Ammazziamoci pure, ma con sportività


Seppellito velocemente il morto ammazzato di Catania e dimenticata misteriosamente la rissa al sangue di Valencia, nei mediatici “bar dello sport” tiene banco la vicenda di Mutu. I teatrini dell’informazione accusano l’attaccante della Fiorentina di antisportività. Con un avversario a terra, la colpa del romeno sarebbe quella di non aver interrotto il gioco ed anzi di aver proseguito segnando una rete fondamentale per il pareggio viola. Si scordano facilmente però che l’avversario di turno si è infortunato da solo, successivamente ha ripreso il gioco ed ha terminato la partita, e che Mutu, prima di segnare il gol, ha contrastato e superato altri due difensori.
Per gli infortuni gravi (questo non lo era) l’arbitro ha la facoltà di interrompere in ogni istante il gioco. Tutto il resto è folklore. Folklore solo italico. L’azzoppato, il finto malato o il simulatore non hanno alcun diritto. Invece nel bel paese del garantismo ad oltranza, del perbenismo dilagante, degli indulti silenziosi e dei condoni istituzionalizzati, chi rispetta le regole e non urla “poverino” diventa presto il carnefice, mai la vittima. Chi non interrompe il gioco è “antisportivo”, mentre chi simula un fallo “usa esperienza”.

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