Mamma mia


“Le madri sono facilmente gelose degli amici dei loro figli,
quando questi conseguono successi particolari.
Una madre ama di solito in suo figlio più che il figlio stesso”.

(F. Nietzsche – Umano, troppo umano)

Durante il soggiorno toscano, nella Val di Merse e nelle Crete senesi, abbiamo fatto tappa anche nel piccolo paese di Buonconvento. Borgo caratteristico, ma nulla di eccezionale. Merita la sosta solo se ci si passa a fianco, perché in Toscana c’è decisamente di meglio.

Passeggiando tra le stradine assolate, scorgiamo un’anziana signora che dall’alto della sua finestra sta chiudendo le imposte. Il sole picchia forte ed alzare lo sguardo è quasi un’impresa.

Buongiorno”, esordisce cortese, volgendo lo sguardo verso la strada sotto la sua finestra.

Buongiorno signora”, rispondiamo cortesemente sorridendo.

Da dove venite?

Da Mantova.

Ah… e avete figli?

No, signora, non ne abbiamo”, rispondiamo sbalorditi per la stravagante domanda. Non ha certo problemi di relazione con gli sconosciuti…

Beh, quando ne avrete, fatene almeno due. Che uno è poco”.

Eh, signora mia… uno è poco e due son troppi. Comunque sarà fatto”, ribatto con fare sbrigativo, chiedendomi se siamo capitati in un ospedale psichiatrico o su Scherzi a parte.

Siete sportivi?

Osssignùr, penso nell’intimo della mia pazienza. “Sì, certo, siamo sportivi.

E il calcio, lo conoscete?

Sì, certo. Conosciamo un po’ anche il calcio.

Allora aspettate, che vi mostro una cosa.

La signora abbandona la finestra e va a cercare qualcosa. Aspettiamo attoniti e un po’ incuriositi dall’estrema confidenza.

Ritorna dopo qualche secondo con un’immagine cartonata della nazionale italiana, credo ai mondiali del 1978. Mi chiede se conosco il terzo da sinistra, indicando un calciatore con i capelli lunghi.

Allora, il primo è Romeo Benetti, in porta c’è Zoff, poi in piedi ci sono Bettega e Gentile. Sotto distinguo Causio, Antognoni, Scirea… Ma il terzo in alto non saprei. È lontano, non lo riconosco. Chi è?”.

È Bellugi, il mi figliolo”, sentenzia orgogliosa.

Le faccio i complimenti, mentre mia moglie si chiede perplessa chi cacchio sia sto Bellugi.

Dico alla nonnina che vedo spesso suo figlio tra i commentatori sportivi di Italia 7. È contenta, appagata del nostro riscontro positivo, ma non le basta. Si lamenta apertamente e lascia trasparire un’insoddisfazione vecchia di tanti anni.

Fa tenerezza quando si confida e ci dice che le manca molto quel figlio calciatore, uscito di casa giovanissimo, emigrato a Milano e mai tornato dalla madre. “Non fate un figlio solo, fatene almeno due”, ripete con la voce tremula.

Con un piccolo groppo in gola la salutiamo e la lasciamo nuovamente da sola, con le sue imposte da chiudere e col suo poster della nazionale da riporre nel cassetto.

Italia, 1978

Italia, 1978

  1. #1 by Cirano at 19 luglio 2013

    “La mi mamma l’a sta perdendo la memoria” direbbe la signora Bellugi, ma non ha fatto un figlio solo, ne ha fatti 6. Di questi almeno 4 passano regolarmente a trovarla, a questi si aggiunge una nuora che le è molto affezionata. La mia mamma sta perdendo, oltre alla memoria i contatti con la realtà ma è molto più fortunata della signora Bellugi … ed è sempre allegra!

  2. #2 by andrea at 22 luglio 2013

  3. #3 by Giullare at 24 luglio 2013

    Non ci posso credere… Che storia!

(non verrà pubblicata)

  1. Ancora nessun trackback