Archive for giugno 2020
Il veliero
Posted by Giullare in Cose di paese on 29 giugno 2020
“Immerso nei tuoi pensieri stai in mezzo agli scogli, su cui si frange l’onda del mare,
non lontano scivola via, davanti a te, la spettrale muta bellezza di un grande veliero”
(F. Nietzsche, Frammenti postumi)
Oggi è il 29 giugno, ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo. Nella notte precedente si consuma il celebre rito della barca di San Pietro: un albume d’uovo immerso in un recipiente d’acqua e riposto nell’orto o nel giardino per tutta la notte. Al mattino l’albume dovrebbe prendere le sembianze di un veliero, in diretta proporzione al buono o cattivo auspicio della prossima annata (agraria).
Ancora una volta la tradizione contadina si fonde con le ritualità religiose, le superstizioni, le credenze e le scaramanzie.
Dopo decenni, ho ripetuto il folklore per mostrare il magico veliero di San Pietro a mio figlio. Non ne è uscito nulla, solo un fiasco d’acqua sporco di giallo.
Eh sì, sarà un anno difficile.
Io consumo italiano
“La folla grida un mantra, l’evoluzione inciampa”
(F. Gabbani, Occidentali’s Karma)
Ci sono cose nella vita che non tutti riescono a capire fino in fondo. Esistono dei dogmi, che si ripetono e si trasmettono meccanicamente, a cui la ragione non sempre sa dare risposte soddisfacenti. Religiosi mantra che la gente consuma e diffonde, senza riuscire mai a giustificare e a comprendere pienamente.
Per esempio. Io non capisco perché nei momenti di crisi economica bisogna preferire i consumi di prodotti e servizi erogati da aziende italiane. Il sottile sottointeso sta in un fantomatico spirito di fratellanza, che fatico a definire patriottico, secondo cui “siamo italiani, quindi aiutiamoci innanzitutto tra di noi”. “E perché mai?”, è la mia sguarnita domanda.
Perché devo preferire il sostegno economico ad un italiano e non ad uno spagnolo? Cos’hanno i due di diverso? Forse perché sono italiano anche io? E quindi, cosa significa?
C’ho pensato a lungo e l’unica risposta sensata che mi è venuta in mente è che supportare prima di tutto l’economia italiana significa autosostenere la macchina dello stato che ti eroga i servizi: meglio reggere la mano che ti sfama, che quella che sfama le altre nazioni. Forse è davvero questa l’unica risposta. Ma se fosse così, non sarebbe più una motivazione filantropica verso i propri connazionali. Non sarebbe un “amore di patria”, volto ad aiutare i conterranei più deboli. Sarebbe solo un modo elegante per giustificare il proprio tornaconto personale: preferisco pagare chi mi può “ritornare” qualcosa. Se è davvero così, significa che non compio un gesto in favore di un altro (italiano), ma lo compio per me. Una motivazione più che lecita, che ci sta, per carità. Però è giusto dirlo, ammetterlo, saperlo.