Archive for ottobre 2014

Copione olandese

“Il plagio è un atto di omaggio. Chi copia ammira.

(R. Gervaso – Il grillo parlante)

Houten è una tranquilla città olandese di cinquantamila anime, non lontano da Utrecht. Ci sono stato l’anno scorso, perché ci abita mia cugina. Bel posto, di quelli dove sarebbe bello vivere. Tutto è esattamente come sembra: ordinato, pulito, rispettoso. Tutto è esattamente come sembra, tranne un quartiere, ricreato ex novo per riprodurre la Piazza del Campo di Siena e le sue abitazioni. Orripilante, il peggior tentativo di plagio mai contemplato nella storia.

Ma sempre ad Houten, due goliardici giovanotti hanno inscenato una delle migliori contraffazioni alimentari alla fiera annuale del cibo. Hanno acquistato cibo al McDonald’s e lo hanno presentato come alternativa biologica al fast food. Come da copione (è il caso di dirlo), gli esperti del settore hanno reagito con grande entusiasmo e piena approvazione. Geniale.

Nessun commento

Neuroscettici

“Homer: Ah, neanche un orso in vista: la pattuglia orsi sta funzionando alla meraviglia
Lisa: Questo è un ragionamento capzioso, papà
Homer: Grazie tesoro
Lisa: Secondo la tua logica, questo sasso potrebbe tenere lontano le tigri
Homer: Oh, e come funziona?
Lisa: Non funziona. È solo uno stupido sasso, comunque non vedo nessuna tigre, e tu?
Homer: Ah!
Lisa: È solo uno stupido sasso…
Homer: Ah-ha!
Lisa: Comunque non vedo nessuna tigre, e tu?
Homer: Lisa, voglio comprare il tuo sasso!”

(da un dialogo della serie I Simpson)

Il sillogismo è un ragionamento dimostrativo teorizzato da Aristotele, consistente nell’enunciazione di due premesse che, concatenate, originano una conclusione. Ad esempio:

1- Tutti gli uomini sono mortali;

2-  Tutti i greci sono uomini;

3- Dunque tutti i greci sono mortali.

Negli ultimi tempi si fa sempre più strada il sillogismo che vorrebbe la Lira come panacea di tutti i mali economici. Il ragionamento è semplice:

1- Le cose attualmente vanno male;

2- Quando c’era la Lira le cose andavano meglio;

3- Dunque se ritorniamo alla Lira, le cose miglioreranno.

Ritenere che l’uscita dall’Euro risolva tutti i mali dell’economia italiana è però un ragionamento capzioso, perché il sillogismo non sta in piedi e si fonda su un falso rapporto di causa/effetto.

È dimostrato che il ritorno alla Lira porterebbe ad una svalutazione che non alleggerirebbe il peso del debito pubblico. Molti titoli di stato non possono essere ridenominati e per questi titoli avremmo un debito in valuta estera, destinata a rivalutarsi rispetto alla valuta nazionale. Oltre a ciò, risulterebbero penalizzate tutte quelle imprese che hanno debiti verso l’estero.

Anche se nel breve periodo la svalutazione produrrebbe pil e occupazione, la conseguenza più logica sarebbe la ripresa dell’inflazione. E laddove c’è inflazione, si verificano spesso sfiducia e fuga di capitali.

Poi non si può suggerire l’uscita dall’Euro, senza preventivare che un ipotetico periodo transitorio tra le due valute subirebbe il fuggifuggi dei capitali e grandi timori di vedere i propri risparmi convertiti in una moneta destinata a svalutarsi. Servirebbero complessi sistemi per regolare la movimentazione del capitale ed il prelievo di denaro dalle banche. La cosa non sarebbe di facile gestione.

Io non ce l’ho con gli euroscettici, con i Salvini o i Grillo di turno, abili e prontissimi a cavalcare il malcontento popolare. Questi imbonitori fanno il loro mestiere di ricercare consenso, ricorrendo alla facile demagogia ed al populismo. Armi lecite, che in politica hanno sempre una certa efficacia. Basta dire “referendum” e già si risulta simpatici.

Piuttosto ce l’ho con i neuroscettici, con chi si fa menare per il naso e con chi annuisce a priori, senza porsi domande e senza guardare alla realtà. L’anacronismo è una brutta bestia.

Nessun commento

Numanamente

“Il mare e la vita hanno molto in comune. Rilassati.
Lasciati andare. Abbi fiducia nel fatto che resterai a galla, e ci starai.
Se invece opponi resistenza, pensando che finirai sul fondo , ci andrai davvero.
La scelta spetta solo a te”

(M. Grad, La principessa che credeva nelle favole)

Adoro il mare di Numana perché non c’entra nulla con la concezione lombardo-veneta del termine “Adriatico”. Niente sabbia polverosa, niente fondali sconfinati di cinquanta centimetri, niente acqua putrida. Nessun assembramento di bambocci rumorosi in cerca di discoteche, né code di marmocchi davanti ai lunapark. Soprattutto quiete.

L’aspetto più piacevole delle Marche è però il cibo. Sarà per il tempo poco clemente, ma la nostra settimana d’inizio settembre nelle terre del Conero sarà ricordata soprattutto per le scorribande gastronomiche. Qui si mangia bene ovunque. Nel centro di Numana meritano menzione Alvaro e La Torre.

E poi è stata la prima vacanza al mare in tre. Mica male.

Numana

Nessun commento