedelissimi giunta per dissetarsi alla fonte del Senatùr. Pacatezza in tema di federalismo: non più lotta strenua alle istituzioni centrali, condita da invettive più o meno ortodosse, ma “metodo democratico”. Autonomia da raggiungere solo tramite il sistema, non sbaragliandolo con qualsiasi mezzo. Parole sorprendenti anche in materia di indulto, considerato la via di salvezza, da offrire ai carcerati, nella speranza che non delinquano più.
Questa svolta buonista del vertice leghista rischia di partorire due effetti.
Un primo effetto positivo è la riduzione dell’estremismo e della radicalizzazione del partito e del conflitto politico, di cui la Lega stessa è parte attiva. L’evidente tentativo di convergenza al centro per accaparrarsi elettorato moderato (i partiti che stanno agli estremi non hanno svantaggi nel convergere: gli elettori più oltranzisti non potranno fuggire oltre, mentre giungeranno nuovi moderati) comporta per definizione un riequilibrio delle posizioni: gli eccessi si attenueranno ed il dibattito convergerà sui temi tradizionali e più condivisi. Sarà dunque più semplice discutere le riforme da fare e le scelte da prendere, dal momento che ci sarà meno spazio per gli scontri tra posizioni antitetiche ed opposte.
L’effetto contrario, e negativo, è che paradossalmente la scelta del “metodo democratico” da parte della Lega renderà meno democratico il Parlamento. La convergenza del partito di Bossi segnerà uno spostamento dell’asse politico-partitico interno alle Camere. In sostanza verranno rappresentate in maniera minore le posizioni degli italiani più estremisti, che non potranno scegliere altri partiti più radicali, perché inesistenti. E un Parlamento che fatica a rappresentare tutte le posizioni, che soffre di un deficit di rappresentanza, è un Parlamento debole.
Questo potrebbe essere il doppio effetto portato dal vento della nuova Lega. Ma per ora è tutta mia fantasia.
Il doppio effetto di una Lega nuova
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