Inter-not


Ma io mi vergogno… mi vergogno di essere italiano.
Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide.
Io parlerò, non avrò paura”.

(Pio XI – da un udienza con Monsignor Tardini del 28 ottobre 1938)

 

Il ddl intercettazioni, in fase di approvazione al Senato, al suo articolo 1, comma 29, prevede che tutti i siti web siano obbligati a pubblicare una rettifica per qualsiasi contenuto, che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Non parliamo di insulti, diffamazione o calunnie (circostanze, queste, che già prevedono gli argini  del Codice Penale per essere contrastate), ma di semplici affermazioni, anche oggettivamente certe e attendibili, che un soggetto possa ritenere dannose per la propria onorabilità. Se un ladro ruba, pur in presenza di prove o di flagranza di reato, non si potrà scrivere che “il ladro ruba”, perché il ladro stesso potrà ritenerlo lesivo della propria reputazione. Si badi bene che il giudizio di “lesività” non spetterà ad un giudice, ma unicamente alla parte (presunta) lesa.

Il popolo dei blog è in rivolta. I siti d’informazione pure. Wikipedia si è auto oscurato, avvertendo il visitatore che se non cambieranno le cose il sito verrà cancellato (provate a cliccare ora…).

Non credo, come Grillo ad esempio, che tutto ciò possa causare la chiusura della rete. Credo però che silenziosamente si stiano incubando i germi per la censura a tappeto dell’informazione. Se venisse approvata la legge è facile immaginare che chi vorrà fare informazione eviterà di toccare determinati personaggi o argomenti, se non altro per non impelagarsi inutilmente tra i rovi di questa assurdità.

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