Archive for aprile 2013
Pubblicità occulta
(P. Dusenberry)
Ce ne sono pochi che possono battere la RyanAir in fatto di pubblicità durante il servizio. Forse possono riuscirci le pagine del Mantua Bazar, dove per cercare un’auto usata devi prima leggerti gli annunci di trecento agenzie immobiliari, oppure le puntate di Melaverde, che per capire quanto si stagiona una forma di asiago devi prima imparare i prezzi delle pentole di Cesare Cadeo o la formula del lattice dei materassi di Mastrota.
Nella ricerca dei voli disponibili, da tempo RyanAir utilizza un controllo di sicurezza che impone di digitare manualmente una combinazione di lettere e numeri distorti, di volta in volta suggeriti sullo schermo del pc. Si chiama test Captcha ed è noto in informatica perché serve a determinare se l’utente è un umano. Lo scopo evidente è quello di evitare l’accesso al sito da parte di programmi automatici, che potrebbero generare degli spam.
La Ryan però ha superato se stessa. Non bastasse l’assicurazione, il noleggio auto, la priority, l’hotel e il trolley che cercano di venderti prima di confermare l’acquisto del volo, ora ricorrono anche all’occulto. Le parole random del test Captcha nascondono in realtà dei messaggi allusivi per l’acquisto. E neanche tanto sublimali. Robe de mat.
25 aprile, Festa della Restaurazione
(E. Biagi)
Avremmo dovuto celebrare in serenità la Festa della Liber-Azione, ma di liber-attivo c’è stato ben poco. Su sessanta milioni di italiani, non siamo riusciti a trovarne uno che potesse diventare Presidente della Repubblica. Ritorna dunque “Napo orso capo”, uno sbarbatello della politica, classe 1926. Grande rispetto per Re Giorgio, ma è nato prima del dirigibile Italia, quando il cinema era ancora muto, la penicillina non era stata scoperta e non era stato inventato neppure il transistor. L’altro ieri insomma. Doveva esserci profumo di novità, invece rimane un forte odore di canfora.
Per la Presidenza del Consiglio, personalmente caldeggiavo il ritorno di Andreotti, per fare pendant con tutto il resto dell’arredo. Invece scende in pole position il sempregiovane Enrico Letta,. Finalmente un volto del cambiamento. Più o meno.
Enrico Letta è innanzitutto nipote dell’eminenza grigia Gianni Letta, con il quale oltre a spartire cognome e pranzi di Natale, condivide anche gli incarichi istituzionali. Nel 2006 Gianni cede ad Enrico la carica di Segretario del Consiglio dei Ministri. Nel 2008 Enrico restituisce ancora allo zio Gianni la stessa carica: impieghi di famiglia.
Ma il giovane Enrico è stato anche presidente dei Giovani Democristiani e poi Ministro di altri due personaggi bizzarri, D’Alema e Amato. Appena l’anno scorso Lusi, l’ex tesoriere della Margherita indagato per aver sottratto ingenti somme al PD, sostenne che parte di tali soldi finì proprio in tasca ad Enrico Letta. Illazioni, forse. Ma valeva la pena affidarsi ancora a questi personaggi?
Buon 25 aprile a tutti.
XXVII° Consiglio (15 aprile 2013)
Posted by Giullare in Cose di paese on 21 aprile 2013
Il Consiglio ha discusso e adottato un piano attuativo del PGT. Si tratta dell’area privata (non pubblica) nei pressi di via del Tricolore, oggetto di perequazione per l’abbattimento dell’area ex Tintoria dei Savi, ormai integralmente demolita. Tutti i pareri delle varie istituzioni sulle caratteristiche dell’area sono stati favorevoli, dunque l’osservazione (apparsa anche tar le lettere di Voltapagina) è stata respinta. La Minoranza, che in fase di discussione del PGT non aveva addotto alcuna particolare obiezione al riguardo, si è detta contraria. Delle quattrocento persone che hanno apparentemente firmato l’osservazione, in sala ne era presente solo una. Mi sembra strano che un bisogno della cittadinzna, se è davvero così sentito, non venga minimamente rappresentato nella fase più decisiva del provvedimento. E mi sorgono grossi dubbi sulla raccolta delle firme. Non è che si tratta dell’ennesima polemica politica, finita misermente in vacca?
Nella stessa seduto è stata approvata anche l’altra perequazione dell’ex Tintoria dei Savi, in via Aldo Moro. Qui la Minoranza si è astenuta.
La strega cattiva
(G. e W. Grimm – Biancaneve)
Qualche giorno fa Travaglio ha indicato i motivi per cui la Bonino non potrà essere il nuovo Presidente della Repubblica. Fondamentalmente perché per dieci anni si è candidata col suo partitino, al fianco di Forza Italia sostenendo talvolta battaglie insostenibili. È vero, per molto tempo il Partito Radicale ha mostrato il tipico limite di chi, essendo troppo piccolo per contare qualcosa, si affida alle braccia di chiunque possa sollevarlo dal guano in cui è solito sguazzare. Pannella & Co avrebbero fatto qualunque patto con qualunque diavolo, pur di entrare dalla cruna del Parlamento. È questo un peccato inespiabile? Forse sì, ma onestamente abbiamo visto anche di peggio.
Travaglio poi tende a confondere la condotta radicale (voto in Vigilanza Rai per imporre la par condicio tv, approvazione dell’intervento in Iraq, negazione dell’arresto di Cosentino) con la morale personale di Emma Bonino.
Emma Bonino si batte da tempi non sospetti per quello in cui crede davvero. Senza proclami falsi, senza scandali personali, senza compromessi in nome del tornaconto privato. È esponente dell’unico partito italiano veramente europeista e veramente transnazionale ed è forse l’unica a non aver mai piegato la schiena di fronte alle stringenti pressioni del clero. Condivido poco del suo pensiero, ma stimo molto la sua caratura e la sua appassionata vita politica.
Navigata senatrice ed europarlamentare, Vicepresidente del Senato, Ministro, Commissario europeo…l’esperienza c’è.
In tutti i sondaggi che interpellano gli Italiani, lei appare sempre ai primi posti. Forse perché in molti, su quello scranno la vedrebbero bene.
Ma Emma Bonino non sarà mai Presidente della Repubblica. Perché non stringe l’occhio a nessun partito importante, perché detesta gli ambienti democristiani e le stanze vaticane, perché non ha nessun pacchetto prezioso da portare in dote.
E dunque al posto di questa terribile strega, attendiamo fiduciosi un fantoccio con accontenti tutti.
Quello che la musica può fare
(M. Gazzè – Una musica può fare)
Per andare fino a Corte Maggiore, in provincia di Piacenza, a vedere un concerto di Max Gazzè, ci vuole del buontempo. Mi ci hanno quasi trascinato, ciononostante sono felice di esserci stato.
Pensi di conoscere due canzoni di Gazzè, ma poi man mano che il concerto prende quota, scopri che le stai canticchiando quasi tutte. L’orecchio associa i vari pezzi ai momenti della vita che più li ricordano. Adoro i testi, divertenti, ricercati e mai banali.
Qualcuno balla, qualcuno salta, qualcuno urla. Gazzè suona benissimo il basso e il concerto assume subito un’impronta originale. Acustica un po’ scarsa, che però non rovina l’atmosfera di allegra spensieratezza che si è creata.
Corte Maggiore, almeno questa sera, sembra vicinissima a noi. È questo, quello che la musica può fare.
Buona forchetta – Germano Reale
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 9 aprile 2013
Agriturismo disperso nella palude di Rivalta, tra canneti e cavedagne a poche centinaia di metri dal Mincio. Con la nebbia dell’autunno e dell’inverno sembra di stare in un libro di Baldini.
Nell’edificio completamente ristrutturato, campeggiano ovunque le immagini di germani reali. Una trentina i coperti.
La premessa basilare per entrare in questo locale è che non si può decidere il menu. Le portate sono uguali per tutti, a seconda della disponibilità degli ingredienti e dell’ispirazione del cuoco. I piatti seguono dunque la stagionalità dei prodotti, come dovrebbe avvenire ovunque nel mondo. Chi vuole scegliere “alla carta”, può evitare di entrare.
L’azienda coltiva ortaggi e alleva animali propri (pollame, suini, maiali). Ne scaturisce una cucina buona, assolutamente casereccia, che raramente però si rivelerà leggera.
Vini sfusi poco convincenti, meglio optare per qualche bottiglia.
Non ci si scappa: antipasto, due primi, secondo e dolce… 25€.
Voto: 7
Agriturismo “Germano Reale” – via Camignana, Rivalta sul Mincio (Mn)
XXVI° Consiglio (26 marzo 2013)
(J.B. De La Borde, Pensieri e massime, 1791)
Il Consiglio Comunale della scorsa settimana ha riguardato l’adozione di due Piani Attuativi per l’area adiacente a Via Sordello. Si tratta di variazioni che sanano alcuni vizi di forma evidenziati nei mesi scorsi e divenuti oggetto di accese polemiche da parte della Minoranza.
Minoranza che in fase di adozione di queste adozioni non ha proferito verbo.
Paradossalmente la Gazzetta, pur non essendo presente alla seduta, ci ha fatto un bell’articolo. Sballato, parziale, costruito probabilmente racimolando qua e là informazioni di terza mano, inviate da qualche consigliere deluso. Professionalità di provincia.
La Gazzetta scrive che l’Opposizione ha espresso voto contrario ai provvedimenti, in realtà si è astenuta. Fa poi la morale alla Maggioranza, elencando i consiglieri assenti ma dimenticando le defezioni della Minoranza.
A Francesco Romani, che firma gli articoli della Gazzetta di Mantova su questo argomento, suggerisco di partecipare al Consiglio per dare più attendibilità alle informazioni (qualcuno potrebbe addirittura leggerle). A chi gli passa il temino da pubblicare per conto terzi, suggerisco di non tralasciare troppi dettagli… c’è sempre qualcuno che poi pensa male.