A PARER MIO – La banda del buco


Da qualche mese sulle strade comunali sono apparse numerose voragini. Squarci senza fondo nell’asfalto, più appropriati alle piste da motocross che alla viabilità urbana. Mentre le utilitarie fanno gli slalom, i suv non se ne curano affatto e ci finiscono dentro apposta, allargando ulteriormente il perimetro dei crateri. Cicli e motocicli si affidano più semplicemente all’intercessione dei santi protettori… è quel che chiamano “prendere una cattiva strada”.

Gli esperti dicono che sia colpa del lungo inverno, delle frequenti piogge, del gelo e dei mezzi pesanti. Ma spiegare così le strade dissestate, sarebbe troppo facile. Se attribuissimo la responsabilità dei buchi nell’asfalto unicamente agli eventi atmosferici dei mesi scorsi, rischieremmo di sottovalutare il problema, relegando la questione in cavalleria. La genesi dei percorsi ad ostacoli risiede certo nell’inclemenza del meteo, ma qualche attenzione amministrativa in più avrebbe potuto alleviare il fastidioso disservizio. Se c’è una qualche “banda del buco”, che raggruppa tutte le cause all’origine dei lunghi disagi, essa deve comprendere sia il maltempo che il malcostume. Il malcostume istituzionale di rimandare le decisioni, di “mettere la toppa” (è il caso di dirlo), di girare attorno al problema, o meglio… attorno al buco. Complici ovviamente le difficoltà del bilancio, anch’esso sempre più bucato, ed i frequenti tagli alle risorse comunali. Tagli che ormai risultano determinanti anche per il mantenimento delle strade e dell’incolumità pubblica.

Da qualche settimana si è fortunatamente deciso d’intervenire, turando perlomeno i crepacci più grandi e rappezzando le buche più insidiose. Laddove conviene tappare, si tappa, in altre circostanze è previsto un intervento più strutturale, con asfaltatura quasi totale della carreggiata. È il caso, ad esempio, di viale Marconi, direttrice fondamentale della viabilità voltese, il cui manto stradale risulta da tempo compromesso.

Soldi, soldi e ancora soldi. La manutenzione delle strade, ordinaria e straordinaria che sia, costa e richiede continuamente denari alle risicate casse comunali.

Oltre al rimedio, però, si dovrebbe pensare anche alla prevenzione. Se è vero che rammendare il buco semplicemente con ago e filo è diventata un’abitudine costosa e spesso inefficace, è altrettanto vero che molte toppe si potrebbero evitare, semplicemente confezionando un abito di qualità e non liso già in partenza. Un esempio per tutti: piazza XX° Settembre, zona centralissima e congestionata dal traffico, che è stata lastricata di porfido qualche anno fa. Richiede perennemente interventi di manutenzione, evidentemente a causa della qualità del materiale posato e del traffico pesante che vi passa sopra (furgoni, pullman, camion). Solo nel biennio 2011-2012 la manutenzione delle buche sul tratto lastricato è costata 35.000 euro, ma lungi dall’aver risolto il problema, nuovi buchi continuano ad affiorare. Un buco che si morde la coda. Non valeva la pena prevedere materiali diversi, oppure la doppia scanalatura per gli pneumatici? Oppure la modifica almeno parziale della viabilità, che limitasse in qualche modo il transito dei veicoli più pesanti?

La lungimiranza delle scelte amministrative spesso mal si sposa con le necessità del momento. E così la banda del buco aumenta i propri adepti e oggi non rimane altro.. che metterci una toppa.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.47)

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