Lo stilnovo di Renzi ha fatto scuola. La moda gentile di stringere ampie alleanze impazza anche a livello locale, negli strati più bassi e popolari delle istituzioni. Si basa sull’idea bizzarra che qualsiasi addendo si possa sommare, che anche gli opposti politici possano unirsi e congiungersi in un abbraccio fraterno, nel nome di un’opinabile e scompigliata santa alleanza. Per il bene di tutti, ovviamente.
Siamo cresciuti, e quello che una volta si chiamava “inciucio” oggi si chiama “senso di responsabilità”.
Nei bar e nei giornali locali si vocifera di un imminente accordo tra gli estremi politici di Volta Mantovana, in vista delle prossime elezioni amministrative. Accordo contronatura, che inaspettatamente vedrebbe congiungersi le fazioni più lontane dell’assemblea comunale, quelle che negli ultimi vent’anni si sono date battaglia (politica) tra i banchi diametralmente opposti del Consiglio. Opera dei massimi rappresentanti dei due sistemi, che in barba all’opinione delle proprie basi, starebbero architettando un insolito accordo elettorale. Accordo che sinceramente fatichiamo a comprendere fino in fondo.
La parola d’ordine è “bene comune” ed il cittadino dovrebbe gioire di fronte a tanta magnanimità. Ma il dubbio rimane. È il sospetto che questo enorme sforzo per accantonare le divergenze possa in realtà celare obiettivi poco nobili e poco convergenti con l’interesse collettivo.
Ci auguriamo che il fine sia davvero l’interesse pubblico, e che gli interessi privati esulino da questa scelta avventata. Ci auguriamo che l’unione degli opposti non sia finalizzata a raggiungere semplici favori di parte. Ci auguriamo che le larghe intese non si trasformino in larghe imprese, dove solitamente il lavoro di molti avvantaggia il tornaconto di pochi.
(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.49)