Dal casco al caschè


“Come può un grande calciatore come Rivera distruggere in un attimo la sua leggenda,
accettare penosamente di farsi dare i voti da un certo Guillermo Mariotto,
subire le spiritosaggini di Ivan Zazzaroni,
sottoporsi alle opinioni di Sandro Mayer?”

(A. Grasso – Corriere della Sera, 17 gennaio 2012)

Ha messo molta tristezza anche a me la partecipazione di Gianni Rivera a “Ballando con le stelle”. Cosa spinga una leggenda dell’orgoglio nazionale ad abbassarsi così tanto, rimane una circostanza totalmente inspiegabile.

All’età di cinque-sei anni mio cugino mi regalò una maglia del Milan con il numero 10 e un poster di Golden Boy che conservo ancora, ripiegato ed impolverato da qualche parte. Ovviamente non lo ricordo come giocatore, ma le sdrucite immagini di Italia-Germania 4 a 3 e altre cianfrusaglie simili hanno confezionato un’immagine epica di Gianni Rivera. Il casco di capelli bohémien, quella “r” moscia un po’ snob ed il fisico asciutto mi sembravano il ritratto del calcatore nobile per antonomasia.

Ora, immaginarlo con le scarpette a punta che azzarda un casché… riempie di sconforto e amara mestizia. Un vecchio da circo.

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