“Se sei in cerca di angeli o in fuga dai demoni, vai in montagna”
(J. Rasley)
Per me Val Rendena significa soprattutto accesso al Brenta, una delle montagne più ricorrenti della mia esistenza. Sul Brenta ho fatto la prima escursione alpina con Francesca (ancora mi odia per quei mille metri di dislivello), sul Brenta ho percorso le splendide Bocchette, sul Brenta ricordo un’epica ed agognata salita parrocchiale al Croz dell’Altissimo organizzata, si fa per dire, dal mitico Ceschino.
Quest’anno niente Brenta, ma un breve soggiorno nella più mondana Madonna Di Campiglio, ammirando da lontano le cime spigolose e granitiche, raccontando a mio figlio le gesta eroiche dall’arrampicatore che fui. Un po’ come i vecchi quando incontrano i nipoti e li ammorbano con le storie della guerra.
È stata l’occasione per vivere la montagna in una dimensione diversa, pascolando tra laghetti e torrenti, coltivando l’entusiasmo per la cabinovia, inventando favole che ingannassero le salite o progettando picnic a base di panini.
Tra gli itinerari da annotare per la famiglia, segnalo il giro alle cascate di Vallesinella e l’ascesa al Lago Ritort.