Archive for febbraio 2017

Malta fina

Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato
(E.A. Poe)

Me l’aspettavo diversa. Nel mio immaginario Malta doveva essere solo un’appendice della Sicilia, con le contraddizioni proprie dell’isola italiana, a pochi chilometri di mare dalle tipicità del nostro sud.

In effetti è un po’ così. Ha un mare stupendo, ottimo pesce ed ospitalità sconfinata. Ma le similitudini con la Sicilia finiscono qui. A Malta ci sono ordine e pulizia, trasporti ben regolati ed efficienza espansa. Il retaggio della colonizzazione britannica è evidente. Domina l’ambiguità tra le fortificazioni impenetrabili del passato e l’architettura snella della modernità, fatta di vetrate e verticalità. Da qui sono passati tutti e ciascuno ha lasciato il segno: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Aragonesi, Cavalieri e Inglesi. La piccola Malta è stata sia anfiteatro mussulmano che baluardo del cristianesimo.

Abbiamo visitato l’isola a bordo dei bus turistici a due piani, un’intera giornata nel nord ed una nel sud. In assenza di un’auto propria, rimane uno dei modi migliori per vedere il meglio dell’isola in tempi ristretti. Oltre a La Valletta (bellissimo il giardino Upper Barrakka), tante spiagge, baie, siti paleo-neolitici, villaggi di pescatori e soprattutto la città vecchia di Medina, antica capitale di Malta.

Insomma, un luogo consigliabile: abbinandoci il mare, non si fatica a trascorrerci una settimana.

Per mangiare, l’ideale è muoversi nella zona di Paceville, che pullula di ristoranti. Due nomi tra mille: da Fresco’s sul lungomare di Sliema e Sciacca Grill proprio a Paceville.

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Buona forchetta – Al porto di Clusane

Il vino è la parte intellettuale del pranzo

(M. Renault)

La voglia di trascorrere qualche ora insieme, all’insegna della comune passione per la tavola, è stata l’occasione per raggiungere la Franciacorta. Territorio a me alieno, evocato nella mia memoria solo dalle etichette del vino, più che dalle peculiarità del paesaggio.

E giustappunto, su questo leitmotiv abbiamo dapprima visitato la cantina Castelveder, piccola tenuta a pochi chilometri dal lago d’Iseo, poi la meno romantica cantina Massussi.

Lieto finale in riva al lago, alla Trattoria del Porto di Clusane. Elegante ristorante proprio sul ciglio del piccolissimo porticciolo, non troppo formale… come piace a noi. Alle pareti stonano le reti da pesca appese, ma i muri facciavista in pietra, la mobilia antica e i soffitti bianchi restituiscono un quadro nel complesso raffinato. Il pesce di lago la fa da padrone, in tutte le sue variegate varianti.

Non ho pagato io, ma il voto è 7.5.

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Il coraggio di vivere

Talvolta ci vuole coraggio anche a vivere

(Seneca, Lettere a Lucilio)

Leggendo il libro Wondy di Francesca Del Rosso, mi è saltata agli occhi questa citazione di Seneca. La prima cosa che ho pensato è che al liceo c’avrei scritto sopra un poema. E come sempre, avrei anche preso un bel voto. Con lode alla profondità d’analisi ed alla pertinenza delle argomentazioni. Menare il can per l’aia era la mia specialità e ne vado fiero.

Mi è saltata agli occhi, dicevo, leggendo un libro prima del sonno. Ho perso metà della nottata a meditarci sopra e a capirne il significato. Alle 2.30 ero ancora fermo su “talvolta”. Però è impossibile fare come al liceo. È impossibile commentarla, scomporla, confutarla o contestualizzarla: troppo intima e soggettiva, troppo personale e riferibile alle vite di ciascuno.

Mi limito a dire che la trovo vera, potente, bella.

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