Archive for giugno 2011
Cima Presena
(don Daniele Corridori, 1996)
La prima volta che sono salito sul ghiacciaio Presena è stato ai tempi del Camposcuola a Ponte di Legno, con don Daniele. Credo fosse il 1990 o giù di lì. Non ci giurerei, ma la copertina del libro “Una strada per la montagna” mi pare che riporti un’istantanea di quell’escursione.
Ci sono ritornato ieri, più vecchio, più saggio e decisamente più attrezzato. Non ho potuto fare a meno di confrontare quella salita a questa.
Al di là del fatto che all’età di quindici anni non sai neppure dove ti trovi, ho costatato che l’elemento di maggior differenza è stata l’attenzione per il paesaggio, attenzione che vent’anni fa era inesistente, perché riservata alle cazzate dei miei coetanei. Mentre scrivo, ricerco il libro che ho citato sopra e mi rivedo nelle ultime posizioni della fila, intento a soppesare una palla di neve sicuramente destinata a qualche capoccione degli avamposti. Chiudono la coda il Lele, con gli inseparabili jeans, e il Paio col panama alla Venditti.
Quella di ieri è stata un’esperienza più matura, più legata alla montagna e alle sue meditazioni. Faceva freddissimo in vetta, e il vento ci ha messo parecchio in difficoltà. Bello questo ghiacciaio d’estate, non me ne ero mai accorto.
Successione legittima
“Generale, la guerra è finita,
il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c’è più nessuno”
(F. De Gregori – Generale)
Questa idea dei ministeri al nord è davvero bizzarra.
L’eventuale trasferimento delle strutture da un luogo ad un altro non realizza nuovi posti di lavoro. I nuovi assunti di Varese o di Usmate Velate (si fa per dire), prenderebbero il posto di quelli di Roma, dunque non sarebbero “nuovi posti di lavoro”. Ma tale scelta non rende neppure più efficiente il sistema, perché non ci crede nessuno che le eventuali istituzioni dismesse nella capitale verrebbero smantellate in toto: dove li mettiamo i funzionari rimasti senza Ministero? E non regge nemmeno l’idea dei distaccamenti: cui prodest?
E allora bisogna interrogarsi sulla vera ratio di tale presa di posizione. Ovviamente la scelta è ideologica, dettata però da un populismo da bettola del pellegrino, che mal si concilia con l’idealismo. Non credo affatto che gli elettori leghisti sentano questo bisogno insaziabile di avere un Ministero a Monza. Non penso nemmeno che questo argomento interessi loro più di tanto, perché le vere esigenze dei Padanians sono ben altre.
È questo un segnale indicativo dello scollamento tra il leader e la sua base. Non capire che una battaglia non interessa ai propri soldati è un limite grave per un generale in forma. Ma Bossi da tempo non è più lo stesso. La bocca storta e la voce incerta della sua precaria condizione di salute contrastano stridentemente col mito virile del celodurismo celtico. A Pontida, anziché chiedere la “secessione”, avrebbero dovuto chiedere legittimamente la “successione”.
Esperienza Stravolta
21 km di Stravolta. Nonostante il testamento olografo, opportunamente redatto alla partenza, sono degnamente sopravvissuto all’evento. In verità qualche segno di cedimento lungo la scalata al monte dell’acquedotto ce l’ho avuto, eccome! Mi è parso il Pordoi e non capirò mai se la Madonna in cima era vera o se l’ho vista solo io. Però già al 13°-14° km mi sono ripreso. Le gambe oggi stanno molto bene, la schiena un po’ meno. Se guardo il cronometro rilevo un tempo infame, ma l’importante era mantenere sempre la corsa costante, no?
È d’obbligo un pubblico ringraziamento agli organizzatori e alla Protezione Civile, perché la corsa è stata magnifica. Potrei sintetizzare “complimenti ai fratelli Tedeschi” (beninteso: Aldo e Bruno, non Hans e Wolfgang).
Bellissimo tragitto, con tanta ombra, poco asfalto, boschi e saliscendi. È la conferma che chi disegna i percorsi nel nostro circondario dovrebbe essere di Volta o avvalersi della consulenza dei Voltesi. Qualcuno lo dica a chi organizza i raduni delle vespe, visto che nell’ultima edizione il tragitto faceva pena e chiunque, improvvisando quella mattina, avrebbe scelto strade migliori.
A Volta deludono
Posted by Giullare in Cose di paese on 16 giugno 2011
Non mi sono mai interessato troppo al calcio di paese. Non so perché, forse perché sono un atleta scarso o semplicemente perché non l’ho mai trovato appassionante.
Stamani leggo di una cessione dei diritti di Promozione del Volta, al vicino paese di Monzambano: un vero affronto per chi crede ancora nelle questioni di campanile. A corredo dell’articolo, si citava il rientro (a questo punto a Monzambano) del patron Ferri, allontanato illo tempore tra mille polemiche.
Sapevo delle difficoltà economiche del calcio voltese, e dei continui progetti per salvarlo sempre naufragati, ma la notizia mi ha comunque spiazzato e amaramente confuso.
A Volta non serve pensare a Signori per deludersi di calcio.
Vince sempre l’allenatore
Al termine dell’amichevole Irlanda – Italia, il Trap risponde alla domanda sull’ennesimo scandalo del calcio italiano: “Gli italiani vogliono avere l’uovo e la gallina col culo caldo, ma la gallina, fatto l’uovo, dice coccodé e se ne va“.
Gli aforismi senza tempo del grande Giuàn sono sempre spassosissimi. Alla radio ho sentito però mettere in dubbio il significato attribuito dal Trap a questa espressione. Un ascoltatore sosteneva che “uovo, gallina e culo caldo”, che si usa per indicare una persona che vuole tutto, senza rinunciare a nulla e senza scomodarsi troppo, si riferirebbe solamente all’individuo. A suo dire indicherebbe che il padrone della gallina vuole l’uovo, vuole la gallina e vuole rimanere immobile… col culo caldo.
In realtà non è proprio così. L’interpretazione corretta è quella di Trapattoni, che rimanda alla persona che vuole l’uovo, la gallina e magari anche il culo caldo della gallina stessa, che ha appena fatto l’uovo. Il proverbio è veronese, ma ne esiste una versione pisana pressappoco analoga: “volè l’ovo ‘n culo alla gallina”.
Trap – saccentichetelefonanoindirettaradio 1 – 0.
Istruzioni per l’uso
(Carlo Azeglio Ciampi)
L’hanno scritto dappertutto e anche gli spot tv tutto sommato hanno trattato l’argomento. Non è vero che l’informazione pubblica sta boicottando i referendum. Da buon blog d’informazione, poiché so che alcuni disorganizzati dell’ultim’ora ricorrono anche a questo spazio, mi accodo e riassumo con estrema semplicità i quattro quesiti. Ricordo che come sempre, i referendum sono abrogativi: quindi col SÌ si elimina una legge promulgata, col NO si mantiene la legge stessa. Qui l’obiettivo è chiarire, non influenzare.
UNO – Privatizzazione acqua – Scheda di colore rosso. SÌ per abolire la legge che prevede la privatizzazione di servizi pubblici, tra cui quelli idrici. NO, per consentire che la gestione dell’acqua possa essere affidata a privati, anche se l’acqua rimane un bene pubblico.
DUE – Tariffe servizio idrico – Scheda di colore giallo. SÌ per abolire la legge che permette a chi gestisce il servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa. Con l’attuale norma, il gestore può aumentare la bolletta fino al 7%, senza necessariamente migliorare la qualità del servizio erogato. NO per mantenere la legge, sperando che i maggiori guadagni garantiti al gestore portino al miglioramento del servizio.
TRE – Nucleare – Scheda di colore grigio. SÌ, per abolire la legge che consente di valutare in futuro la progettazione di centrali nucleari in Italia. NO, per non chiudere le porte al nucleare in Italia.
QUATTRO – Legittimo impedimento – Scheda di colore verde. SÌ, per abolire la legge del 2010 che consente al Premier e ai Ministri di non comparire in udienza penale, se impegnati nell’esercizio delle loro funzioni. NO, per consentire a Capo di Governo e Ministri di evitare le udienze, se legittimamente impegnati nel loro mandato.
Andate a votare e fatelo con la vostra testa, non con quella di Di Pietro o di Lupi.
XV° Consiglio (30 maggio 2011)
Col primo punto all’odg si è stabilito unanimemente che non esistono aree, destinate alle attività produttive e terziarie, da cedere in proprietà per il 2011.
Si è proceduto poi a modificare il regolamento per l’applicazione delle tariffe d’igiene ambientale, perché il legislatore, in seguito ad alcune sentenze, ha definitivamente chiarito che le tariffe sono soggette ad iva. Non ho capito perché la minoranza si sia astenuta. Sull’argomento va aggiunto che, previa domanda, è già possibile fruire di una riduzione del 10% sulla tassa rifiuti per chi opera il compostaggio domestico. Fino ad ora lo sgravio era consentito solo alle attività commerciali (ristoranti, agriturismo, etc…), mentre ora viene esteso anche alle utenze domestiche.
Per quanto concerne il terzo punto, le opere pubbliche del triennio 2011-13, è disponibile una tabella excel molto chiara. Qui riepilogherò solo gli aspetti salienti. Oltre all’impianto fotovoltaico da 1mega già operativo, si sta ipotizzando di aggiungere impianti per altri 2mega utilizzando le superfici dei capannoni industriali. Ciò permetterebbe un sensibile investimento nell’energia rinnovabile senza il consumo di suolo. È stato confermato il completamento dell’attuale ciclabile, fino a piazza Cantarana, e quello della creazione di una nuova ciclabile che costeggia il canale Virgilio, da Pozzolo a Guidizzolo. Sono già iniziati i lavori in via Fosse, con il disboscamento dell’ambiente. È previsto per il 2012 l’abbattimento del fabbricato Levoni. In materia di opere pubbliche la Minoranza, naturalmente, ha votato contro: forse perché non c’erano lottizzazioni?
Al quarto punto si è votato il bilancio di previsione 2011. Le entrate tributarie sono grossomodo stazionarie, mentre sono diminuiti di 120.000€ i trasferimenti da Stato, Regione, Provincia. Le entrate extratributarie aumentano grazie alle sanzioni al codice della strada (nuovo autovelox), al fotovoltaico e al trasferimento del servizio dell’acqua al nuovo gestore Sisam. Relativamente alle spese, va sottolineato che l’Amministrazione manterrà inalterati tutti i servizi attuali, evitando spiacevoli tagli. Anzi, in materia sociale (c’era un articolo anche sulla Gazzetta) aumenteranno sensibilmente i sostegni per fronteggiare la congiuntura economica. Aumenteranno le spese della manutenzione del verde e quelle dell’illuminazione pubblica. Per quest’ultima si rendono necessari adeguamenti normativi e manutenzioni straordinarie. Le mie fonti mi dicono che la nuova lottizzazione Col Fiorito consuma circa il 10% di tutta la spesa pubblica per l’illuminazione. Due terzi dell’avanzo di amministrazione, che ammonta a circa 950.000€, saranno utilizzati per l’estinzione di vecchi mutui. Il bilancio di previsione è stato approvato col voto favorevole della sola Maggioranza.
Infine si è proceduto a modificare la convezione per il servizio di distribuzione del gas, perché Italcogim ha cambiato un coefficiente per i calcoli. La modifica non ha impatti sulle tariffe. Voto unanime.
È qui la festa?
Il Presidente Napolitano che applaude i soldati ai Fori Imperiali, un giorno di ferie perché le scuole e le aziende sono chiuse. È tutta qui la Festa della Repubblica?
Il 2 giugno, alle finestre di casa mia non sventola il tricolore, ma la logora bandiera del Milan. Non parteciperò ad alcuna manifestazione, pur gradendo la disponibilità del giorno di ferie.
Un tempo aveva senso, forse, festeggiare la Repubblica che portò la democrazia dopo il regime e il voto alle donne. Oggi ha senso, forse, ricordare quella fase della nostra storia, in bilico tra libertà e oppressione. Di più non mi viene in mente.
Non trovo nulla da celebrare. Non rimpiango i costumi e i personaggi della Prima Repubblica, e disconosco quelli della Seconda. Chi prese parte alla Costituente, chi rifondò il sistema politico-istituzionale del secondo dopoguerra, aveva in mente uno Stato diverso, certamente migliore. Ma così non è stato. Festeggiare, oggi, mi appare amaramente fuori luogo.