“Scèndra, scìla e fümm, abracadabra e incensi cul prufümm,.
Sciguèta imbalsamada e un basilisco disegnà sura una spada.
Abraxas Xabaras e vèss o mea vèss… “
Qualcuno deve spiegarmi qual è il significato della reliquia nel 2011. Il dizionario Garzanti la definisce come “corpo o parte del corpo o oggetto che sia appartenuto a un santo o a un beato e del quale la chiesa abbia autorizzato il culto pubblico”. Oggi la Sala stampa vaticana ha reso noto che ”la reliquia che verrà esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II è una piccola ampolla di sangue, inserita nel prezioso reliquiario fatto preparare appositamente dall’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice”.
Mi risulta che di fatto la Chiesa sostenga l’iconoclastia, cioè che non ammetta la venerazione delle immagini. Riserva tuttavia un trattamento diverso per le reliquie dei santi e dei beati. Di queste è infatti ammesso il culto, perché l’efficacia del miracolo o della grazia richiesta non sarebbe riposta nella reliquia stessa, ma nella preghiera che la reliquia aiuta ad esprimere. Un cavillo giuri-spirituale piuttosto criptico e astruso.
A me sa di strumentale, di contradditorio. E mi ha fatto pensare al libro “I pilastri della terra”, alla curiosa vicenda del cranio di Sant’Adolfo, ben custodito per attirare fedeli da ogni parte del regno.
Uomini e donne di molta fede, lo dico senza polemica e con molta curiosità: spiegatemi con calma qual è il senso di venerare un’ampolla di sangue.