(Ritornello di una canzone bavarese tipica, cantata alla Hofbräuhaus)
La Baviera è una meta a portata di mano. Quando uno non sa dove andare, dovrebbe farsi un giro in questa regione. La Germania non ha costi particolarmente alti, racchiude angoli molto affascinanti e storicamente attraenti, ed inoltre ci si può trovare anche del buon cibo.
Noi abbiamo deciso di raggiungere Norimberga e di scendere attraverso la nota Romantische Strasse. Un itinerario però un po’ personalizzato, tracciato leggendo qua e là le informazioni delle varie guide e disegnato anche sulla base delle reminiscenze legate ai viaggi passati.
Monaco. Il viaggio inizia dall’intramontabile capitale della Baviera. Città non particolarmente incantevole, ma bella da vivere e facile da raggiugere. La definirei “sempreverde”. Monaco racchiude per me tanti ricordi. Viaggi in stagioni diverse, con tante persone diverse. S’incomincia con una passeggiata tra le vie commerciali del centro, tra vetrine di abbigliamento improbabile e accostamenti tipicamente teutonici. Le migliori esposizioni sono quelle degli abiti da uomo, con le cravatte regimental sulle camicie a quadrettoni o i colori pastello abbinati e mescolati tra loro in maniera randomica. Si arriva presto nella Marienplatz, piena di gente e di colori, e dopo qualche foto ci rechiamo all’interno del Rathaus, da dove Goebbels pronunciò il celebre discorso che diede il via alla notte dei cristalli. Saliamo sulla torre meridionale della Frauenkirche. Immancabile la sosta alla birreria Hofbräuhaus. Tra le assi consunte di quei tavoli riporto alla mente le stagioni dei vari viaggi. Prima col Gian e col Tui, gli anni dopo con l’Andrea, il Cugi e poi anche col Paio. Mi è impossibile dimenticare le bellissime soste col Lele.
Ceniamo alla Sneider, a mio avviso uno dei posti migliori, poco fuori la porta orientale della città.
Norimberga. È certamente una delle città più pittoresche che abbia mai visto. Non la ricordavo così bella. Il fiume Pegnitz la taglia in due, creando stupendi isolotti concatenati da ponti e passerelle. Dall’alto domina la fortezza Kaiserburg, con gli scuri rossi e bianchi e l’ordinato cortile lastricato; ai suoi piedi si trova una piazzetta da cartolina dove non si può non fermarsi. Qui ho ritrovato la birra artigianale da asporto che conobbi per la prima volta nel lontanissimo ’93! Poi la celeberrima piazza del mercato e le varie chiese. Una città sorprendentemente piacevole, da scoprire girovagando e lasciandosi guidare dal caso.
Alle porte di Norimberga si può visitare il Reichsparteitagsglände, il complesso delle adunate naziste: uno stadio con imponenti tribune per le parate militari e una specie di colosseo per i congressi del partito.
Va detto che i migliori bratwurst, la specialità di Norimberga, si possono indiscutibilmente trovare nel locale di fronte al Rathaus, mentre per una buona cena si può andare ai piedi del castello, al Burgwächter. A pochi chilometri da Norimberga abbiamo visitato il centro di Fürth, la più piccola città al mondo dotata di metropolitana.
Rothenburg ob der Tauber. Cittadina incantevole, con tortuose strade acciottolate, racchiusa in una cinta muraria tonda ed interamente percorribile sui camminamenti di guardia. L’immancabile torre regala la veduta dall’alto sulla piazza centrale. Irrinunciabile.
Dinkelsbühl. Diciotto torri e tantissime case a graticcio dalle tinte pastello, ma il paesino sorprende soprattutto per il silenzio e l’ordine del suo centro. Anche qui la torre di Saint Georg permette di fotografare la piazza da una prospettiva diversa.
Nördlingen. Il paese sorge all’interno di un cratere creato dalla caduta di un meteorite. Ancora una volta la cinta muraria racchiude tutto il centro storico. Sulla Torre Daniel che signoreggia sulla piazza, ci vive tutto l’anno un guardiano. Salendo, penso che non sarebbe poi così male vivere isolati a 90 mt da terra.
Harburg. È una specie di Borghetto in salsa bavarese, con due ponti sul fiume e un isolotto che ospita alcune gradevoli casette. Si visita in dieci minuti. Il pugno di case è sovrastato da un bel castello.
Donauwörth. Il più mediocre. Solo una strada con facciate pastello e un piccolo ponte alla confluenza tra Danubio e Wörnitz. Lo dimenticheremo alla svelta. Trascurabile.
Ausburgo. Città un po’ scarna, che mi ha in parte deluso. Paga i pesanti bombardamenti della seconda guerra mondiale, che ne hanno disintegrato la spina dorsale. Una bella piazza sulla quale si affacciano il municipio e la torre Perlachtum. La cosa più bella è il mercato Stadtmarkt dove bancarelle e chioschi si susseguono senza interruzione. Ottimo il ristorante Bauerntanz nel quartiere più tipico, il Lechviertel.
Friedberg. Semplice paesotto con castello, tranquillamente tralasciabile. Si mangia un buon cervo con canederli nel ristorante della piazza centrale, che è praticamente l’unico.
Landsberg am Lech. Bellissima località sulle rapide del fiume. I vicoli collegano la bella piazza alla rive del Lech, mentre dalla parte opposta si estendono freschi prati e giardini. È un piacere passeggiarci e merita certamente una sosta.
Steingaden. C’è solo un’imponente chiesa, la Wieskirche che a noi è parsa uguale a duomo di Revere. Delebile.
Füssen. La conoscono tutti. Bella, ma troppo turistica. A me non piace gran che.
La Romantische Strasse non è un luogo trascendentale. I piccoli paesi sono deliziosi, ma mai irresistibili. Per capirci: se ci fosse una “strada romantica” che collega Solferino, Volta e Monzambano potrebbe essere sicuramente più pregevole. Il fatto è che in Baviera i villaggi sono sempre bene manutenuti, puliti e ottimamente serviti. Da noi un’amministrazione che fa una ciclabile in cinque anni di legislatura, sembra che compia un’impresa titanica; in Germania ogni strada provinciale è affiancata da una ciclabile, per non parlare delle reti di piste che attraversano tutte le città e i paesi. Sta qui la marcia in più dei tedeschi: nel conservare e nel promuovere al meglio i propri luoghi e le proprie risorse.