Archive for gennaio 2014

Welcome to the paradise

Take me down to the paradise city
where the grass is green and the girls are pretty

(Guns N’ Roses – Paradise City)

 

Se non fosse per il fatto che celano spesso dei drammi, alcune notizie farebbero davvero sorridere per quanto sono stravaganti.

Ieri è morto il cow boy della pubblicità della Marlboro: un tumore al polmone.

Bizzarro no? Come se Cesare Ragazzi morisse di alopecia, o Mastrota venisse schiacciato da una batteria di pentole o da una doga queen size. Sono gli scherzi del destino, le stramberie che talvolta la natura ama fare.

Anni fa Beppe Grillo ci scherzava sopra: “Vieni anche tu nel Marlboro Country… Sì, è morto di cancro, lui e il cavallo”. Col senno di poi possiamo dire che aveva ragione, perché l’icona selvaggia del Marlboro Man, al secolo Eric Lawson, è morto davvero di cancro ed ha raggiunto il paradiso. Del cavallo, invece, non si hanno notizie.

Cowboy

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Modello Italico

“Il problema di questo paese è che ci sono troppi politici che credono,
con una convinzione basata sull’esperienza,
che si può ingannare tutto il popolo per tutto il tempo”

(F.P. Adams – Nods and Becks)

Non so se questa idea dell’Italicum sia proprio azzeccata.

Se infatti appare razionale l’ipotesi del ballottaggio, qualora nessuna coalizione raggiunga il 35% dei consensi, e sacrosanti gli sbarramenti ed i premi di maggioranza, un po’ meno affascinante è il fatto che permanga il vizio principale delle mancate preferenze. In barba alla Costituzione e alle sentenze della Corte, il Parlamento continuerà infatti ad essere scelto dalle segreterie dei partiti. I cittadini continueranno a non eleggere direttamente i propri rappresentanti. Democrazia rappresentativa fino ad un certo punto. In effetti è questo il vero modello italico: si cambia molto per non cambiare, alla fin fine, nulla.

E allora, cui prodest? Di certo la mossa dell’Italicum giova all’immagine di Renzi, che in poche settimane è riuscito a trovare un accordo sulla materia, laddove hanno fallito miseramente i governi Berlusconi, Monti e Letta.

Ma l’arrembante e rampicante sindaco poteva almeno scegliere un nome meno infausto per la sua proposta di legge elettorale. La sua bozza richiama un po’ troppo l’irrisolto dramma italiano dell’Italicus. Speriamo abbia più fortuna.

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Buona forchetta – Al Ponte

Sui fasti dell’ex Bersagliere, la proprietà sta cercando di ridare lustro e clientela allo storico locale di Goito, adiacente al Ponte della Vittoria. Non a caso uso il termine “adiacente”, dal latino ad-iacere, cioè “giacere accanto”. Per anni ho avuto infatti l’idea che il ristorante Bersagliere “giacesse” esanime in attesa di una fine definitiva.

Oggi il ristorante è elegante ed i muri storici in cui si trova gli donano inevitabilmente fascino e raffinatezza. Ambiente caldo, ma acustica pessima: nella prima sala il brusio di sottofondo diventa un fastidioso chiasso.

Il servizio, sempre gentile, cerca anche di essere accurato. Non sempre ci riesce: ci avevano riservato un tavolo, ma erroneamente l’hanno assegnato alla coppia senza prenotazione entrata insieme noi. Nulla di male, se non fosse che dall’equivoco ne è nato un grossolano conciliabolo tra le cameriere, poco interessante per il cliente in attesa di sedersi.

Si mangia bene. I piatti seguono un po’ la stagionalità delle materie prime e gli ingredienti sembrano di qualità. Ottimi i ravioli con il fagiano e anche quelli con la rapa rossa e la scamorza. Carta dei vini abbastanza assortita. Sconforta il fatto che l’unico vino rosso sfuso sia il lambrusco. Carrello dei dolci deludente.

Per la qualità meriterebbe certamente un voto alto, ma i prezzi sono ancora un po’ elevati. Tanto per dire, mi pare 13 euro per una piccola burrata con qualche fetta di prosciutto crudo. In due abbiamo preso un antipasto, due primi, un secondo, un dolce, un bicchiere di vino e un caffè: 34 euro a testa.

Voto: 6/7

Locanda al Ponte, s.s. Goitese 258 – Goito (Mn)

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Banana Republic

Agnelli ha detto che non siamo nella repubblica delle banane,
però qualche banana in Italia c’è perché avvengono cose veramente singolari

(I. Montanelli, 5 maggio 2001)

Se mi avessero chiesto di pensare a qualche nazione dove la legge elettorale è incostituzionale e dove le elezioni regionali vengono annullate dal tribunale, mi sarebbe venuta in mente qualche repubblica centrafricana, il Congo, la Liberia o il Gabon. Oppure qualche dittatura sudamericana, di quelle coi generali in divisa e i mucchi di banconote che passano di mano in mano.

Invece la Repubblica di Bananas è a casa nostra, nell’Italia democratica, dove si pretende di fare lezione agli altri. Votiamo senza scegliere i rappresentanti e contro la nostra stessa Costituzione, a volte anche raccogliendo firme false. Roba leggera,  che se accadesse in Africa vedrebbe partire gli osservatori dell’Onu per presidiare le elezioni.

banana

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Cum grano Salis…burgo

“Salisburgo… Un fiume di ricordi che straripa.
Un libro dal passato troppo denso di avvenimenti.
Un quadro che trabocca dalla cornice e la spezza”

(M. Wallmann)

Salisburgo rientra nella serie “posti dove puoi andare, quando non sai dove andare”. È una meta relativamente vicina e costituisce un ottimo punto di riferimento per una breve vacanza. La città, famosa per Mozart e per le sue palle, è tutt’altro che pallosa e merita decisamente il viaggio. Oltre al centro cittadino, alla fortezza e al castello Hellbrunn, è consigliabile anche una visita ad una delle diverse miniere di sale dei dintorni.

L’irrinunciabile specialità locale street food è il bosna, che ho scoperto essere menzionato anche da wikipedia. Si tratta di un panino contenente due bratwurst, cipolle, senape e curry in polvere: das Ende der Welt.

 

La città vecchia

La città vecchia

 

L'austriaco medio

L’austriaco medio

 

Innsbruck, sulla via del ritorno

Innsbruck, sulla via del ritorno

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