“La fortuna di un popolo dipende dallo stato della sua grammatica.
Non esiste grande nazione senza proprietà di linguaggio”.
(F. Pessoa, La divina irrealtà delle cose)
Leggendo gli auguri pasquali di Razzi su Twitter, sarebbe fin troppo facile lanciare la solita invettiva contro la classe dirigente frequentemente e orrendamente ignorante. Scene quotidiane già viste, non è il caso d’infierire. Anche perché molto spesso queste débâcle grammaticali nascondono vere e proprie strategie, alla ricerca disperata di pubblicità e popolarità. In queste scelte di tattica politica, la dignità e la decenza diventano beni di ultima necessità.
In tutto il marasma legato all’ultimo augurio di Razzi preferisco di gran lunga sottolineare la risposta di un accorto follower: “Ha squola come andava senatore?”