È facile lasciarsi coinvolgere emotivamente dalle gesta sportive di Oscar Pistorius, l’atleta disabile che è riuscito a competere in una gara di velocità con sportivi normolinei. Sorprende la sua vigoria fisica ed ancor prima la forza psicologica che lo ha spinto a questi sorprendenti successi. Si comprende benissimo anche il suo desiderio di riscatto, che gli ha regalato prima un sogno e poi la possibilità concreta di realizzarlo.
Tuttavia i sentimenti di empatia e di pietas umana non possono offuscare in alcun modo la razionalità e l’oggettività della questione in ballo. Pare, ed in ogni caso occorrerà verificarlo per bene, che le protesi dell’atleta riescano in qualche modo a favorirne le prestazioni. Un vantaggio di attrito, o un’agevolazione di spinta… poco importa. Il punto è che l’atleta sudafricano non può essere equiparato ad uno sprinter “normale”. È scomodo ammetterlo, ma non si può biasimare la federazione internazionale che per ora si è pronunciata per la sua esclusione dai giochi olimpici. Non ha, nè può avere, le caratteristiche di idoneità per gareggiare nelle competizioni tradizionali. Ma l’opinione pubblica, trascinata da furenti sentimenti di filantropia, sponsorizza le ragioni dello sportivo. Il Tg1 lancia addirittura un sondaggio per perorarne la causa.
Perché tacciare di intolleranza chi ne chiede l’esclusione? Per una volta bisognerebbe superare l’emotività del momento ed essere più oggettivi. Vogliamo Pistorius alle olimpiadi perché è giusto e lecito che partecipi, o piuttosto perché ci fa tenerezza vederlo correre con le gambe in carbonio?
Scegliere sotto l’impulso della pietà che il suo caso umanamente suscita, non significa forse discriminarlo ancora di più, impedendogli un trattamento da persona davvero normale?
La gara di Pistorius
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#1 by Erica at 18 luglio 2007
Personalmente non provo pietà per Oscar Pistorius, né tenerezza o compassione, provo invece tanta, tantissima ammirazione.
Lo stimo molto perché fin dalla nascita sta combattendo contro la sfortuna, contro un destino crudele che ha voluto che nascesse senza entrambi i peroni e per questo, quando aveva 11 mesi, gli sono stati amputati i piedi.
Quando ho visto le sue speciali protesi che gli permettono di correre, ho pensato che chi le avesse ideate fosse un genio. Ho scoperto poi che fu lui stesso a progettare e a realizzare le prime lame utilizzando le pale degli elicotteri. Poi passò al carbonio.
Pistorius è un esempio per tutti, un esempio di coraggio, di umiltà, di forza d’animo, di tenacia.
Lui, che ha 21 anni, è un esempio soprattutto per i giovani di oggi. Per quei giovani che fuggono dalla realtà cercando rifugio nelle droghe, nell’alcol. Certo, sarebbe stato più semplice piangersi addosso, disperarsi, cercare la compassione altrui, invece no, lui ha scelto di vivere, ha scelto di realizzare il suo sogno, ha scelto di tentare l’impresa che la natura gli ha impedito di vivere, l’impresa di camminare e poi quella di correre.
Come lui sono da ammirare tutte le persone che ogni giorno lottano per poter fare quello che per noi normo dotati è scontato.
Ora, la questione che sta interessando la federazione internazionale e l’opinione pubblica in merito alla presenza o meno di questo speciale atleta ai giochi olimpici, è sorta dal fatto che a differenza degli altri atleti diversamente abili, Pistorius ha espresso la volontà di gareggiare contro atleti cosiddetti normali. Dov’è il problema?
E’ lui quello svantaggiato, o no? C’è chi dice che sia bionico perché ha degli arti artificiali. A questa affermazione lui risponde che è solo un uomo. Io direi, un grande uomo.
Se fossi in lui risponderei: “Facciamo cambio? Tu mi dai le tue gambe, io ti do le mie protesi.”.
Come si può pensare che sia avvantaggiato quando ogni volta che appoggia la lama a terra deve cercare il giusto equilibrio per non cadere. E lo deve fare ad ogni passo.
Come si può pensare che sia favorito quando una curva costituisce per lui un grosso problema.
Vorrei vedere chi farebbe cambio con lui, sapendo che ogni mattina per scendere dal letto devi agganciarti delle protesi, normali o speciali che siano… poco importa.
Quindi, per rispondere al quesito, ritengo che sì, è lecito che Pistorius partecipi alle olimpiadi, se lui se la sente di sfidare atleti fisicamente più e meglio dotati di lui.
E comunque lui non è una persona normale, è una persona speciale, una persona superiore a molti di noi.
#2 by admin at 20 luglio 2007
Non è questione di fare cambio.
Se facesse il record del mondo, sarebbe corretto (non dico “giusto”, dico “corretto”) omologarlo?
Lo ricorderemmo come il record del mondo di “quello con le gambe in carbonio” e lo affiancheremmo al record del mondo di una persona “normale”, mantenendo un’ovvia distinzione. Ne faremmo quindi un’ulteriore discriminazione.
#3 by Gianluca at 21 luglio 2007
Quello che noi faremo non conta. Quello che lui è stato ed è conta molto di più.
Sono d’accordissimo con Erica.
#4 by Erica at 21 luglio 2007
Certo che la questione non è “fare cambio”, è una provocazione la mia.
E’ facile dire è favorito, anche se non so come sia possibile, quando ci si limita ad osservare una corsa, ma che dire di tutto il resto della sua vita? Pensiamo alle cose più banali, alla vita di tutti i giorni. Dov’è che è avvantaggiato?
E la questione non è nemmeno se discriminarlo o meno dal momento che è nato diverso da tutti gl’altri. Sarà sempre diverso, qualunque cosa faccia, in qualsiasi ambito. E allora per questo, per non essere considerato diverso deve rinunciare a vivere???
Ed infine, osserva che la federazione internazionale escludendolo dalle olimpiadi non sta tutelando lui bensì tutti gl’altri atleti in gara.
#5 by andrea at 23 luglio 2007
non vorrei essere egoista ma vorrei fare notare una cosa…. ah questo punto potrei arrivare a giustificare il doping…. esempio mettiamo il caso io sia un ciclista americano che dopo aver sconfitto una malattia mi viene concesso di utilizzare certi farmaci proibiti ad altri e casualmente vinco 7 tour de france a fila…. grande…. sono stato grande…. mettiamo il caso che io come hobbie ho la corsa e casualmente assumo sostanze che altri non possono prendere e casualmente vinco il titolo provinciale di campestre e mi trovano sono dopato e vengo squalificato 2 anni e additato come mostro!! purtroppo ci sono cose dure da accettare e che non si possono spiegare…. a me pistorius sta molto simpatico e ammiro il suo coraggio e la sua forza d’animo ma non sono totalmente d’accordo!! dandogli quella possibilita’ non escluderei che in futuro atleti limitati ma privi di scrupoli arrivino a farsi tagliare arti o trapiantare organi solo per vincere medaglie o stabilire record….
ricordatevi le autoemotrasfusioni che mi ricordi io nascono ancora negli anni 80 i vari moser pizzolato ecc ecc…. allora erano legali….
#6 by paio at 26 luglio 2007
Avevo il proposito di intervenire anch’io
ma dopo quello che ha detto andrea non ho altro da aggiungere e mi limito a sottoscrivere il suo post dall’inizio alla fine.
Solo un’aggiunta un po’ OT:
dopo le belle notizie di ieri sera dal Tour io non solo “potrei arrivare a giustificare il doping”, io voglio che venga legalizzato, che tutti quegli scagati di ciclisti si ingozzino di ogni porcheria e che crepino prima dei 30 anni.
Ancora troppo buonista?
#7 by andrea at 26 luglio 2007
concordo!! a questo punto legalizziamolo!! almeno sapranno di farsi del male da soli e ci eviteremmo tanti “coccodrilli” del notiziario studio aperto!!
#8 by Gianluca at 26 luglio 2007
…io mi chiedo come facciate a fare il Fantacalcio sapendo che lo sport sta diventando tutta finzione…
… sport… parola ancora reale?
#9 by admin at 26 luglio 2007
Ehhh… ma non facciamo il fantaciclismo, facciamo il fantacalcio.
(non c’è bisogno di replicare, era solo una battuta)