(F.P. Adams – Nods and Becks)
Non so se questa idea dell’Italicum sia proprio azzeccata.
Se infatti appare razionale l’ipotesi del ballottaggio, qualora nessuna coalizione raggiunga il 35% dei consensi, e sacrosanti gli sbarramenti ed i premi di maggioranza, un po’ meno affascinante è il fatto che permanga il vizio principale delle mancate preferenze. In barba alla Costituzione e alle sentenze della Corte, il Parlamento continuerà infatti ad essere scelto dalle segreterie dei partiti. I cittadini continueranno a non eleggere direttamente i propri rappresentanti. Democrazia rappresentativa fino ad un certo punto. In effetti è questo il vero modello italico: si cambia molto per non cambiare, alla fin fine, nulla.
E allora, cui prodest? Di certo la mossa dell’Italicum giova all’immagine di Renzi, che in poche settimane è riuscito a trovare un accordo sulla materia, laddove hanno fallito miseramente i governi Berlusconi, Monti e Letta.
Ma l’arrembante e rampicante sindaco poteva almeno scegliere un nome meno infausto per la sua proposta di legge elettorale. La sua bozza richiama un po’ troppo l’irrisolto dramma italiano dell’Italicus. Speriamo abbia più fortuna.