Archive for gennaio 2018
Due Bale
“È il mio corpo che cambia nella forma e nel colore è in trasformazione”
(Litfiba, Il mio corpo che cambia)
Uno dei miei attori preferiti è Christian Bale. Al di là dei film e delle sue capacità interpretative, mi intriga essenzialmente per due motivi.
Il primo è che rientra tra quelle persone alle quali mi piacerebbe assomigliare se potessi scegliere il mio aspetto fisico. È un gioco stupido, ma spesso mi ritrovo a ad osservare la gente, personaggi famosi o individui qualunque, e mi chiedo se farei un cambio nell’aspetto fisico. Ecco, con Christian Bale farei volentieri il cambio.
Il secondo è che ha una dota particolarissima, spaventosa e senza eguali. È in grado di ingrassare e dimagrire a comando in maniera impressionante. Lo fa per esigenze di scena, per interpretare i vari ruoli, ma fa davvero paura.
Eccolo in tre immagini assolutamente vere: com’è solitamente, da magro e da grasso.
Insaccati
“Prodotto prodigioso la spazzatura: basta non fare nulla e si riproduce da sé”
(P. Caruso)
Proprio mentre il paese si appresta a combattere l’imminente gelo della merla, continua l’eroica ed incessante battaglia del Pd per perdere voti. Proprio non ne vuol sapere di vincere le prossime elezioni.
Dal primo gennaio dobbiamo obbligatoriamente utilizzare e comprare i sacchetti biodegradabili per frutta, verdura e alimenti sfusi in genere. Esatto: per rifornirsi di banane dovremo giocoforza acquistare un sacchetto bio e poi buttarlo. E magari, se la bilancia non è programmata per scorporarne il peso, pagarlo due volte: la prima come tara della frutta pesata, la seconda esplicitamente come contenitore della merce (“le borse di plastica non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci”).
I sostenitori del Governo si giustificano millantando che il provvedimento recepisce la Direttiva Europea 2015/720/UE, per la riduzione di plastiche dannose per l’ambiente. Tale direttiva, però, esclude da ogni obbligo le borse di plastica in materiale ultraleggero, quelle utilizzate appunto per frutta e verdura (si legga l’articolo 1 comma 2/a, che al proposito è cristallino).
Il Ministero dell’Ambiente ha poi dichiarato che per motivi igienici i sacchetti non potranno essere portati da casa, né riutilizzati. Ed è paradossale che per aiutare l’ambiente non si possa riciclare il medesimo sacchetto, né utilizzare borse personali di carta o di tela. Viene da pensare che molti preferiranno acquistare prodotti preconfezionati in vaschette di polistirolo. L’ambiente (non inteso come ministero) sentitamente ringrazia.
C’è di più. In barba al libero mercato, il legislatore ha anche fissato il prezzo dei sacchetti. Ha anche stabilito che dovrà pagarli sempre il consumatore, imponendo una multa ai supermercati che malauguratamente li mettessero a disposizione gratuita dei clienti (articolo 9-bis della Legge di conversione 123 del 3/8/2017).
Le malelingue parlano di un regalo alla Novamont, azienda leader nella produzione del materiale bio per sacchetti, che detiene l’80% del mercato italiano. Lo dicono perché la sua amministratrice delegata era tra gli oratori della Leopolda renziana, ed è stata poi nominata dal Ministero dell’Economia presidente di Terna, impresa che gestisce le reti dell’energia elettrica. Pettegolezzi, si capisce. Mai trarre conclusioni troppo affrettate. Mai dire gatto, se non ce l’hai… nel sacco.