“Mi hanno mostrato con ammirazione i tentacoli edilizi che riempiono ogni pertugio di questa pianura, e che s’insinuano disgreganti su per i dossi e le prime colline delle Prealpi: uno squallore di dimensioni imponenti che in lui, invece, suscita sentimenti di genuina ammirazione. Il panorama di fronte a noi mostrava, in tutta la sua grandezza, l’ottusa capacità devastatrice degli uomini”
(U. Matino, La valle dell’orco)
Leggendo un articolo del Gazzettino, apprendo che la Protezione Civile è il “magistrato” delle acque per l’alluvione. Dev’essere certamente per questo motivo che qualche settimana fa Cereta è finita sott’acqua, cioè perché a Volta la Protezione Civile non ha il potere di “magistrato”, ma quello di un “uscere di tribunale”.
In assenza di magistrati che governano, ma in presenza di molti azzeccagarbugli che chiacchierano, le prevedibili piogge di maggio hanno sommerso la frazione di Cereta. Benché i giornali ne facciano una notizia, i meno giovani non si stupiscono affatto: un evento simile accadde anche nel 1956 e nel 1967. E un amico mi racconta che da sempre la località Ciaegòt (dal dialettale ed esaustivo “Ciàega”, ovvero chiusa, chiavica, cloaca), ubicata proprio all’ingresso della frazione, finisce in salamoia al primo temporale di rilievo.
In perfetto stile italiota (che fa rima con…) al Ciaegòt c’abbiamo fatto il quartiere residenziale più “in” di Cereta. Villette a schiera coi colori di Portofino, piazzette in porfido e seminterrati umidi che si possono trasformare all’occorrenza in ampi acquari, come i divani-letto quando viene un ospite. È la cosiddetta “promozione del territorio”, quella che promuove le zone paludose in zone edificabili, mai viceversa. A nord del paese brilla la lottizzazione Paül (in italiano “Palude”), che già dal nome mostra la propria evidente attitudine naturale ad ospitare insediamenti residenziali.
In questi giorni è nato il comitato “Futuro per Cereta” che dovrà difendere il territorio della frazione. Se non dalle speculazioni, almeno dal maltempo.
#1 by Cirano at 17 giugno 2013
A proposito dell’incapacità di assumere decisioni su questo tema ed infinamente più grave e drammatico, mi è capitato di leggere il resoconto delle diverse fasi dell’alluvione del Polesine. http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Polesine_del_novembre_1951