Su col(la) morale!


Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”.
(Platone, Apologia di Socrate)

Leggo in rete i commenti sbrodolanti sulla vicenda di Caterina Simonsen, la venticinquenne affetta da quattro diverse malattie genetiche che ringrazia pubblicamente la sperimentazione animale, meritevole di averle permesso di vivere sino ad ora. Su facebook le hanno augurato la morte, perché causare sofferenze agli animali è ingiusto e moralmente inaccettabile. Forse è vero.

Ovviamente non sono un ricercatore e non posso sapere quanto sia “vitale”, o quanto sia irrinunciabile la sperimentazione animale. Non so dire se esistano delle alternative efficaci ed immediate, né se gli stessi risultati della medicina contemporanea si sarebbero potuti raggiungere percorrendo altre strade, magari eticamente più condivisibili.

A chi però propina la morale sui diritti degli animali, voglio dire una cosa. Se vi capitasse di essere seriamente malati, o se capitasse ad un vostro stretto familiare di esserlo, non ci sarebbe più nessuna morale. Il sacrificio di un animale per la salvezza vostra o di vostro figlio vi sembrerebbe un’irrisoria quisquiglia. Pur di vedere la guarigione preghereste in qualsiasi lingua e sacrifichereste topi, cani, gatti e orsi marsicani per salvare voi e la vostra famiglia. Se servisse, probabilmente paghereste anche gli umani per testare le cure che potrebbero darvi una speranza.

E allora, se la morale funziona solo in certe circostanze non è più una morale. È semplice ipocrisia.

 

Dal priflo fb di Caterina Simonsen

Dal priflo fb di Caterina Simonsen

  1. #1 by Cristina C. at 31 dicembre 2013

    Anni fa, la signora che fu operata prima di me, testimone di Geova ha avuto un’emorragia. Le infermiere avevano già preparato l’expander (allarga la vena per la trasfusione – mi hanno spiegato), le figlie se ne sono accorte e hanno chiamato gli anziani per bloccare il primario, il quale con il permesso del questore (se ricordo bene) può procedere alla trasfusione anche se la paziente non aveva dato il suo consenso. Il primario riuscì a fermare l’emoraggia. Il giorno dopo ne abbiamo parlato, mi sono astenuta dal giudicare ma se lì ci fosse stata mia madre io le avrei dato sangue di babbuino o sangue umano infetto pur di salvarla.
    Forse non si può mettere sullo stesso piano la morale religiosa e la morale animalista. Nemmeno io sono un ricercatore, qui ci vorrebbe un esperto di bioetica: fino a dove ci si può spingere per salvare la dignità umana?

(non verrà pubblicata)

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