Archive for giugno 2016
Referexit
“Il primo referendum della storia fu indetto da Ponzio Pilato, e si è visto come è andata a finire: votarono Barabba”
(G. Papi, Il Post)
Dopo aver lasciato sedimentare l’assurdo esito del voto inglese sulla Brexit, mi convinco sempre di più del fatto che il suffragio universale sia una piaga senza cura. L’assunto della concezione democratica, per cui la maggioranza è sacra, assume efficienza se la maggioranza è competente e autosufficiente. Ma spesso non lo è affatto.
Viviamo in quell’illusione, figlia della Rivoluzione francese, per cui tutti siamo uguali e ciascuno vale uno. Mi ripeto: il principio di rappresentatività, indispensabile regola per governare e amministrare i popoli, implica che “i molti” deleghino “i pochi”. Se avviene il contrario, può accadere che “i molti” risultino inadeguati e “i pochi” inutili.
Orgoglio nazionale
“In Italia i tifosi, e il tifo organizzato in particolare, hanno troppo potere”
(F. Capello)
Oltre alla splendida capigliatura di Fellaini, dell’esordio della nazionale agli europei ricorderemo senza dubbio lo spirito accanito dei nostri sostenitori, quel tifo indefesso che antepone la squadra azzurra ad ogni altra priorità della vita. Non parlo di ultras indemoniati allo stadio, né di animali da bar sopraffatti dalle birre medie. Parlo di organizzazione della vita in funzione dell’amata nazionale. Un esempio per tutti: all’Atac di Roma lo sciopero indetto per la mattina è stato spostato alle 20.30, con Italia-Belgio in programma alle 21.00. Nello stesso frangente le assenze per malattia sono state 406, contro una media di 150 negli altri giorni. Coincidenze. Ma quando è la patria che chiama, di esempi come questo l’Italia è piena zeppa. Orgoglio nazionale.
A rigor di tifo, in questo Europeo abbiamo già vinto.