Lo scorso lunedì la signora Luciana Valbusa ha inviato una lettera alla Gazzetta di Mantova, per manifestare pubblicamente il suo disappunto. Queste le sue parole.
Caro Direttore,
giorni fa, esattamente il 28 giugno, si è svolta una bella rievocazione storica a Volta Mantovana, la serata del “Convivium Voluptatis”. Serata splendida, in una cornice che pochi possono permettersi, tra saltimbanchi, candele, gallerie segrete e suggestioni di ogni tipo. Il bello arriva al momento del tanto decantato banchetto, come al tempo del grande Marchesato; peccato però che nella solenne cena moderna non arrivino nemmeno le briciole dalla cucina. Gli invitati (quelli paganti 35 euro), dopo aver atteso invano con l’acquolina in bocca, se ne sono andati tra luminosi fuochi artificiali, a terminare la serata in pizzeria.
Questi sono fatti reali, effettivamente accaduti. Ciò che più dispiace è che nessuno degli illustri responsabili e degli attenti organizzatori abbia mosso un dito per promuovere le proprie scuse. Pensi se tutta la serata fosse andata a gonfie vele, che begli articoli di gloria e gratificazione sarebbero stati pubblicati sui vari giornali.
Una delle tante persone paganti
Nella stessa giornata un collaboratore della Gazzetta chiama la signora Valbusa, per accertarsi che sia stata lei a scrivere e per capire meglio la dinamica degli eventi. Tra sorrisi e cordialità, tutto procede nella più trasparente correttezza.
Il mattino seguente il giornale non pubblica questa lettera. Al suo posto un articolo, mal confezionato, non firmato e decisamente improvvisato, con cui l’organizzazione (e l’assessore Ughetti) si scusa del disservizio. Inutile che riporti pure quello. Anche la più idiota della menti capirebbe che è stato scritto con Ughetti al telefono e con l’articolo di mia madre davanti agli occhi.
Ora, Gianluca mi dirà che da sempre mi ha messo in guardia su questo atteggiamento scorretto della Gazzetta. E’ vero. Lui lo sa, voi lo sapete, noi lo sappiamo. Prima di difendere la libertà di parola e di denuncia, la Gazzetta pensa a curare i buoni rapporti con chi amministra. La signora Valbusa è imbestialita e tenta di telefonare al quotidiano, io me ne sono fatto una ragione.
Ma la questione è ben altra. Sullo scenario c’è infatti l’atteggiamento arrogante e fanfarone dell’amministrazione e del suo assessore. Nessuna scusa, nessuna giustificazione. Poi però si insabbia la questione (che permettete è davvero di poco conto e piuttosto banale) confezionando un articolo atto a salvare la capra ed i cavoli. Il gioco vale la candela? Valeva la pena gestirla in questo modo, perdendo la faccia anche sulle questioni più stupide?
E’ lo stile dei furbi, di chi ti frega due volte.
Siamo alla frutta ed io comincio ad essere stanco.