Qualche sera fa ho osservato con estrema attenzione il confronto tra i due candidati premier alle imminenti elezioni politiche. Lascio ad altri lâanalisi ed il commento dei contenuti espressi, delle promesse e delle accuse, limitandomi a fare unâosservazione di forma, più che di sostanza.
Dal loro âfaccia a facciaâ ho avuto ancora una volta la conferma di una tesi diffusa (non solo mia, per carità ) che sostengo da tempo. Ovvero che entrambi i candidati siano inadeguati oggettivamente e soggettivamente a ricoprire il ruolo capo-coalizione e quindi di ipotetico primo ministro.
Berlusconi rappresenta il partito più grande del centrodestra, ma Forza Italia non ha mai effettuato unâelezione allâinterno di un proprio congresso. Il suo potere deriva direttamente da se stesso: questa sarà pure unâunzione lecita, ma di certo non democratica.
Prodi non rappresenta alcun partito. Eâ stato impalmato come leader di una coalizione, operazione che con il sistema elettorale proporzionale lascia un poâ il tempo che trova. Al contrario del suo dirimpettaio, è stato eletto dal popolo del centrosinistra, tra una schiera di possibili candidati. In questa schiera che si presentava alle primarie dellâUnione mancavano Fassino, DâAlema, Rutelli, e molti altri⦠Alla farsa delle primarie si è cercato il plebiscito per un candidato già candidato. E plebiscito è stato.
Sul piano soggettivo, ovvero legato più strettamente alle peculiarità della persona, Berlusconi appare inadeguato soprattutto perché non è un politico. Questo dettaglio spesso coincide con una qualità , ma nel suo caso lâincombenza degli interessi extra, quelli personali, cozza troppo con quelli dellâazione di governo. Sappiamo che il problema è vecchio e noto. Rimane tuttavia anche attuale. Sfuggendo allâetichetta di politico di professione poi, sfugge anche ad ogni regola e protocollo che la politica richiede. Esternazioni, superamento di limiti, imposizione di ordini sono gli esempi più lampanti. à sostanzialmente cosa altra, rispetto al candidato ideale.
Soggettivamente Prodi è certamente più idoneo, benché la sua difficoltà a comunicare, a fare sintesi e la sua âa-politicità â (uomo che ha frequentato i salotti dellâeconomia, non quelli della politica attiva) non lo rendano il modello completo del premier perfetto.
Indipendentemente dalle posizioni ricoperte e dalle idee professate, ritengo che Fini e Fassino sarebbero candidati più naturali a rappresentare le rispettive coalizioni. Politici scafati e capaci, radicati nel pensiero delle proprie parti e prototipi chiari di centrodestra e centrosinistra. Non vie di mezzo, non prestanome, non âbelle facceâ da rappresentanza, non premier per se stessi.
Questi sono i candidati che vorrei. Per lo meno non si darebbero lâun lâaltro dellâidiota o dellâubriaco.
I candidati che vorrei
- Ancora nessun trackback
#1 by Paio at 6 aprile 2006
Nel 2011 (o forse un po’ prima) i candidati saranno probabilmente quelli che hai individuato.
Questo si verificherà se Berlusconi fra pochi giorni perde davvero le elezioni (anche al senato), se Forza Italia perde decisamente voti a favore di An e Udc e soprattutto se il centro sinistra vince le prossime comunali a Milano (non è fantascienza).
Se si verificano almeno parte di queste condizioni credo che gli altri leader del centro destra dovranno necessariamente chiedere a Berlusconi di cominciare a farsi da parte. E sono convinto che ne trarrà giovamento l’intera politica italiana. Non sto parlando da elettore di centro sinistra, mi pare di essere abbastanza obiettivo: con un Fini o un Casini o Follini candidati premier avremmo avuto una campagna elettorale molto più rilassata e centrata almeno minimamente su qualche tema concreto.
A questo proposito però ho parecchio da rimproverare anche ai miei leader/candidati: io ho capito benissimo tutti i motivi perché non devo più votare per il centro-destra ma ne ho sentiti pochissimi (e decisamente deboli) per cui dovrei votare centro-sinistra.
Torneremo a votare turandoci il naso.
#2 by Gianluca at 6 aprile 2006
Io avrei voluto Veltroni. Ma l’hanno “silurato” a Sindaco di Roma.