(L. Ligabue – Dove fermano i treni)
La notizia che arriva da Pechino riguarda la condanna a morte di un serial killer, accusato di aver fatto a pezzi le sue vittime e di averle vendute al mercato locale come “carne di struzzo”.
Come sempre, la tragicità della vicenda è mitigata dalla lontananza siderale del suo svolgimento. Rimane infatti vero l’assurdo assunto secondo cui: più una tragedia è distante da noi, meno grave è il suo impatto. Riflessione banale e dunque mediocre, me ne rendo conto.
La notizia dell’omicida e dell’arte culinaria dei resti però, mi ha riportato alla mente due vicende italiane, molto simili e molto vicine ai nostri luoghi.
Leonarda Cianciulli, meglio nota come la saponificatrice di Correggio, bolliva i cadaveri delle proprie vittime per ricavarne sapone e con il sangue preparava gustosi pasticcini da offrire alle amiche. La famiglia Da Tos, invece, rivendeva i tranci delle vittime nella macelleria di Alleghe. Ottimizzazione nei costi di smaltimento.
Vicende angoscianti, che però suscitano morboso interesse. Questi personaggi sono perfetti per scriverci libri o costruirci narrazioni thriller. E questo infatti è ciò che è stato abbondantemente fatto.
Evidentemente non c’è nessuna morale finale, nessuna chiusura. Continueremo a leggere di notizie simili e a romanzarne gli accadimenti, compiacendoci dell’inquietudine che suscitano.