Se siete tra coloro che si stanno riempiendo la bocca di tricolore, se il vostro spirito patriottico è debordato quando s’è deciso che il 17 marzo non si lavora, se improvvisamente avete scoperto che il Risorgimento non è solo l’altro nome del Vialone, allora c’è una mostra che fa per voi.
Fino al 20 marzo, presso le scuderie di Palazzo Cavriani è possibile visitare “Uomini e vicende, miti e valori”, l’esposizione di materiale, più che altro di natura postale, relativo agli accadimenti del Risorgimento Italiano che hanno coinvolto i nostri territori. Le lettere vidimate dall’ufficio postale di Volta, con il timbro dell’Impero Austriaco; le lettere con lo stesso timbro, ma con la sigla austrica abrasa dai Francesi; manifesti, disegni dell’epoca. Al piano superiore c’è anche qualche equipaggiamento bellico, ritrovato sulle colline: potrete capire la differenza tra la borraccia del fante e quella del cavaliere, la baionetta piemontese e quella austriaca e cose del genere.
Intendiamoci, nulla di metafisico. Anzi, alla lunga è una mostra che rischia di essere ripetitiva e piuttosto monotona. Però chi temeva la deriva leghista del comune, forse potrebbe ricredersi.
#1 by Gianluca at 14 marzo 2011
Il 17 marzo 2011 oltre che per l’anniversario dell’unità di Italia verrà ricordato per l’ennesimo pasticcio del legislatore.
La festività, valida solo per l’anno in corso, è stata gestita quantomeno con superficialità. Appena uscita la norma vi è stato un grido di allegria: un giorno in più di ferie quest’anno! Poi le cose sono cambiate e tra pareri ed interpretazioni siamo giunti alla conclusione che il 17 marzo sarà una festa obbligatoria che però non aggiunge nulla al nostro conto ferie. Anzi, lo diminuisce andando a sostituire una festività soppressa.
Almeno questo è quanto si legge dalla spiegazione del Governo sulla legge di conversione del Decreto n. 5/2011. I colpi di scena sono però all’ordine del giorno!
Non ci rimane altro che sperare nel bel tempo. Cosa abbastanza improbabile controllando le previsioni del momento in cui sto scrivendo: Giovedì 17 e Venerdì 18 ancora instabile, ma migliora al nordovest. E pensare che tanti avevano già puntato “al ponte”! Forse vale la pena di rimandare anche perché da Sabato nuovo peggioramento e più freddo per venti da nordest .
Sarà un segno della provvidenza. Stare a casa a pensare alla nostra unità di Italia non sarebbe poi così male. Trascorrere una giornata normale. Da italiani.
Se i festeggiamenti per l’unità si fanno ufficialmente ogni 50 anni non è detto che ci saremo sempre. Io ad esempio il precedente me lo sono perso. Spero caldamente nel prossimo, ma chissà. Pensate che momento storico. Mi obbligano persino a stare a casa. Non è bello tutto ciò?
Non ho molta fiducia che dal giorno dopo diventeremo tutti più uniti. Lo siamo stati certamente di più davanti all’invito perenne di Gianni Morandi a Sanremo. Ma inizio a farmi l’idea che siamo un popolo un po’ strano. Da una parte approviamo leggi su un’ipotesi di federalismo, dall’altra festeggiamo l’unità. Nessuna opinione politica: una semplice constatazione. Se poi pensiamo a cosa succede in certi ambiti sportivi… ammettiamolo: un granchè uniti non lo siamo davvero.
Non possiamo però sprecare l’occasione. E comunque un vantaggio della festa obbligata c’è. Essendo giovedì mattina ci parrà strano non andare a lavorare. Magari riusciremo persino a stare sotto le coperte un qualche minuto in più. Immagino il brontolìo comune: guarda te se mi devono costringere a stare a casa quando vogliono loro! Violazione della Costituzione! Ma intanto siamo lì a fare un pensiero sull’unità di Italia.
Forse è semplicemente questo l’obiettivo del legislatore. Un attimo, solo un attimo, farci ripercorrere nella nostra mente centocinquanta anni di storia. Quelle vicende che tempo fa ci tenevano bloccati, o per passione o per obbligo, sui libri di scuola.
Tutto qui.
Cos’è mai un giorno di ferie rispetto alla nostra identità?