“La struttura profonda della mia personalità è sempre bicefala: sono bicefalo e doppio”
(S. Dalì)
Si sa. Il mese di gennaio eredita il nome dalla divinità romana Giano.
Giano, dio bifronte, è sempre raffigurato con la doppia testa. Le sue statue venivano poste in prossimità di porte e ponti, poiché rappresentava l’entrata e l’uscita, il passaggio da una parte all’altra. Vigilava sugli ingressi e contemporaneamente sulle uscite, custodiva i passaggi dentro e fuori. Custode della transizione.
Non a caso Giano è collocato nel mese di gennaio. Perché, come in un ponte, guarda da entrambe le parti del guado. Gennaio, un varco obbligato tra passato e futuro. Guardando con fiducia al futuro che avanza, ma anche con memoria al passato che scorre.