(Anonimo)
I giornalisti economici che coniarono l’espressione “Miracolo del Nordest” probabilmente non pensavano né a Mosè, né alla spartizione delle acque nella laguna. Avevano in mente tutt’altro, che di profetico e di sovrannaturale aveva ben poco.
Ma da Mosè al Mose, il passo (sulle acque) è breve. Lo scandalo tangenti di questi giorni stupisce più per la forma, davvero biblica, che per la sostanza, ormai tremendamente usuale.
Finanziamento illecito, corruzione, riciclaggio, le solite cose… e spuntano nomi di ex ministri, parlamentari, governatori, magistrati, sindaci, imprenditori: un’apocalisse.
Nonostante gli scandali, le nebbie (non solo della laguna), le proroghe, le deroghe, oggi si dà per ovvio che il Consorzio Venezia Nuova concluda i lavori che ha iniziato. Sempre in tema di acqua, scrive Stella: “non c’è padrone di casa al mondo che, accortosi che l’idraulico ha fatto il furbo, ha speso una tombola in bustarelle e non ha ancora finito il lavoro, gli confermi la fiducia e gli dia altri soldi”. Ha ragione. L’acqua a Venezia rimane alta. Servirebbe un miracolo per camminarci sopra.