Da dà da’


Qualcuno mi ha chiesto più volte di curare una rubrica di grammatica su questo blog. Non ne ho le competenze e neppure l’autorità, anche se spesso gli strafalcioni della vita quotidiana risvegliano fortemente la tentazione di bacchettare e di intervenire con la matita rossa e blu.

La settimana scorsa ho preso il treno per Milano. All’interno delle vetture scorre un’invadente scritta luminosa: “Trenitalia vi da’ il benvenuto”. Ormai siamo abituati e non ce ne accorgiamo: da’, con l’apostrofo, invece del corretto dà, con l’accento. Quisquiglie? Non tanto.

L’utilizzo dell’apice in luogo dell’accento nasce con l’informatica, all’epoca del primo codice ASCII del 1963. Tra i 128 caratteri decodificabili a quel tempo da ogni computer, non erano compresi i segni diacritici (cioè gli accenti, le dieresi, etc.). Un carattere “estraneo” ai 128 standardizzati poteva non essere riconosciuto da tutti i computer: da qui la necessità di utilizzare l’apostrofo al posto dell’accento.

Oggi siamo nel 2011 e non c’è computer che non riconosca la “à” accentata. Ma l’aggravante è che la confusione tra apostrofo e accento, che nasce come detto dai limiti del linguaggio informatico, ha ormai permeato tutti gli strati della comunicazione. Non è difficile imbattersi in appunti annotati scorrettamente o in avvisi balordamente scritti a mano. L’Accademia della Crusca sentenzia: “Bisognerebbe ricordarsi che questo peculiare costume linguistico ha una ragione di esistere solo in un suo contesto specifico (quello informatico, n.d.r.): se “esportato” da tale contesto, non diventa altro che una marca di pressappochismo”.

  1. #1 by Michele at 6 aprile 2011

    Il da-dà-da’ non lo dimenticherò mai: scrissi la terza persona di dare senza accento in un compito di filosofia in prima liceo. La professoressa prima mi tolse mezzo voto, poi me lo fece scrivere duecento volte con l’accento. Non l’ho più sbagliato, anzi, ogni volta che lo vedo sbagliato mi ribolle il sangue, perché la regola è piuttosto banale e basta un po’ di attenzione per facilitare la lettura.
    Ciononostante, la professoressa in questione è morta l’anno dopo.
    Detto questo, una rubrica di ortografia e grammatica quotidiana sarebbe una cosa interessante.
    Il mio collega della Gazzetta di Mantova, per esempio, ha deciso che su po’ ci va l’accento.

  2. #2 by Gianluca at 6 aprile 2011

    Dàààààiii!
    Qual (apostrofo) è la versione giusta del pò?

    Domanda: ma un blog su internet è un contesto specifico informatico?

    L’altro giorno mi aveva fregato questa frase:
    Baggio è uno dei giocatori che ha creato il calcio italiano.
    Ma va bene anche con: Gino Paoli è uno dei cantautori che ha fondato la musica italiana.

    Difficile la lingua italiana… Dàààààiii Silvio… Pensaci tu!

(non verrà pubblicata)

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