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Caro amico m’indigno…
Posted by Giullare in Cose di paese on 29 luglio 2016
Un caro amico mi inviato il suo sfogo per le reazioni delle gente comune ai sentimenti di insicurezza diffusa. Gli ho risposto d’istinto, senza pensare troppo al bon ton o alla grammatica e senza pretendere di pontificare. È solo uno spunto di riflessione di fronte ai mali gravi del nostro tempo: la superficialità e la pochezza d’animo.
In alcune zone del mio paese sono comparsi dei cartelli che indicano che si sta entrando in una zona di controllo del vicinato. In poche parole, gli abitanti di una determinata area, fanno squadra per comunicare attraverso i social (facebook, whatsapp, twitter, ecc.) la presenza di situazioni a rischio per la sicurezza pubblica.
Faccio due esempi. Oggi, alle 11.37 è arrivata la segnalazione (con foto) di un motorino lasciato fermo a 15 metri dalla casa di un partecipante. “Di chi è? Perché è lì fermo? Perché è stato abbandonato?”. Alle 11.41 (quattro minuti dopo) arriva la rettifica: “E’ arrivato il proprietario, lo conosco, era rimasto a piedi con la moto”. Ieri, invece, si discuteva di due persone, maschio e femmina, che, camminando fianco a fianco in una via, si fermavano di tanto in tanto a guardare le case. Probabilmente due ragazzi che stavano fantasticando sulla casa dei loro sogni (chi non l’ha fatto?).
A me sembra che proprio non ci siamo. La paura, mi pare, che faccia brutti scherzi. Non giudico e non critico, ognuno ha la propria storia ed esperienza. Quello che mi dà fastidio è l’approccio alla questione, quel partire già prevenuti nei confronti di quello che sta fuori dalla propria casa. Pensare che ci possa essere sempre qualcosa di pericoloso in quello che è oltre alle nostre quattro mura. Costruire dei castelli di paura (e di prevenzione) dove ci sono semplicemente fatti di normale vita quotidiana.
Io voglio uscire per strada e continuare a guardare l’altro prima di tutto con occhi di fiducia e questa iniziativa non aiuta, anzi, ci costringe alla diffidenza e alla ulteriore chiusura dentro casa. Forse la soluzione sarebbe diversa: uscire noi nelle strade per riappropriarci del nostro territorio, con i sorrisi e i giochi, i “buongiorno” e i “come stai”. Ma è meno impegnativo chiudersi dentro, nascondersi dietro ad una finestra, guardare il mondo con diffidenza. E mandare un whatsapp.
Il problema è che la gente non ha un cazzo da fare e deve crearsi degli artifici per fingere di essere viva. È la pochezza culturale di cui siamo vittime inconsapevoli (mi ci metto un po’ anche io) in questo mondo di merda. Non sono un sociologo, ma sta storia di anteporre i social alla vita vera è pericolosa. Bisogna creare il bisogno del social. Creare argomenti, polemiche, nemici… per poi fingere un impegno culturale, ideologico, politico, che in realtà non esiste. Sai che quando c’è un incidente al Piccard, fanno a gara per dare la notizia con foto su Facebook? É la convinzione che sia autopromozionale mostrarsi in prima linea, più avanti di altri rispetto ad un problema, un nemico, una gioia, un evento. Veri o finti che siano, poco importa: mi mostro davanti a tutti, perché così valgo. Ed è un circolo vizioso, perché poi si usa lo stesso metro per valutare gli altri. È impegnato perché condivide i post di Salvini o perché ha postato la foto dell’aperitivo a Roma. Figo.
Ma si perde di vista la realtà. È più importante far vedere che ci si è accorti per primi del motorino sospetto (e si prega il Signore che appartenga davvero a un ladro, a un terrorista o a un assassino), che cercare la spiegazione più logica che motivi la presenza del motorino stesso.
Condivido il tuo disgusto e la tua paura. Ho sempre snobbato questi atteggiamenti, ma ora li temo. Temo che mio figlio possa vivere in un mondo ancora più esasperato di questo.
Trinacria, tra mare e città
“Nel bene e nel male, la Sicilia è l’Italia al superlativo”
(E. Charles Roux)
Il sud-est della Sicilia è la parte dell’isola che rappresenta il miglior connubio tra arte, cultura e paesaggio. Qui arrivarono i primi coloni greci e qui città e paesi trasudano di storia e antichità, di fascino e seduzione. Siracusa, Taormina, Noto, Modica, Acireale e Marzamemi varrebbero da sole il viaggio. Spiagge come Capo Passero, Calamosche e Fontane Bianche perfezionano la vacanza.
In Sicilia si mangia ottimamente bene, praticamente ovunque. Un indirizzo su tutti: la Cantina, nella via dell’infiorata e dei balconi a Noto. Vacanza super.