“Non lo può certo sapere
questa foglia dell’ulivo
il nome di quel vento
che la vuole far cadere.
Ma io so sarà lo stesso
che soffierà il mio cuore
in quel luogo dietro i luoghi
dove non basterà il mare”
(D. Van De Sfroos, Dove non basta il mare)
In una delle solite scorribande tra le colline moreniche, ho scoperto l’ennesimo e sorprendente luogo sconosciuto. Una di quelle scenografie create centinaia d’anni fa, poco fuori dall’uscio di casa, rimaste per me inesplorate ed ignote fino ad oggi. Con grande sorpresa, sto scoprendo che nei dintorni ci sono molti luoghi ignoti o semplicemente dimenticati, che meritano almeno l’onore di una visita. Parlo di piccole borgate, di edicole votive, di pievi, di carrarecce panoramiche.
A qualche chilometro da casa, sulla cima di una collina chiamata Monte Oliveto e di fianco ad un maestoso palazzo, c’è una piccola pieve denominata Oratorio San Giuseppe. Le prime notizie risalgono al 1713. Un’edilizia semplice: un piccolo portico a colonne, un tabernacolo in marmo rosso di Verona, una tela della Sacra Famiglia. Una piccola bomboniera tra i silenzi dei bagolari secolari, che sorprende piacevolmente l’ignaro viandante.