(Ligabue – Tra palco e realtà)
Ieri Angelino Alfano è stato eletto segretario del PdL. Non sapevo che in quel partito potesse esistere un segretario. Cioè, sapevo di molte segretarie che gironzolano e bazzicano tra i berluscones, ma quella è un’altra faccenda che non riguarda il pubblico (semmai il pubico).
Estrosa la modalità dell’elezione. I partecipanti al Congresso non hanno votato, ma hanno risposto alla richiesta di acclamazione avanzata dl Premier. Berlusconi ha detto che non serviva una votazione e che anzi era buona cosa che tutti acclamassero Alfano come nuovo segretario del partito. Cioè: un delegato va al Congresso per esprimere un parere e non solo non può votare, ma deve acclamare qualcosa scelto da altri anche per lui. Come se tutti andassimo al supermercato per comprare ciò che ci serve, ma dal banco frutta il commesso urlasse: “avete tutti bisogno di mezzo chilo di cachi in vassoio. Prendete il pacco, andate alla cassa e applaudite con giubilo!”. Ovviamente la platea si è alzata prontamente (e spontaneamente) per l’ovazione ad Angelino. Può capitare che a tutti servano i cachi in vassoio.
Chi non vota Berlusconi può stare tranquillo, questo episodio è assolutamente irrilevante. Ma anche gli elettori del PdL non hanno nulla da temere: è soltanto un nuovo concetto di democrazia e di libertà. Una democrazia più semplice e leggera. “Ti tolgo anche la fatica di votare, guarda… scelgo io per te”. Meno male che Silvio (lui) c’è.