Avventura ai confini della realtà. Capitati quasi per caso nelle campagne di Broglie, io e Gianluca decidiamo di fermarci per esaminare meglio il ristorante nascosto nella borgata. Da dietro la tenda, una signora scruta sinistramente gli ignari avventori. Con estrema perspicacia, capiamo subito che il posto non è affollatissimo e che da solisti saremo i protagonisti indiscussi della serata. Pesiamo il rischio e per amor d’avventura decidiamo di tentare la sorte: entriamo.
La padrona di casa non si capacità del fatto che nessuno ci abbia consigliato il ristorante e che siamo capitati lì accidentalmente. Varcata la soglia della prima stanza, si cambia era geologica. Silenzio in sala, sono i primi del 900’ e le tovaglie a merletti restituiscono un’atmosfera ovattata e surreale. Piatti, piattini e tazze esclusivamente in porcellana di Limoges, cristalli ai lampadari e sopra la mobilia. Qua è là qualche bottiglia di vino ci ricorda che siamo in un ristorante e non sul set del Gattopardo.
Gentilissima, ci accompagna al tavolo e accende il termosifone: probabilmente siamo i primi clienti dell’anno (o del secolo). In sottofondo i Nuovi Angeli cantano “Singapore”.
Ci avverte che non c’è un menù come s’aspettano i turisti, ma garantisce sulla qualità delle materie prime che cura personalmente. Solo che la specialità è il pesce di mare e sorge spontaneo chiedersi se “cura personalmente” significa che ha un enorme acquario nel seminterrato o che ogni mattina fa la pendolare in direzione Chioggia.
Soprassediamo ed accettiamo il consiglio di iniziare dagli assaggi di antipasti di mare (scorfano su polenta bianca, involtini di pesce spada all’arancia): molto buoni. Poi risotto all’amarone e radicchio, piuttosto deludente. Dolci gradevolissimi. L’altro consiglio di provare il lugana della casa si rivela invece catastrofico, perché sembra marsala soleras.
Ad ogni portata la signora decanta gli ingredienti e poi indugia per sapere se il piatto sia di nostro gradimento. Temo per la mia vita e penso che a momenti sarò tramortito dal sonnifero messo nel piatto e sarò portato a marcire nelle cantine umide.
Una volta pagato il conto, ci offre lo speciale rosolio della casa e, indomita, insiste per mostrarci tutte le camere dell’attiguo b&b. Tra l’incuriosito e il temerario, la seguiamo mentre sale le scale ed apre i catenacci dell’antica dimora. “Ci siamo”, penso. “Ora esce qualche energumeno, ci percuote, e domattina ci troviamo con i reni espiantati”. E invece usciamo vivi, con qualcosa da raccontare.
Antipasto, primo, dolce (e visita guidata degli alloggi, dei bagni e delle bambole di porcellana): 35 euro.
Voto: 4,5
Ristorante Vecchia Broglie – Località Broglie, 16 – Peschiera del Garda (Vr)