Archive for aprile 2016
Benvenuto al nord
“Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati…”
(E. Flaiano)
Sono tornato da un weekend da turista a Roma, colmo di disgusto. Amo Roma alla follia e non posso vederla soffocare tra i rifiuti e l’odore acre del piscio. Non posso vederla eternamente ostaggio delle sue buche, del suo caos e dei suoi chissenefrega. Non posso ascoltare le discussioni vuote sull’elezione del sindaco, consumate nella triste certezza che nulla mai cambierà. Non posso assistere a questo declino sempre più angosciante, che la fa sprofondare anche quando pensavi di aver raggiunto il limite più basso.
E in queste situazioni di disagio fisico, in questo trambusto primordiale, in questa totale assenza di regole… il mio istinto è quello di rinunciare alle bellezze e di andare verso nord, dove l’ideale di civiltà trova spesso pacato conforto.
La settimana scorsa sono stato per la prima volta a Lugano, per lavoro. Impeccabile, ordinata, fastidiosamente perfetta. Qua le macchine non sostano sulla strada in doppia fila. In strada non ci parcheggiano proprio. Marciapiedi lindi, che ti vien voglia di sdraiarti tra un lampione e l’altro. Non esistono i cartelli “vietato calpestare le aiuole”, perché son talmente belle che non ti sfiora neppure il pensiero di metterci un piede sopra. Bambini e ragazze che fanno jogging a tutte le ore. E tutti che salutano.
E di colpo mi sono sentito terrone. Perché c’è sempre qualcuno più a nord di noi (vedi inserzione sotto).
Scaricabarile
“Mai fidarsi troppo del giudizio dei cittadini.
Basti pensare che nel referendum più famoso della storia hanno liberato Barabba”
(M. Crozza)”
Trentadue italiani su cento non bastano per abrogare la norma, introdotta con l’ultima legge di stabilità, relativa alla proroga delle concessioni estrattive.
Si ripete dunque il celebre adagio del quorum impervio, dello spreco di danari pubblici, del tanto rumore per nulla.
“È il prezzo della democrazia”, dicono.
Resta da capire se su questi argomenti così delicati, su queste tematiche così tecniche, su questi dispute così spinose il popolo abbia effettivamente competenza e dunque lecita prerogativa di scelta. Su questi argomenti l’eletto dal popolo può rimettere il mandato nelle mani dell’elettore? È ammissibile che il rappresentante rinunci al proprio mandato e scarichi il barile (del petrolio) sulle spalle del popolo bue?
Non possiamo esprimerci sulle unioni civili, sulle pensioni o sul lavoro, ma siamo chiamati a decidere sulle estrazioni di idrocarburi in mare.
“È il prezzo della democrazia”.
Il Conte della serva
“È il campo quello che parla e da sportivo l’unica mia preoccupazione è trasferire questo pensiero ai calciatori”
(A. Conte)
Titoli a caratteri cubitali per il contratto firmato dal Ct Conte col Chelsea, e sbandierato con arroganza qualche settimana prima di portare la nazionale agli Europei. Un gentleman, direbbero a Londra.
I giornali però cincischiano sulla richiesta di sei anni di galera per il buon Antonio da parte della Procura di Cremona, relegando nelle pagine interne la scomoda notizia. Avrebbe avallato e dato il via libera alla combine su una partita del Siena, squadra di cui era l’osannato allenatore. Il massimo della sportività. Roba da allenatore dell’anno o da promozione in nazionale.