Tipi da matrimonio


“Il segreto del mio lungo matrimonio? Andiamo al ristorante due volte a settimana.
Ceniamo a lume di candela, musica romantica e qualche passo di danza…
Lei ci va il martedì e io il venerdì.”

(H. Youngman)

Siamo entrati nell’ultima settimana prima del fatidico giorno. In questi mesi non sono mancati auguri, consigli, domande. Grazie.

Quando uno sta per sposarsi però, inevitabilmente deve fare i conti con categorie diversissime di persone che sul tema del matrimonio hanno la loro idea ben chiara. Gente che trasmette più ansia di Amadeus, vicini di casa così buoni e gentili che ti vien voglia di dargli il cinque per mille, ma anche personaggi fastidiosi come una pubblicità di Del Piero. Ho provato a raggruppare alcuni di questi individui in categorie.

Lo psicologo. Ti chiede perché ti sposi e ancora prima che tu possa rispondere, fa la diagnosi della tua scelta: “Sei figlio unico e col matrimonio manifesti la ricerca della condivisione che non hai mai avuto”. In realtà io farei fatica a condividere anche il tandem, ma non contraddico la sua sentenza per paura che mi cada in depressione.

Il Mannheimer. Non sa proprio spiegarsi cosa ti spinga al grande passo. Basa le sue perplessità su un semplice dato statistico: un matrimonio su tre fallisce, uno su tre si barcamena e solo uno su tre è felice. Mentre lo accompagno alla porta, gli faccio notare che il 50% degli italiani si prepara al matrimonio mentre l’altro 50% fa troppi conti.

L’ansiogeno. Ogni giorno s’informa sullo stato avanzamento lavori. Lo fa con domande incalzanti, quasi sempre improntate sullo stato emotivo degli sposi. Io sarei anche tranquillo, ma quando un anno prima si meraviglia che non hai ancora finito di confezionare le bomboniere, a me (che del concetto “bomboniera” conosco solo le virgolette) mette un po’ d’ansia. A tre mesi dal matrimonio fatichi a spiegargli che seppure i tavoli non siano fatti, le partecipazioni non siano spedite, dei fiori non sai che fartene, la situazione è comunque sotto controllo. E allora sei tu che tranquillizzi lui.

Il Giacobbo. Sciorina tutte le catastrofi che arriveranno il giorno dopo il matrimonio. A sentir lui, non potrò più andare al bar, né giocare a calcetto. Basta aperitivi, ferrate in montagna, giri in vespa. Al bando gli amici e le serate Champion’s. Solo domeniche all’Ikea, pomeriggi sotto il plaid a guardare “Amici” e cenette con la Zuppa del Casale e la robiola. Ai confini della realtà.

Il Carlo Conti. Ti chiede se sei sicuro della scelta, se è la tua ultima decisione, se è la tua risposta definitiva. Dopo che hai messo su casa, che hai chiesto un mutuo, che hai elargito caparre a destra e a manca, cosa cavolo vuoi rispondere? “Sì, l’accendiamo!

Il moralizzatore. “Alla tua età era ora che ti sposassi!”. Di per sé il commento non avrebbe nulla di strano. Il fatto è che te lo dice con lo stesso tono dispregiativo con cui ci si rivolge ad un cinquantenne che ha appena finito la scuola dell’obbligo, o a un novantenne che prende la patente.

Il camerlengo. Vuole sapere tutto dell’organizzazione al solo fine di dispensare consigli utili. Non è sposato, non s’intende di eventi, né di cibo, né di foto, né di fiori e nemmeno di come si sta al mondo. Però sa che sono giorni di tensione, che sull’occhiello ci starebbe bene una gardenia, che l’album è bello in bianco e nero, che il menu è meglio farlo semplice, che la carrozza è kitch ma la cabrio è “old”, che la sposa deve arrivare in ritardo e che comunque vada, non accontenterai mai tutti. Senza il suo benestare, insomma, il matrimonio non sa da fare.

L’amarcord. Con la scusa di interessarsi alle tue nozze, azzarda improbabili paragoni con il suo matrimonio, avvenuto nel gennaio 1619. “Siete a posto con le bomboniere? No perché, sai, quando mi sono sposato io abbiamo regalato delle bellissime statuette meteorologiche che già allora costavano tremila lire l’una”. “Dove andate in viaggio? Mi ricordo che noi abbiamo fatto le prime due notti a Venezia e le altre due a Caorle”. Gli rispondo che con l’euro e l’avvento dell’aeronautica, oggi è tutta un’altra cosa.

  1. #1 by Gianluca at 20 maggio 2012

    Ne hai dimenticato uno. Il permaloso (cioè io). Quello a cui hai rubato l’idea dei “tipi da matrimonio” tanto da usare lo stesso titolo che aveva usato lui in un racconto di sei anni fa.

    Tipi da matrimonio
    Luglio 2006

    Domani ho un matrimonio. Non il mio. Sono invitato. Ogni vigilia è un maremoto di pensieri. Questa volta ho provato a pensare ai tipi che si incontrano durante il lieto evento.

    L’elenco è al maschile, ma ovviamente si applica ad entrambi i sessi…

    L’INSICURO: ancora si chiede perché sia lì. Aveva giurato qualche anno fa: non andrò mai più ad un matrimonio. E puntualmente si ritrova in prima fila. A sera farà lo stesso giuramento: non andrò mai più ad un matrimonio. Lo vedremo certamente il prossimo anno.

    LO SCAMBISTA: si aspetta di essere invitato a tutti i matrimoni delle persone che lui aveva convocato alla sua cerimonia. Se questo non accade lo vedi aggirarsi in lontananza, con finta noncuranza, apposta per farsi notare dagli sposi e per ricordar loro appunto che lui se l’è presa a male.

    IL RELIGIOSO: dice: “Vengo solo alla Messa, perché è quella che più conta! Tutto il resto è solo un accessorio”. E così la faccia è salva. Poi però non attende altro che qualcuno insista e allora cede, in nome dell’amicizia.

    LO SCONOSCIUTO: beh, c’è sempre qualche infiltrato, no?

    IL MODELLO: matrimonio nuovo, vestito nuovo, accessori compresi: scarpe, borsetta, scialle (che ai matrimoni sono all’ordine del giorno), orologio, ecc. ecc. Per lui, ma in questo caso soprattutto per lei, l’occasione è quella di rifarsi il guardaroba. Acquista almeno tre abiti e il giorno della celebrazione non gliene piace neppure uno. Corre quindi a comprarsi l’ultimo grido ad un prezzo pazzesco. Sfila tra i banchi come su una passerella di moda; al banchetto non sta mai al suo posto ma si mette in mostra svolazzando da un tavolo all’altro in cerca di approvazione.

    IL BARBONE: alter ego rispetto al personaggio precedente. Indossa ad ogni evento lo stesso vestito, che è lo stesso che si era comprato quindici anni prima e che aveva usato per il suo stesso matrimonio. Il problema è che si trova perfettamente a suo agio.

    IL NO-GLOBAL: non sopporta i matrimoni per via dello spreco. Non capisce perché si debba mangiare così tanto con tutta sta gente che muore di fame. Controlla le scarpe dei presenti per scoprire sangue di bambini innocenti sfruttati dalla Nike, Reebok, ecc. Intavola convegni sulle bomboniere: gli cala un po’ la pressione solo se sono acquistate al commercio equo e solidale.

    IL CONTRATTISTA: per lui il matrimonio è un contratto. Pensa: “Io pago una quota di partecipazione e quindi me ne devo andare almeno compensato”. Si mette a dieta tre giorni prima per la grande abbuffata, non salta una pietanza, si beve tre sorbetti per sentirsi ancora più vuoto. Al termine si lamenta che gli sposi non hanno organizzato anche una festa solo per giovani dopo il banchetto. Va a casa, si arma di calcolatrice e cerca il break even point (punto di pareggio). Se l’ha raggiunto tutto bene. Se non l’ha raggiunto, parlerà agli amici di quel matrimonio come della “più brutta cerimonia al quale ho partecipato”.

    L’AMLETICO: vive l’attesa dei giorni prima con un’ansia senza precedenti: a chi mi avranno messo seduto vicino durante il banchetto? Elabora le più sconvolgenti teorie e ipotesi; studia qualche trucco per sedersi accanto a chi vuole lui. Si augura che non ci siano già i tavoli pre-assegnati: in tal modo almeno si può disputare una gara a chi arriva prima. Se al tuo tavolo trovi una persona che non parla,che guarda sempre verso altri tavoli con aria di rammarico e che spesso si alza per andare “a salutare gli amici”… ebbene ecco… quello è un amletico.

    IL CHIRICHETTO: facilmente individuabile. È quello che durante la messa: legge le letture, guida il coro suonando organo e/o chitarra, fa le fotografie, porta gli anelli, dà lo scambio della pace a tutti i partecipanti, fa i ringraziamenti, porge le penne agli sposi per la firma, legge i diritti e doveri del codice civile. A volte indossa pure la tonaca. A volte gli fan fare pure la predica. Sicuramente al termine della celebrazione si armerà di scopa per ripulire l’entrata dal riso tirato addosso agli sposi.

    IL PARENTE: di solito si fa chiamare “zio”, spesso viene davvero dall’America. È il personaggio sub-protagonista dell’evento: tutti lo cercano e lui cerca tutti. È un intrattenitore nato. Lo si riconosce perché attorno a lui si crea un capannello di persone ad ogni momento della giornata.

    LE GAREGGIANTI: categoria riservata esclusivamente alle ragazze in età da maritare. Il loro unico obiettivo della giornata è prendere il bouquet della sposa. Si allenano durante la settimana precedente al campo olimpico facendosi lanciare improbabili giavellotti o martelli, ma non tutte sanno che la specialità su cui puntare è il salto in alto. La scena obbligata diventa però di scarso spessore atletico: spesso le gareggianti sono anche delle modelle con vestiti non adatti alla gara.

    PATCH ADAMS: ritiene che un matrimonio sia la migliore occasione per far felici se stessi e gli altri con qualche scherzo. È attivo da almeno un mese prima dell’evento. La sua libreria contiene i due volumi cult: “Scherzi da matrimonio” e “La preziosa guida per le feste di matrimonio”. Prova a coinvolgere tutti gli amici, ma lui è il motore dell’ilarità generale. Si limitasse almeno a prendere di mira gli sposi…

    L’ALBUM DEI RICORDI: sa tutto degli sposi. Ti racconterà che all’età di cinque anni giocava a biglie in spiaggia con lo sposo; oppure che conosceva la sposa fin dall’asilo, dove si erano scambiati pure un bacio di nascosto. L’emblema della categoria è il padrino o madrina del battesimo: avrai una completa mappatura dei nei dei futuri coniugi.

    IL FOTOGRAFO: a parte il fotografo ufficiale, lautamente ricompensato dagli sposi, c’è sempre qualcuno che ha il pallino della fotografia. Si aggira sommessamente, ti affronta, ti chiede un sorriso e click! la foto è fatta. Fotografa di tutto e poi tutto manderà agli sposi nella certezza di far loro un piacere. Lo riconosci, perché mentre il fotografo ufficiale sta facendo la super-mega-irrinunciabile-foto-di-gruppo, lui, dal gruppo, sta scattando un’immagine verso il fotografo. Non ci credete? Provate a controllare la prossima volta.

    LE FAMIGLIE: arrivano ai matrimoni scaricando dall’auto una media di tre/quattro bambini (per l’occasione a volte prendono su pure i vicini di casa, nel qual caso i propri figli dovessero annoiarsi). Li scaricano e basta. Nel senso che poi non se ne prendono più cura, vanno a divertirsi e lasciano le pesti ai nonni, zii, amici, parenti, ecc. ecc.

    IL CURRICULISTA: Parla solo della sua carriera, dei suoi studi, di quello che ha fatto e di quello che farà. Parla dei soldi che prende e ti chiede come mai tu ne prendi così pochi, povero laureato che non sei altro!

    IL TURISTA: potrebbe lavorare in un’agenzia di viaggi. Parla solo di un argomento: della luna di miele. Di quella degli sposi, di quella che ha fatto o che farà. Quando vi dirà che gli sposi tra due giorni alle 14.29 saliranno sull’autobus che li porterà a Machu Picchu, vuol dire che è arrivata l’ora di scaricarlo.

    LA LEGGENDA METROPOLITANA: è quello che trovi nel bagno che sta facendo sesso con la moglie dello sposo.

  2. #2 by Giullare at 21 maggio 2012

    Oltre ad essere permaloso sei anche falso. Questa idea nasce dal sottoscritto con una mail che descriveva le tipologie di invitati al matrimonio, in occasione delle nozze del signor Boselli (ben prima del 2006). La tua, per quanto divertente, è una copia :-)

  3. #3 by Paio at 23 maggio 2012

    Povere le vostre mogli!

(non verrà pubblicata)

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