Un referendum superfluo


Sì o No è una scelta troppo secca per gli italiani. Aggiungiamo: sì però, no ma, vedremo, forse e ripeta la domanda
(Altan)

Notizia di oggi: l’Italia affronterà  la Svezia negli spareggi per Russia 2018. È evidente che l’accesso alla competizione dipende esclusivamente dal superamento di questa sfida. Potremmo chiedere agli italiani se vogliono che la nazionale partecipi ai Mondiali, ma la loro risposta sarebbe irrilevante, visto che ogni responso arriverà unicamente dall’esito degli spareggi.

Il referendum consultivo del 22 ottobre avrà più o meno lo stesso effetto della domanda agli italiani sulla volontà di andare in Russia. Il referendum non deciderà assolutamente nulla. Non porterà alla Lombardia alcuno statuto speciale, per il quale sarebbe necessario modificare la Costituzione. Probabilmente spingerà la Giunta Regionale, che tuttavia potrebbe già farlo in autonomia domattina, ad aprire un tavolo con lo Stato per  il decentramento di alcune competenze e delle conseguenti risorse. Quante e quali è impossibile saperlo, giacché nella migliore delle ipotesi saranno frutto di lunghe e complesse trattative. Ammesso poi che le prossime giunte regionali abbiano il medesimo obiettivo.

Il referendum consultivo è un istituto previsto per sondare il parere dei cittadini ed intraprendere le eventuali e coerenti azioni politiche conseguenti. Si chiede ai lombardi se vogliono che la loro Regione richieda allo Stato maggiore autonomia, tramite una procedura prevista dalla Costituzione. Ci mancherebbe. Nessun lombardo dotato di senno e di buona fede può opporsi a questo principio logico e sacrosanto. La Lega però dovrebbe spiegare perché cerca dagli elettori questo mandato. L’elezione stessa della Lega, partito autonomista per antonomasia, non è di per se già un mandato per perseguire maggiore autonomia? O si sta affermando che la maggioranza dei cittadini ha eletto la Lega, ma non vuole avere più autonomia da Roma? La risposta a queste domande retoriche non può che essere che il referendum è strumentale e propagandistico. Ne è la riprova che le stesse procedure per accrescere l’autonomia (terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione che prevede che le regioni con i bilanci in ordine possano chiedere di vedersi assegnate maggiori competenze rispetto a quelle previste) sono già state intraprese da altre regioni. L’Emilia Romagna ha già avviato lo stesso percorso, senza indire un referendum.

Non mi soffermo sui costi di questa inutile operazione di marketing, solo per non cadere nell’ordinario qualunquismo.

Nonostante le premesse, andrò a votare. Fondamentalmente perché sono d’accordo con il quesito, anche se trovo la consultazione perfettamente vana.

refe

  1. #1 by Augusto at 19 ottobre 2017

    Il prossimo quesito referendario sarà in Molise e dice “Volete bene alla mamma?”
    Si prevede un 100% di sì…

  2. #2 by Giullare at 19 ottobre 2017

    :-) Con o senza tablet?

  3. #3 by Erica at 17 novembre 2017

    Invece io non ho votato principalmente per il motivo che hai spiegato.

(non verrà pubblicata)

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