Archive for luglio 2020
Provenza e Camarga
“Il viola è nato un giorno di primavera in un campo di lavanda.
Deve aver cercato a lungo un luogo come questo dove i filari vanno dritti verso l’orizzonte come se fossero invitati a un ballo con l’infinito”
(F. Caramagna)
Nel mio immaginario la Provenza è sempre stata lavanda, bagnoschiuma e detersivi per le lenzuola. Invece c’è qualcosa di più. Panorami impressionisti, piccoli paesini usciti dai quadri, acque cristalline, calanques da cartolina, colline vivaci ed eleganti cittadine. E vicino alla Provenza c’è la Camargue, luogo selvaggio, dove natura e tradizioni popolari creano un microambiente unico e tutto da scoprire.
Le abbiamo girate per bene, concedendoci un po’ di mare, ma soprattutto assaporando questi luoghi insoliti, permeati di tranquillità e armonia. Un tour denso, ma a ritmi blandi, che ci ha permesso di scoprire territori nuovi ed affascinanti.
Lasciando perdere la Costa Azzurra, troppo caotica e stipata per i miei gusti, annoto alcuni luoghi che ci sono piaciuti.
Le Gole di Verdon è il canyon più profondo d’Europa. Nulla da invidiare alle moltissime forre delle nostre Alpi, ma impressiona per la sua vastità ed estensione: oltre venti chilometri, con precipizi fino a settecento metri. Il canyon termina nel lago balneabile di Santa Croce. Ci sono decine di percorsi, ma due indicazioni per visitarlo sono la salita a piedi al Point Sublime, oppure la strada panoramica da fare in auto, la Route de Cretes.
L’ancestrale Avignone, città dei papi, con i suoi edifici storici ed il suo centro vivace, mi seduce per la sua tranquilla eleganza.
L’arena di Arles è la sineddoche stessa di Arles. In alcune immagini sembra di vedere Verona e viene il sospetto che oltre all’anfiteatro romano non ci sia altro da vedere. Invece la piccola città offre una bellissima passeggiata attorno alle mura che fiancheggiano il Rodano e tante piccole piazze stipate di locali.
Gordes è un minuscolo borgo arroccato, una piccola Matera français (si dirà così?), che affascina da lontano e che si esaurisce presto quando arrivi vicino. A pochi chilometri da questo villaggio completamente costruito in pietra, sorge l’Abbazia di Senanque, icona culto per i campi di lavanda.
Roussillon è invece il villaggio rosso, interamente consacrato all’ocra. Ed oltre al piccolo borgo, proprio il sentiero dell’ocra merita di essere percorso e contemplato al tramonto.
Aigues Mortes è la cittadina fortificata simbolo della Camargue. Una perla alla foce del Rodano, alla quale si arriva dopo una strada sterminata tra lagune, prati selvaggi, mandrie di cavalli bianchi tipo Badedas e fenicotteri rosa. Dalle mura della città s’intravedono le stupende saline rosa.
Eza, sulle Alpi Marittime e sul tragitto nei pressi del confine, è un piccolo villaggio abbarbicato tra mare e montagna. Minuscole viuzze medievali che conducono ad un giardino di enormi piante grasse sulla sommità del cucuzzolo.
La nostra base è stata al mare, a Ensuès la Redonne, nella zona protetta delle clanques, vicino a Marsiglia. Acque fresche, pulite, ideali.
Occhio non vede, cuore non duole
“In molti paesi per vincere le elezioni la politica di sinistra ha capito che doveva diventare di destra”
(C.W. Brown)
Di ritorno dalle vacanze ho appreso una notizia terrifica, passata silenziosamente un po’ sotto l’uscio dei media. Il Governo italiano ha rifinanziato, aumentandone addirittura l’importo, gli stanziamenti alla Guardia Costiera libica.
Una Guardia Costiera che, come dimostrato dai report delle Nazioni Unite e da numerose inchieste giornalistiche, è composta e gestita da milizie criminali locali. Truppe di delinquenti che speculano sul traffico degli esseri umani attraverso i centri di detenzione. Una sorta di diga dell’immigrazione, che regola i flussi dei migranti in base alle esigenze del momento. Quando pagano i governi la diga si chiude, quando pagano i trafficanti la diga si riapre un po’. Nel mezzo violenze, detenzioni, abusi, torture, omicidi.
Dunque, se a destra la politica per l’immigrazione si fa sbraitando “porti chiusi”, a sinistra Pd e Cinque Stelle predicano ipocritamente l’accoglienza, nascondendo però la polvere sotto il tappeto. Ufficialmente i porti rimangono aperti, ma paghiamo i criminali perché facciano il lavoro sporco bloccando le partenze direttamente nei lager. Alla fin fine se occhio non vede, cuore non duole.
Lode al funzionario
Se parliamo così, siamo certo un paese con un grande passato.
È il futuro che mi preoccupa”
(C. Cottarelli)
Secondo uno studio OCSE del 2019, che contiene le statistiche più attendibili sull’argomento, il 28% della popolazione italiana tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale. “L’analfabetismo funzionale è la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità“. L’analfabeta funzionale sa leggere e scrivere, ma non è in grado di comprendere adeguatamente un testo mediamente complesso.
Certamente contribuiscono a questo drammatico trend anche i burocrati ed i legislatori, che quasi quotidianamente sfornano testi ed espressioni indecifrabili anche agli addetti ai lavori. Qualche giorno fa, paradossalmente proprio nell’ambito della legiferazione scolastica, si è ricorsi all’espressione del distanziamento tra le “rime buccali”. Parrebbe la solita autoimplosione della burocrazia statale, più impegnata a conservare il proprio ruolo che a farsi capire. L’ennesima autorete delle istituzioni, ingessate nel loro rigido ed incomprensibile gergo e refrattarie a qualsiasi evoluzione comunicativa.
Tuttavia le “rime buccali” hanno spinto centinaia di persone a cercarne il significato sul dizionario. Il colto funzionario che ha partorito la curiosa espressione, e le innumerevoli schiere di amanuensi pigri che l’hanno tacitamente copiata, hanno spinto molti di noi ad indagare, fare ricerca, porsi domande e trovare risposte. Paradossalmente, questa scelta di rigida e serrata comunicazione ci ha costretto a studiare un po’ di più, riducendo un poco il nostro analfabetismo funzionale.