“Le sfide nella vita ti aiutano a scoprire chi sei”
(B. J. Reagon)
Una volta eravamo un popolo di allenatori di calcio. Poi col tempo ci siamo evoluti, passando da sismologi e costituzionalisti a virologi ed economisti, con una velocità impressionante. La vicenda degli arresti domiciliari imposti dal Covid-19, infine, ci ha trasformato tutti quanti in esperti sociologi. Sappiamo esattamente come funziona il mondo e prevediamo alla perfezione la direzione che prenderà la società negli anni futuri. È unanime la sentenza secondo cui “questa esperienza cambierà per sempre la nostra esistenza”.
La sfida della quarantena, o comunque del virus in generale, racchiude in sé una miriade di altre sfide intrinseche. L’arrivo di difficoltà economiche, il cambiamento di abitudini, la trasformazione dei nostri rapporti sociali e… molto altro ancora. Sfide nella sfida, o sfide nella sfiga, a seconda dei punti di vista.
Pensando al nostro piccolo paesello di provincia, mi incuriosisce scommettere sulla crescita delle consegne a domicilio. Settemila anime abituate da sempre a recarsi nei negozi, senza nessuno esercizio che effettui recapiti a casa. La prima ed unica pizzeria con consegna espressa a Volta Mantovana ha giusto un paio d’anni. Prima di essa, il nulla assoluto.
In questi giorni abbiamo giocoforza assistito all’evoluzione delle specie “negozio”: per necessità i ristoranti e gli alimentari si sono reinventati fattorini e pony express. Ma si tratta di un fuoco di paglia, necessario a tamponare l’emergenza di qualche mese, o di una vera e propria riorganizzazione dei servizi? La risposta sta evidentemente nella durata dell’isolamento.
Per il nostro paese rimane comunque un duello intrigante, tra l’evoluzione di un intero settore commerciale e la sua definitiva condanna al provincialismo.