Voltagabanelli


Quello stesso demonio furbo e voltagabbana, quel demone che sempre rompe ogni parola data e un giuramento al giorno, colui che la spunta su tutti, su re, mendichi, vecchi, giovani, fanciulle, quel bel signore sorridente e suasivo, l’Interesse; sì, l’Interesse la molla dell’universo.”

(O. Wilde)

Dopo averla candidata alla Presidenza della Repubblica, gesto peraltro azzardato e populista, il vertice del Movimento 5 Stelle ora volta la spalle alla Gabanelli.

Galeotta l’ultima puntata di Report, in cui la giornalista pone grossi dubbi sulla trasparenza della gestione finanziaria del Movimento. A tre mesi dalle elezioni, mentre ancora si discute sugli scontrini dei grillini, permangono forti perplessità sulla rendicontazione dei fondi ricevuti per la campagna elettorale e sui proventi pubblicitari del blog, destinati più che altro all’impresa di Casaleggio. Emerge, forte, il sospetto che dietro il paravento del movimento politico si celi in realtà un marchio dalle uova d’oro, capace di produrre ricchezza esponenziale per pochi intimi. Ciò fa ancor più male, se accade in casa dei paladini della trasparenza e del bene comune.

È evidente che per smitizzare, e forse smascherare, il fenomeno Grillo, occorre evidenziarne i limiti e gli errori lampanti. Questo è quello che dovrebbero fare i buoni giornalisti ed i buoni politici.

Il Pd, invece, applica la strategia opposta. Brandisce la solita arma bulgara dell’epurazione, proponendo un disegno di legge (Finocchiaro – Zanda) che impedirebbe ai movimenti di partecipare alle elezioni. Ma questi non erano gli stessi che ammonivano le leggi ad personam?

  1. Ancora nessun commento.
(non verrà pubblicata)

  1. Ancora nessun trackback