(Z. Bauman, La società sotto assedio)
Dopo che sono morte 311 persone è tornato in auge il dibattito sulla Legge Bossi-Fini.
Dal 2002 questa legge disciplina le politiche sull’immigrazione in Italia. In sintesi prevede:
– Espulsioni immediate con accompagnamento alla frontiera per gli immigrati irregolari;
– Permesso di soggiorno solo con certificato di lavoro;
– Restrizioni nella durata del permesso di soggiorno e dei criteri per restare in Italia;
– Ammissione dei respingimenti effettuati in acque extraterritoriali;
– Istituzione del reato di immigrazione clandestina (dal 2009);
– Istituzione del reato di favoreggiamento: chi aiuta i migranti è complice del reato d’immigrazione clandestina (reclusione fino a tre anni, multa fino a 15.000 euro per ogni persona “favorita”);
– Obbligo di rilevamento e registrazione delle impronte digitali.
Banalmente osservo che queste ratio soppressive non hanno sortito effetti positivi. I migranti continuano ad arrivare, molti continuano a morire e molti altri continuano a delinquere.
In un paese che cambia la legge delle pensioni in un fine settimana e che in quarantottore depenalizza il falso in bilancio, forse un po’ di spazio per modificare almeno parzialmente questa legge si potrebbe trovare. Ma forse conviene a tutti continuare a parlare e basta.