Volevo inserire un bel post natalizio, uni di quelli che non dicono niente, fanno gli auguri e lasciano un leggero alone buonista. Ma non mi è venuto niente.
Vi giro un articolo di Silvio Di Giorgio, che fotografa in maniera paradossale la situazione attuale.
Capisci che Natale è alle porte quando Berlusconi la smette di infrangere la legge per un paio d’ore e va a presentare il nuovo libro di Bruno Vespa. I libri di Vespa hanno anche un altro difetto, oltre a quello di rivalutare le pagine di Fabio Volo: quello di far sembrare i roghi di libri come una pratica auspicabile.
A Natale siamo tutti più buoni, più disponibili e sensibili. Anche per colpa della crisi. In questi giorni Scilipoti abbassa il suo prezzo di listino del 15%, i calciatori vendono le partite con il 3×2 e il Santo Padre rinuncia alle posate incastonate di diamanti e mangia lo zampone solo con quelle d’oro.
A proposito, Ratzinger si è molto incuriosito vedendo per strada tutti i vari presepi. E’ rimasto così colpito che ha chiesto a Padre Georg di cercare su Google chi fosse quel bambino nella mangiatoia.
La Fornero si commuove pensando ai sacrifici che dovrà affrontare Babbo Natale per consegnare i regali ai bambini delle famiglie benestanti: con le strade intasate dai precari in cerca di un secondo lavoro non sarà facile per lui raggiungere in tempo le case di tutti i parlamentari. Poverino, con questo freddo! E poi i cassaintegrati che gli trainano la slitta non hanno la stessa potenza muscolare degli extracomunitari usati nei Natali passati.
Per il Santo Natale la figlia di Tom Cruise ha ricevuto dal papà regali per 130.000 dollari. Quando l’ha saputo, Alessandra Mussolini si è indignata pubblicamente: “Gli andrebbe tolta la patria potestà! Una cifra folle: la figlia sarà costretta al suicidio con quei quattro spiccioli!”
Piaccia o non piaccia, il Natale è un giorno speciale: è l’unico giorno dell’anno in cui i leghisti brindano alla nascita di un extracomunitario. Anche Borghezio alza il calice con un sorriso, ma solo perché sa che quell’extracomunitario camperà solo trentatré anni.
#1 by Gianluca at 27 dicembre 2011
A volte le parole non bastano per descrivere le cose.
Bisogna viverle o averle vissute.
Qualche anno fa. Un bambino. Diciamo in età scolastica.
Una mamma che gli dice: vai a prendere 500 lire di pane.
Il bambino usciva. Costeggiava tutti i muri così non attraversava
nessuna strada.
Arrivava nella piazzetta. Scendeva un po’ più giù ed entrava in panificio.
Buongiorno, vorrei 500 lire di pane.
La commessa prendeva un sacchetto, lo appoggiava sulla bilancia
manuale ed inseriva un po’ di panini. Quando era al limite della somma
sceglieva quello giusto per arrivare alla cifra. A volte erano 510, a
volte 490; non è che si potesse tagliare a metà un panino. Ma il conto
lo teneva lei. Forse a fine mese tutto quadrava. 500 lire di pane.
Poi il bambino cresce. Le cose attorno cambiano.
La vita cambia.
Alla commessa si ordina il pane che si presume possa servire: mi dia
cinque panini. Magari ognuno di un tipo diverso. Si paga, quello che
è, è. Poi si ha pure il privilegio di avanzarne. Buttarlo via. O se
va bene, darlo al nonno che alleva ancora qualche gallina.
Questa mattina. Antivigilia di Natale 2011.
Mi fermo in un panificio dove fanno la pizza buona. Uno spuntino di
mezza mattina. Entro, persone davanti. Una signora, vestita di scuro
con il volto molto teso. Chi tocca? A me, dice timidamente. Cosa le
do? Vorrei un euro e venticinque di pane.
Ecco, questo è un tuffo. Nel passato e nel presente.
#2 by Erica at 1 gennaio 2012
Grazie Gianluca.