“Il viola è nato un giorno di primavera in un campo di lavanda.
Deve aver cercato a lungo un luogo come questo dove i filari vanno dritti verso l’orizzonte come se fossero invitati a un ballo con l’infinito”
(F. Caramagna)
Nel mio immaginario la Provenza è sempre stata lavanda, bagnoschiuma e detersivi per le lenzuola. Invece c’è qualcosa di più. Panorami impressionisti, piccoli paesini usciti dai quadri, acque cristalline, calanques da cartolina, colline vivaci ed eleganti cittadine. E vicino alla Provenza c’è la Camargue, luogo selvaggio, dove natura e tradizioni popolari creano un microambiente unico e tutto da scoprire.
Le abbiamo girate per bene, concedendoci un po’ di mare, ma soprattutto assaporando questi luoghi insoliti, permeati di tranquillità e armonia. Un tour denso, ma a ritmi blandi, che ci ha permesso di scoprire territori nuovi ed affascinanti.
Lasciando perdere la Costa Azzurra, troppo caotica e stipata per i miei gusti, annoto alcuni luoghi che ci sono piaciuti.
Le Gole di Verdon è il canyon più profondo d’Europa. Nulla da invidiare alle moltissime forre delle nostre Alpi, ma impressiona per la sua vastità ed estensione: oltre venti chilometri, con precipizi fino a settecento metri. Il canyon termina nel lago balneabile di Santa Croce. Ci sono decine di percorsi, ma due indicazioni per visitarlo sono la salita a piedi al Point Sublime, oppure la strada panoramica da fare in auto, la Route de Cretes.
L’ancestrale Avignone, città dei papi, con i suoi edifici storici ed il suo centro vivace, mi seduce per la sua tranquilla eleganza.
L’arena di Arles è la sineddoche stessa di Arles. In alcune immagini sembra di vedere Verona e viene il sospetto che oltre all’anfiteatro romano non ci sia altro da vedere. Invece la piccola città offre una bellissima passeggiata attorno alle mura che fiancheggiano il Rodano e tante piccole piazze stipate di locali.
Gordes è un minuscolo borgo arroccato, una piccola Matera français (si dirà così?), che affascina da lontano e che si esaurisce presto quando arrivi vicino. A pochi chilometri da questo villaggio completamente costruito in pietra, sorge l’Abbazia di Senanque, icona culto per i campi di lavanda.
Roussillon è invece il villaggio rosso, interamente consacrato all’ocra. Ed oltre al piccolo borgo, proprio il sentiero dell’ocra merita di essere percorso e contemplato al tramonto.
Aigues Mortes è la cittadina fortificata simbolo della Camargue. Una perla alla foce del Rodano, alla quale si arriva dopo una strada sterminata tra lagune, prati selvaggi, mandrie di cavalli bianchi tipo Badedas e fenicotteri rosa. Dalle mura della città s’intravedono le stupende saline rosa.
Eza, sulle Alpi Marittime e sul tragitto nei pressi del confine, è un piccolo villaggio abbarbicato tra mare e montagna. Minuscole viuzze medievali che conducono ad un giardino di enormi piante grasse sulla sommità del cucuzzolo.
La nostra base è stata al mare, a Ensuès la Redonne, nella zona protetta delle clanques, vicino a Marsiglia. Acque fresche, pulite, ideali.
#1 by mascia at 4 agosto 2020
il racconto è la parte del viaggio che lo rende unico.
grazie
al prossimo racconto o ….. viaggio
#2 by Giullare at 4 agosto 2020
Grazie Mascia… Aggiungerei che un’altra parte fondamentale del viaggio è la sua attesa/preparazione. E a questo proposito va riletto “Il sabato del villaggio”