“Il crimine contiene l’enigma, così profondo come la salvezza medesima“
(H. Miller)
Un venerdì sera, dopo le 18.30, mi è capitato di dover raggiungere urgentemente una farmacia e che la stessa fosse chiusa. Un biglietto perentorio recitava senza appello: “Non suonare, telefonare”. La virgola tra i verbi l’ho messa io, ipotizzando, con la saggezza di cui sono dotato, che il senso dell’avviso fosse quello di non suonare il campanello, ma di contattare la farmacia tramite cellulare.
In realtà, per come era scritto (“Non suonare …… telefonare”), il biglietto poteva anche esprimere un divieto multiplo sia di suonare che di telefonare, oppure una generica interdizione ai rumori (non fare baccano suonando la tromba o ascoltando telefonate ad alto volume).
Lasciamo perdere questi superflui cavilli interpretativi, e badiamo alla sostanza. Benché il farmacista abitasse sopra l’esercizio commerciale, dopo la chiusura l’invito era esplicitamente quello di non usare il campanello, ma di telefonare. Mancava tuttavia il numero da contattare e la copertura internet in quella zona era molto scarsa. Difficile dunque avere tutte le informazioni per obbedire all’ordine. Il chiaro significato del biglietto era dunque “Chiuso, ciao. Buona fortuna” .
Più in basso, un altro cartello mostrava gli orari della farmacia sostitutiva di turno. “Farmacia di turno XXX, aperta dalle 8 di venerdì, alle ore 8 del venerdì successivo”. Senza date e senza riferimenti a precise settimane di calendario, per me il senso letterale era “farmacia di turno aperta 24 ore”.
Impossibile, avrebbero scritto “sempre aperta”, o “aperta h.24”. Cerco dunque info su internet e trovo le medesime indicazioni, urlando al complotto.
Non mi resta che farmi mezzora di auto per recarmi alla sopra citata farmacia di turno XXX e scoprire che al venerdì sera anche questa era chiusa. Tuttavia un nuovo cartello, stavolta scritto meglio, rimandava ad una nuova farmacia di turno, come in un succulento enigma da risolvere.
Alla fine, dopo lotte con i draghi e sfide ai mostri alati, sono riuscito a trovare il mio sciroppo.
#1 by paio at 1 agosto 2018
Fai una bella roba: inoltra questo post all’ordine dei farmacisti.
se è Mantova scrivi qui: info@ordinefarmacisti-mn.191.it
L’ordine ha sicuramente un organo disciplinare che su questi casi dovrà pur dire qualcosa.
Un farmacista mio amico le notti di turno le passa in farmacia anche se probabilmente potrebbe farsi telefonare e arrivare in tempo (entro 30 minuti dalla chiamata)
Se questo farmafenomeno non ha nemmeno voglia di farsi tirare un cavo dal citofono al campanello di casa bisogna che qualcuno gli tiri le orecchie.
#2 by Giullare at 1 agosto 2018
Ok, grazie.. provvederò
#3 by Erica at 1 agosto 2018
Leggendo le prime righe ho pensato: “Ma perché un farmacista, che in quanto tale ha una cultura più alta della media della popolazione, perde l’occasione per diffondere cultura con una brevissima frase in italiano?”.
Poi, proseguendo nella lettura, il pensiero della cultura è stato soppiantato da (in ordine): incredulità, stupore che diventa indignazione, urgenza di fare qualcosa per porre fine al disservizio.
Non si deve stare zitti di fronte a quella che sembra proprio essere una dichiarazione del farmacista di non essere disturbato. Che poi nessuno si reca in una farmacia di turno con l’intento di disturbare il farmacista.
E anche se il farmacista in questione avesse indicato il numero di telefono sarebbe stato comunque da biasimare, dal momento che il telefono portatile non è ancora stato integrato nel corpo umano. Dare per scontato che tutti abbiano con sé il telefonino quando ci si reca in una farmacia di turno e che la batteria del cellulare sia carica e che ci sia copertura e che il candidato cliente rompiscatole abbia credito telefonico, mi sembra dare per scontate troppe cose, cose futili che diventano vitali