Al fresco


“Sono un criminale? Il mondo sa che io non sono un criminale.
Per cosa stanno cercando di mettermi in carcere?
In questa società si è perso il senso comune”

(J. Kevorkian)

Paolini è stato condannato. Mica l’attore, quello bravo a fare i monologhi in teatro. No, quell’altro. Quello che appare sempre dietro gli inviati del tg, quello che disturba i servizi in diretta.

Sei mesi di reclusione e 30.000 euro di risarcimento. Una bella mazzata, anche se il personaggio è abituato. Un curriculum impressionante: 1500 denunce e solo due condanne in Cassazione, per interruzione di pubblico servizio e per molestie. Vuol dire che questo qua passa la vita tra tribunali e telegiornali, una costanza senza eguali. In qualche modo lo ammiro.

L’unica cosa triste di questo pagliaccio e di questo circo è che Paolini risulta nullatenente e gli avvocati glieli paga lo Stato, cioè noi.

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